La tv che arricchisce
Durante le vacanze di Natale, zigzagando per i canali della tv-terrestre digitale, mi sono imbattuto in una carinissima trasmissione "Miss poesia" su Rai-Futura. Non è facile mettere in tv la poesia, è molto facile invece annoiare anche i piu' attenti e curiosi, però con una gara... Sei concorrenti, qualcuno bravo davvero, qualcuno un pò troppo presuntuoso, di quelli che credono che la poesia l'hanno inventata loro e che solo loro custodiscono il senso recondito dell'arte poetica ma la trasmissione è tosta! Nell'unica puntata che ho visto tra i giurati erano Valentino Zeichen, poeta di fama internazionale, il professor Colasanti, grandissimo, piu' due bravi docenti, una di linguistica e uno di letteratura. C'è poi un giurato speciale, detto "Il remoto" che guarda la metrica, la tecnica poetica, e conosce le figure retoriche piu' impensabili, penso forse che le inventi. C'è infine un contributo dei soliti esperti di comunicazione, nuovi linguaggi e del mondo dei blogger che fanno calare un pò il livello della cosa. Ma in una trasmissione moderna che dipende dal web ed ha un forum molto seguito su cui si regge forse non se ne può fare a meno. E a fare da coagulante una presentatrice giovane e brava che riesce con grande abilità a tenere in equilibrio il dibattito.
Non è sempre vero che la tv è tutta da buttare. Quasi tutta ;-) Wil
27.12.06
6.12.06
Tuscania l'etrusca
Domenica tra i colli tufacei
Una domenica soleggiata di dicembre, condizione ideale per un viaggetto. La tappa di questa tornata è Tuscania, ne sentivo parlare da molto tempo e sinceramente la immaginavo come un paesino medievele arroccato su un altura; invece quello che ci si presenta agli occhi, superata una curva, è un complesso di colli tufacei di grande estensione e di forte impatto visivo. I Romani avrebbero detto "Anvedi oh!!" Ed il colle di San Pietro con la meravigliosa basilica è visivamente il polo di maggior attrazione, quindi la prima nostra tappa. Ma è chiusa per la pausa pranzo e allora scendiamo in paese a prenderci un buon caffè. C'è poca gente in giro, saranno tutti a pranzo e allora ne approfittiamo per uno spuntino nella bellissima Piazza del Comune di fronte alla panoramica vallata del fiume Marta ed al bel parco della Torre di Lavello! Ma torniamo sul colle San Pietro che poi è il sito storico di Tuscania, ebbene la basilica e tutta l'area circostante formata dai resti della cittadella vescovile con due torri e un arco, sono di una bellezza unica. La facciata della chiesa presenta una sublime rappresentazione marmorea allegorica del bene e del male ed all'interno due cibori antichi, affreschi bizantineggianti, pavimentazione e bassorilievi romanico-romani con influenze anche longobarde nei pressi dell'altare. Passiamo poi alla chiesa, gemella per importanza direi, Santa Maria Maggiore, posta piu' in basso ma sempre romanica e ricca di sculture e dipinti importanti, di un ciborio e di un pergamo. Interessante poi la lunetta dell'ingresso che è come altri elementi decorativi di dubbia interpretazione per la particolarità della rappresentazione, così almeno ci ha spiegato il simpaticissimo ed accoglientissimo custode volontario del monumento ed ex restauratore di opere d'arte. Di persone così appassionate e disposte ad offrirti informazioni storiche, ma soprattutto aneddoti curiosi sul nostro patrimonio culturale, se ne incontrano parecchie soprattutto in luoghi non di primissimo piano e non possiamo che ringraziarle per il contributo immenso che arrecano all'arte e al turismo nazionale. Applaudiamo rallegrati. Il centro storico poi, di caratteristiche cinque-seicentesche è degnissimo di una bella passeggiata canonica con un sali-scendi tra palazzi, chiese, splendide fontane e begli scorci. Una giornata bene impiegata, peccato per il viaggio di ritorno!! Peccato perchè mi è venuta l'insana idea di passare per Tarquinia e seguire la Roma-Civitavecchia, ho allungato di parecchi chilometri e di parecchi minuti :-)
Wil
Una domenica soleggiata di dicembre, condizione ideale per un viaggetto. La tappa di questa tornata è Tuscania, ne sentivo parlare da molto tempo e sinceramente la immaginavo come un paesino medievele arroccato su un altura; invece quello che ci si presenta agli occhi, superata una curva, è un complesso di colli tufacei di grande estensione e di forte impatto visivo. I Romani avrebbero detto "Anvedi oh!!" Ed il colle di San Pietro con la meravigliosa basilica è visivamente il polo di maggior attrazione, quindi la prima nostra tappa. Ma è chiusa per la pausa pranzo e allora scendiamo in paese a prenderci un buon caffè. C'è poca gente in giro, saranno tutti a pranzo e allora ne approfittiamo per uno spuntino nella bellissima Piazza del Comune di fronte alla panoramica vallata del fiume Marta ed al bel parco della Torre di Lavello! Ma torniamo sul colle San Pietro che poi è il sito storico di Tuscania, ebbene la basilica e tutta l'area circostante formata dai resti della cittadella vescovile con due torri e un arco, sono di una bellezza unica. La facciata della chiesa presenta una sublime rappresentazione marmorea allegorica del bene e del male ed all'interno due cibori antichi, affreschi bizantineggianti, pavimentazione e bassorilievi romanico-romani con influenze anche longobarde nei pressi dell'altare. Passiamo poi alla chiesa, gemella per importanza direi, Santa Maria Maggiore, posta piu' in basso ma sempre romanica e ricca di sculture e dipinti importanti, di un ciborio e di un pergamo. Interessante poi la lunetta dell'ingresso che è come altri elementi decorativi di dubbia interpretazione per la particolarità della rappresentazione, così almeno ci ha spiegato il simpaticissimo ed accoglientissimo custode volontario del monumento ed ex restauratore di opere d'arte. Di persone così appassionate e disposte ad offrirti informazioni storiche, ma soprattutto aneddoti curiosi sul nostro patrimonio culturale, se ne incontrano parecchie soprattutto in luoghi non di primissimo piano e non possiamo che ringraziarle per il contributo immenso che arrecano all'arte e al turismo nazionale. Applaudiamo rallegrati. Il centro storico poi, di caratteristiche cinque-seicentesche è degnissimo di una bella passeggiata canonica con un sali-scendi tra palazzi, chiese, splendide fontane e begli scorci. Una giornata bene impiegata, peccato per il viaggio di ritorno!! Peccato perchè mi è venuta l'insana idea di passare per Tarquinia e seguire la Roma-Civitavecchia, ho allungato di parecchi chilometri e di parecchi minuti :-)
Wil
30.11.06
Il brutto usuraio usurato
L'amico di famiglia di P.Sorrentino
Non avevo letto molti elogi per l'ultima opera di Sorrentino, forse perchè a Cannes aveva portato una versione poco rielaborata, diversa da quella uscita successivamente nelle sale e quasi quasi me lo perdevo. Invece "L'amico di famiglia" è un ottimo film e il suo regista è un autore tra i piu' raffinati nel panorama italiano ed internazionale. Omino strano Geremia, grande attore Giacomo Rizzo, un usuraio che ha la colpa maggiore nell'essere brutto. Una vita meschina in un ambiente sordido, lercio, una casa angusta e scura, una mamma vecchia e puzzolente, la mancanza di una donna. Geremia però "aiuta" gli altri con il suo infame "dopolavoro", e ne conosce a fondo le ipocrisie, le debolezze e le vite altrettanto squallide che conducono nascosti, loro, dalla maschera fuorviante del loro aspetto piacevole e "conformista". Ma anche l'accorto omino cade nelle trappole delle "conseguenze dell'amore" e viene gabbato dalla sua amata, una piu' brava che bella, il che è tutto dire, Laura Chiatti!! Film di immagini da gran cinema : le passeggiate di Geremia in una grottesca ed inquietante "Littoria" razionalista e squadrata, le giocatrici di pallavolo sbirciate dalla tapparella, il volto del protagonista con una fascia di tessuto e patate sulla fronte come rimedio al mal di testa, la sposa violata, un colosseo notturno con i gladiatori truffaldini eccettera eccetera. Non mancano le battute simpatiche e le derive nel comico, ma l'atmosfera che si respira è asfittica, per non dire nauseabonda per tutta la durata del film. Cosicchè all'uscita dalla sala si sente un sollievo nel riappropriarsi della realtà.
Applausi, inchini e complimenti !!
Wil
Non avevo letto molti elogi per l'ultima opera di Sorrentino, forse perchè a Cannes aveva portato una versione poco rielaborata, diversa da quella uscita successivamente nelle sale e quasi quasi me lo perdevo. Invece "L'amico di famiglia" è un ottimo film e il suo regista è un autore tra i piu' raffinati nel panorama italiano ed internazionale. Omino strano Geremia, grande attore Giacomo Rizzo, un usuraio che ha la colpa maggiore nell'essere brutto. Una vita meschina in un ambiente sordido, lercio, una casa angusta e scura, una mamma vecchia e puzzolente, la mancanza di una donna. Geremia però "aiuta" gli altri con il suo infame "dopolavoro", e ne conosce a fondo le ipocrisie, le debolezze e le vite altrettanto squallide che conducono nascosti, loro, dalla maschera fuorviante del loro aspetto piacevole e "conformista". Ma anche l'accorto omino cade nelle trappole delle "conseguenze dell'amore" e viene gabbato dalla sua amata, una piu' brava che bella, il che è tutto dire, Laura Chiatti!! Film di immagini da gran cinema : le passeggiate di Geremia in una grottesca ed inquietante "Littoria" razionalista e squadrata, le giocatrici di pallavolo sbirciate dalla tapparella, il volto del protagonista con una fascia di tessuto e patate sulla fronte come rimedio al mal di testa, la sposa violata, un colosseo notturno con i gladiatori truffaldini eccettera eccetera. Non mancano le battute simpatiche e le derive nel comico, ma l'atmosfera che si respira è asfittica, per non dire nauseabonda per tutta la durata del film. Cosicchè all'uscita dalla sala si sente un sollievo nel riappropriarsi della realtà.
Applausi, inchini e complimenti !!
Wil
28.11.06
Sangue su sangue
The Departed di M.Scorsese
Premessa : al Warner ti obbligano a vedere mezzora di pubblicità e ti fanno sentire quel nauseante odore di popcorn. Di conseguenza ci vado solo quando c'è un film imperdibile che non trovo in altre sale o quando, udite udite, ho il biglietto gratuito :-) ed è questo il caso!!
The Departed è un classico sviluppato con metodi linguistico-cinematografici moderni e Scorsese è l'autore americano per eccellenza quello che domina la macchina da presa soprattutto quando dirige un gangster movie. Un cast di attori molto bravi ed una storia avvincente completano l'opera d'arte. Storie di guardie che non sono proprio completamente guardie e di ladri non completamente ladri, di onesti non proprio solo onesti e disonesti non proprio solo disonesti. Dove c'è il male c'è anche il bene e dove c'è il bene c'è anche il male. Moralismi all'americana e tutti inesorabilmente condannati a morte!! Ma nessuno si lamenta che c'è sangue che schizza da ogni corpo e proiettili che spuntano da ogni angolo di questa Boston selvaggia. Tutto contribuisce allo spettacolo, ogni nefandezza rende piu' intenso e toccante il racconto. Trame intrecciate con doppio filo, inganni, tradimenti, finzioni, amori, tutto realizzato con parallelismo impeccabile. E anche se vi sembrerà di averlo già visto, anche se qui si tratta di mafia irlandese e non della piu' "celebrata" mafia italiana, anche se c'è il solito ghigno di Jack Nicolson, le facce da bravi ragazzi di Matt Demon e Di Caprio, anche se la storia dei microchip cinesi sembra un pò troppo esagerata questo film ci è piaciuto, tanto.
Wil
Premessa : al Warner ti obbligano a vedere mezzora di pubblicità e ti fanno sentire quel nauseante odore di popcorn. Di conseguenza ci vado solo quando c'è un film imperdibile che non trovo in altre sale o quando, udite udite, ho il biglietto gratuito :-) ed è questo il caso!!
The Departed è un classico sviluppato con metodi linguistico-cinematografici moderni e Scorsese è l'autore americano per eccellenza quello che domina la macchina da presa soprattutto quando dirige un gangster movie. Un cast di attori molto bravi ed una storia avvincente completano l'opera d'arte. Storie di guardie che non sono proprio completamente guardie e di ladri non completamente ladri, di onesti non proprio solo onesti e disonesti non proprio solo disonesti. Dove c'è il male c'è anche il bene e dove c'è il bene c'è anche il male. Moralismi all'americana e tutti inesorabilmente condannati a morte!! Ma nessuno si lamenta che c'è sangue che schizza da ogni corpo e proiettili che spuntano da ogni angolo di questa Boston selvaggia. Tutto contribuisce allo spettacolo, ogni nefandezza rende piu' intenso e toccante il racconto. Trame intrecciate con doppio filo, inganni, tradimenti, finzioni, amori, tutto realizzato con parallelismo impeccabile. E anche se vi sembrerà di averlo già visto, anche se qui si tratta di mafia irlandese e non della piu' "celebrata" mafia italiana, anche se c'è il solito ghigno di Jack Nicolson, le facce da bravi ragazzi di Matt Demon e Di Caprio, anche se la storia dei microchip cinesi sembra un pò troppo esagerata questo film ci è piaciuto, tanto.
Wil
17.11.06
Buono, per i bambini ingenui
Salvatore, questa è la vita
Mi è capitato di vedere un piccolo film, neanche troppo piccolo perchè è prodotto dalla Disney italia, per piccoli, neanche troppo, visti gli spettatori in sala, e di piccola qualità, ma salverei qualcosa.
E' un pò, un Remi senza famiglia, siciliano, una storia commovente fatta di tragedie famigliari istituzioni inflessibili e bambini autarchici. Se non scadesse troppo spesso nella mielosità, e nel luogo comune e se non avesse troppi attori poco attori potrebbe anche essere un film carino. In ogni caso lo consiglierei a chi ama le fiction italiane buoniste e senza pretese, con i buoni sentimenti che alla fine, prevalgono sul male del mondo. Da salvare l'ambientazione siciliana ed il piccolo attore.
Wil
Mi è capitato di vedere un piccolo film, neanche troppo piccolo perchè è prodotto dalla Disney italia, per piccoli, neanche troppo, visti gli spettatori in sala, e di piccola qualità, ma salverei qualcosa.
E' un pò, un Remi senza famiglia, siciliano, una storia commovente fatta di tragedie famigliari istituzioni inflessibili e bambini autarchici. Se non scadesse troppo spesso nella mielosità, e nel luogo comune e se non avesse troppi attori poco attori potrebbe anche essere un film carino. In ogni caso lo consiglierei a chi ama le fiction italiane buoniste e senza pretese, con i buoni sentimenti che alla fine, prevalgono sul male del mondo. Da salvare l'ambientazione siciliana ed il piccolo attore.
Wil
3.11.06
Che musica maestro
Wayne Shorter quartet all'auditorium
Se prendi quattro artisti, musicisti, jazzisti, eccellenti ognuno per conto proprio sia sotto l'aspetto esecutivo che creativo e li metti assieme, non puoi che ottenere qualcosa di molto prezioso per le orecchie e non parlo di orecchini d'oro ;-). Wayne Shorter poi ha fatto la storia della musica, ha composto brani indimenticabili per Miles Davis con cui ha lavorato per molti anni, ha fondato i mitici Wheater Reports, insomma un monumento assoluto. Questo per dire che sono andato all'auditorium, è un ritorno dopo un pò di mesi, a vedere Wayne Shorter, John Patitucci, Danilo Perez e Brian Blade. Musica per palati fini, molto sperimentalismo, molta ricerca, pezzi interminabili da vera ipnosi mistica, e spesso di una potenza vibrante. Dei quattro l'unico che non conoscevo è il batterista che avrà lasciato sui suoi elementi sonori dei buchi enormi data la violenza con la quale colpiva!!! Gli altri non sono stati da meno per passione e decisione. Pezzi variegati con poco spazio per l'armonia accattivante, molto lunghi, con un minimo tema centrale e molto lavoro d'improvvisazione strumentale attorno. Shorter ha suonato sia il sax tenore che il sax soprano molto elegantemente ed è stato accompagnato in maniera altrettanto raffinata dalla ritmica di Patitucci e Blade e dal tocco nitido del piano di Danilo Perez. Hanno eseguito cinque o sei pezzi perchè penso sia stancante per loro e soprattutto non è facile per l'ascoltatore tenere testa per molto tempo ad un concerto del genere. Mi riprometto di ascoltare piu' spesso buona musica dal vivo per non cadere divorato dalla mediocrità televisiva.
Wil
Se prendi quattro artisti, musicisti, jazzisti, eccellenti ognuno per conto proprio sia sotto l'aspetto esecutivo che creativo e li metti assieme, non puoi che ottenere qualcosa di molto prezioso per le orecchie e non parlo di orecchini d'oro ;-). Wayne Shorter poi ha fatto la storia della musica, ha composto brani indimenticabili per Miles Davis con cui ha lavorato per molti anni, ha fondato i mitici Wheater Reports, insomma un monumento assoluto. Questo per dire che sono andato all'auditorium, è un ritorno dopo un pò di mesi, a vedere Wayne Shorter, John Patitucci, Danilo Perez e Brian Blade. Musica per palati fini, molto sperimentalismo, molta ricerca, pezzi interminabili da vera ipnosi mistica, e spesso di una potenza vibrante. Dei quattro l'unico che non conoscevo è il batterista che avrà lasciato sui suoi elementi sonori dei buchi enormi data la violenza con la quale colpiva!!! Gli altri non sono stati da meno per passione e decisione. Pezzi variegati con poco spazio per l'armonia accattivante, molto lunghi, con un minimo tema centrale e molto lavoro d'improvvisazione strumentale attorno. Shorter ha suonato sia il sax tenore che il sax soprano molto elegantemente ed è stato accompagnato in maniera altrettanto raffinata dalla ritmica di Patitucci e Blade e dal tocco nitido del piano di Danilo Perez. Hanno eseguito cinque o sei pezzi perchè penso sia stancante per loro e soprattutto non è facile per l'ascoltatore tenere testa per molto tempo ad un concerto del genere. Mi riprometto di ascoltare piu' spesso buona musica dal vivo per non cadere divorato dalla mediocrità televisiva.
Wil
27.10.06
Caramelle per gli sconosciuti
Al semaforo...
Non ce l'ho con i lavavetro o i cercasoldi ai semafori, non ce l'ho contro i proto-benzinai alle pompe, i parcheggiatori abusivi, ma secondo me non è corretto dar loro del denaro. Non è colpa di queste persone sfortunate, avranno dei capi, degli schiavisti che li obbligano a fare lavori del genere, o magari avranno difficoltà ad avere un lavoro piu' vicino alla regolarità ma è una gran rottura vedersi estorcere dei soldi senza volere. Io voglio scegliere a chi dare le mie monete. E poi il bengalese che mi indica quasi schifato che ho il vetro sporco e me lo vuole lavare a tutti i costi, o la zingarella che mi guarda dentro la macchina per vedere dove tengo gli spiccioli e mi dice che non le bastano quelli che le ho dato: sono momenti difficili da sopportare. E i benzinai notturni, che ti si piazzano al finestrino, ché vogliono aiutarti a mettere benzina, ma io la so mettere da solo, e poi un'altra accisa non mi cala proprio!!! Per non parlare dei parcheggiatori abusivi, ma lì si alza il livello di criminalità e sicuramente in pochi hanno il coraggio di non dar loro dei soldi temendo per il proprio mezzo. Non che non ci siano altri motivi per farti arrabbiare la mattina, ma penso che è una forma di degrado urbano evitabile. Uno dei modi per evitarlo è non alimentarlo.
Secondo me si dovrebbero portare in macchina delle caramelle o dei cioccolatini e dargliele facendo un bel sorriso, non credo ci sia nulla di offensivo. Soprattutto in presenza di bambini. In questa maniera non favoriremmo lo sfruttamento da parte di criminali senza scrupoli e potremmo conservare la nostra offerta quotidiana per l'ente benefico di fiducia che piu' ci sta a cuore.
Wil
Non ce l'ho con i lavavetro o i cercasoldi ai semafori, non ce l'ho contro i proto-benzinai alle pompe, i parcheggiatori abusivi, ma secondo me non è corretto dar loro del denaro. Non è colpa di queste persone sfortunate, avranno dei capi, degli schiavisti che li obbligano a fare lavori del genere, o magari avranno difficoltà ad avere un lavoro piu' vicino alla regolarità ma è una gran rottura vedersi estorcere dei soldi senza volere. Io voglio scegliere a chi dare le mie monete. E poi il bengalese che mi indica quasi schifato che ho il vetro sporco e me lo vuole lavare a tutti i costi, o la zingarella che mi guarda dentro la macchina per vedere dove tengo gli spiccioli e mi dice che non le bastano quelli che le ho dato: sono momenti difficili da sopportare. E i benzinai notturni, che ti si piazzano al finestrino, ché vogliono aiutarti a mettere benzina, ma io la so mettere da solo, e poi un'altra accisa non mi cala proprio!!! Per non parlare dei parcheggiatori abusivi, ma lì si alza il livello di criminalità e sicuramente in pochi hanno il coraggio di non dar loro dei soldi temendo per il proprio mezzo. Non che non ci siano altri motivi per farti arrabbiare la mattina, ma penso che è una forma di degrado urbano evitabile. Uno dei modi per evitarlo è non alimentarlo.
Secondo me si dovrebbero portare in macchina delle caramelle o dei cioccolatini e dargliele facendo un bel sorriso, non credo ci sia nulla di offensivo. Soprattutto in presenza di bambini. In questa maniera non favoriremmo lo sfruttamento da parte di criminali senza scrupoli e potremmo conservare la nostra offerta quotidiana per l'ente benefico di fiducia che piu' ci sta a cuore.
Wil
26.10.06
L'umanità della regina
The queen di Stephen Frears
Non che mi sia mai interessato al gossip dei reali inglesi, sport molto in voga in patria, ma vedere questo film è molto piu' di una semplice curiosata nella vita della famiglia piu' potente del Regno Unito. Questo film è una lezione di equilibrio, recitazione e di storia contemporanea. Forse quello che presenta maggiore qualità tra le produzioni di questo periodo, 'The Queen' analizza in maniera puntuale l'anacronistico ruolo della monarchia inglese nel terzo millennio alle prese con la dittatura del mondo della comunicazione di massa. Ma gli inglesi non amavano la propria regina? Sì la amavano e la amano, ma l'amore per la principessa Diana ha surclassato ogni rispetto devozionale verso la regnante. Ed in 'The Queen' tutto viene messo a nudo e svelato : le espressioni dei volti ed i dialoghi tra i protagonisti svelano i tempi che cambiano, i sentimenti che passano nell'animo dei potenti, ce li rendono piu' vicini e meno infallibili, dubbiosi e titubanti, molto molto veri, Un'interpretazione mirabile di Helen Mirren, ma pregevoli anche gli altri, un Blair moderno ma allo stesso tempo garante delle istituzioni, un principe Carlo di grande cultura e tatto ma succube della madre, fino al "simpatico" ed "antico" marito Filippo. Tutto molto liscio e scorrevole senza per nulla annoiare, perchè la realtà e la fiction sono in simbiosi perfetta. Bravo Stephen Frears che era un pò che non vedevo un suo film.
Wil
Non che mi sia mai interessato al gossip dei reali inglesi, sport molto in voga in patria, ma vedere questo film è molto piu' di una semplice curiosata nella vita della famiglia piu' potente del Regno Unito. Questo film è una lezione di equilibrio, recitazione e di storia contemporanea. Forse quello che presenta maggiore qualità tra le produzioni di questo periodo, 'The Queen' analizza in maniera puntuale l'anacronistico ruolo della monarchia inglese nel terzo millennio alle prese con la dittatura del mondo della comunicazione di massa. Ma gli inglesi non amavano la propria regina? Sì la amavano e la amano, ma l'amore per la principessa Diana ha surclassato ogni rispetto devozionale verso la regnante. Ed in 'The Queen' tutto viene messo a nudo e svelato : le espressioni dei volti ed i dialoghi tra i protagonisti svelano i tempi che cambiano, i sentimenti che passano nell'animo dei potenti, ce li rendono piu' vicini e meno infallibili, dubbiosi e titubanti, molto molto veri, Un'interpretazione mirabile di Helen Mirren, ma pregevoli anche gli altri, un Blair moderno ma allo stesso tempo garante delle istituzioni, un principe Carlo di grande cultura e tatto ma succube della madre, fino al "simpatico" ed "antico" marito Filippo. Tutto molto liscio e scorrevole senza per nulla annoiare, perchè la realtà e la fiction sono in simbiosi perfetta. Bravo Stephen Frears che era un pò che non vedevo un suo film.
Wil
10.10.06
Meglio di "Buena Vista.."!
L'orchestra di Piazza Vittorio di A.Ferrente
Piazza Vittorio è qualcosa di ormai mitologico per me, il suo mercato è un viaggio nella geografia dei prodotti alimentari, dei loro colori ed odori, nell'etnologia, nel costume, nel sociale. Di conseguenza un film documento su un'orchestra residente all'Esquilino mi stimolava già di suo. Successivamente ho letto commenti entusiasti, un trailer simpatico e insomma lo dovevo vedere. Risultato : tante risate, tanta emozione, tanta rabbia per le difficoltà burocratiche ed economiche dell'impresa, tanto entusiasmo per la riuscita finale, tanta bella musica e tanti complimenti a chi ci ha creduto fino in fondo. L'orchestra di Piazza Vittorio è un documentario o un film-realtà molto ben girato, ha un ritmo avvincente e ti appassiona fin dall'inizio col suo stile scarno e leggero ma assolutamente coinvolgente. Sicuramente un film di pochi investimenti, ma di grande resa, che non bisogna snobbare in favore di produzioni molto piu' costose. E poi tante storie, tante vite di emigrati, tante vite di musicisti. Grande merito sia dal punto di vista musicale, organizzativo ed anche attoriale al Casertano Mario Tronco, direttore dell'orchestra nonchè bravissimo attore protagonista del film. Plausi anche a tutti i musicisti scritturati qui e là da Piazza Vittorio al Rajastan. Mario Tronco come Ry Cooder, i musicisti come gli "avuelitos" di Buena Vista, no ma che dico, molto molto meglio!!!
Saluti, Wil
Piazza Vittorio è qualcosa di ormai mitologico per me, il suo mercato è un viaggio nella geografia dei prodotti alimentari, dei loro colori ed odori, nell'etnologia, nel costume, nel sociale. Di conseguenza un film documento su un'orchestra residente all'Esquilino mi stimolava già di suo. Successivamente ho letto commenti entusiasti, un trailer simpatico e insomma lo dovevo vedere. Risultato : tante risate, tanta emozione, tanta rabbia per le difficoltà burocratiche ed economiche dell'impresa, tanto entusiasmo per la riuscita finale, tanta bella musica e tanti complimenti a chi ci ha creduto fino in fondo. L'orchestra di Piazza Vittorio è un documentario o un film-realtà molto ben girato, ha un ritmo avvincente e ti appassiona fin dall'inizio col suo stile scarno e leggero ma assolutamente coinvolgente. Sicuramente un film di pochi investimenti, ma di grande resa, che non bisogna snobbare in favore di produzioni molto piu' costose. E poi tante storie, tante vite di emigrati, tante vite di musicisti. Grande merito sia dal punto di vista musicale, organizzativo ed anche attoriale al Casertano Mario Tronco, direttore dell'orchestra nonchè bravissimo attore protagonista del film. Plausi anche a tutti i musicisti scritturati qui e là da Piazza Vittorio al Rajastan. Mario Tronco come Ry Cooder, i musicisti come gli "avuelitos" di Buena Vista, no ma che dico, molto molto meglio!!!
Saluti, Wil
3.10.06
Settembre a Collemaggio
Ritorno a L'Aquila
Un sabato mattina a L'Aquila, in un caldo e soleggiato settembre, lo augurerei a tutti. L'occasione di una visita ad amici è stato il pretesto per ripassare il capoluogo della prima regione d'Italia, in veste da turista. Da Roma è molto comodo, si esce a L'Aquila Ovest ed in pochi minuti siamo già tuttorecchi tesi ad ascoltare il delizioso scroscio dei 99 zampilli della rosea fontana dalle altrettante cannelle. Da qui risaliamo verso il centro della città e ci trasferiamo presso la altrettanto rosea facciata di Collemaggio rimanendo immersi nel medioevo federiciano, visto che la chiesa fu costruita verso la fine del duecento. All'interno, nonostante un matrimonio in corso, prestiamo attenzione alle spoglie di San Pietro Celestino, il grande papa eremita del rifiuto dantesco ed ammiriamo la pavimentazione di grande pregio. Ma quello che ci esalta di piu' in una giornata splendente come questa è la passeggiata nel limitrofo "parco del sole", immersi nella natura, quasi quasi ci scappa un pic-nic, ma non abbiamo nulla da mettere sotto i denti ed è ancora presto. A seguire il castello o forte spagnolo, imponente nella sua struttura difensiva è circondato da un bel parco, ottimo per divagazioni filosofiche, per uno spuntino o per fare un pò di attività fisica. Infine procediamo verso il centro della città marciando lungo le stradine che la caratterizzano. Una tappa presso la marmorea e bianca facciata di San Bernardino e poi si riparte. Soddisfatti della breve ma intensa permanenza meditiamo di tornare presto. Saluti. Wil
Un sabato mattina a L'Aquila, in un caldo e soleggiato settembre, lo augurerei a tutti. L'occasione di una visita ad amici è stato il pretesto per ripassare il capoluogo della prima regione d'Italia, in veste da turista. Da Roma è molto comodo, si esce a L'Aquila Ovest ed in pochi minuti siamo già tuttorecchi tesi ad ascoltare il delizioso scroscio dei 99 zampilli della rosea fontana dalle altrettante cannelle. Da qui risaliamo verso il centro della città e ci trasferiamo presso la altrettanto rosea facciata di Collemaggio rimanendo immersi nel medioevo federiciano, visto che la chiesa fu costruita verso la fine del duecento. All'interno, nonostante un matrimonio in corso, prestiamo attenzione alle spoglie di San Pietro Celestino, il grande papa eremita del rifiuto dantesco ed ammiriamo la pavimentazione di grande pregio. Ma quello che ci esalta di piu' in una giornata splendente come questa è la passeggiata nel limitrofo "parco del sole", immersi nella natura, quasi quasi ci scappa un pic-nic, ma non abbiamo nulla da mettere sotto i denti ed è ancora presto. A seguire il castello o forte spagnolo, imponente nella sua struttura difensiva è circondato da un bel parco, ottimo per divagazioni filosofiche, per uno spuntino o per fare un pò di attività fisica. Infine procediamo verso il centro della città marciando lungo le stradine che la caratterizzano. Una tappa presso la marmorea e bianca facciata di San Bernardino e poi si riparte. Soddisfatti della breve ma intensa permanenza meditiamo di tornare presto. Saluti. Wil
2.10.06
Piperino in ogni dove
Vitorchiano e Viterbo
Eh sì. Il piperino è la pietra con cui sono stati edificati i centri storici di molti paesini del viterbese. Così una gita domenicale che vedeva come località di arrivo Vitorchiano ci ha fatto scoprire queste zone. La strada la sappiamo già. Si prende la A1, ci si ferma ad Orte e poi la Orte-Viterbo, in un ora e qualcosa ci siamo. Vitorchiano è un paese piccolo, un pò nascosto, semplice, però stupisce che ad accoglierci sia addirittura una statua dell'isola di Pasqua costruita in peperino e situata nella piazzetta antistante le mura merlate che lo cingono. La visita può durare un'oretta, ci sono delle belle chiese, fontane, viuzze, palazzi medievali e i belvedere da cui si ammira la gola del fosso di Acquafredda. Si incontrano alcuni residenti soprattutto anziane vecchiette che siedono fuori casa. Salutiamo e visto che c'è tempo decidiamo di spostarci nel capoluogo della Tuscia.
Viterbo ci accoglie in maniera fastosa, in questo abbiamo sempre molta fortuna, dato che è in corso una festa paesana centrata su artigianato, cibo biologico, solidarietà e spettacoli musicali. Davvero bella bella bella, Viterbo, che ci appare subito come un'estensione del paesino precedente, stessi colori, stessa pietra, ma addentrandoci, si scoprono alcuni capolavori : il noto palazzo dei papi e la gotica loggia delle benedizione nella meravigliosa piazza San Lorenzo, il duomo stesso e poi al tramonto rimaniamo colpiti dal meraviglioso scintillio di piazza San Pellegrino, un gioiellino, tra i massimi esempi di piazza medievale in Italia. Qui e là scorgiamo torri, chiese, palazzi notevoli e piazze, ma non abbiamo tempo per approfondire. Uno scultore ci piace proprio tanto, usa legno riciclato e fa dei veri e propri capolavori, peccato abbia dimenticato il nome. Assaggiamo qui e lì un pò di formaggio, pane e olio e ci soffermiamo su qualche mercatino solidale, e poi andiamo via certi di tornare con piu' calma e tempo.
Saluti.
Wil
Eh sì. Il piperino è la pietra con cui sono stati edificati i centri storici di molti paesini del viterbese. Così una gita domenicale che vedeva come località di arrivo Vitorchiano ci ha fatto scoprire queste zone. La strada la sappiamo già. Si prende la A1, ci si ferma ad Orte e poi la Orte-Viterbo, in un ora e qualcosa ci siamo. Vitorchiano è un paese piccolo, un pò nascosto, semplice, però stupisce che ad accoglierci sia addirittura una statua dell'isola di Pasqua costruita in peperino e situata nella piazzetta antistante le mura merlate che lo cingono. La visita può durare un'oretta, ci sono delle belle chiese, fontane, viuzze, palazzi medievali e i belvedere da cui si ammira la gola del fosso di Acquafredda. Si incontrano alcuni residenti soprattutto anziane vecchiette che siedono fuori casa. Salutiamo e visto che c'è tempo decidiamo di spostarci nel capoluogo della Tuscia.
Viterbo ci accoglie in maniera fastosa, in questo abbiamo sempre molta fortuna, dato che è in corso una festa paesana centrata su artigianato, cibo biologico, solidarietà e spettacoli musicali. Davvero bella bella bella, Viterbo, che ci appare subito come un'estensione del paesino precedente, stessi colori, stessa pietra, ma addentrandoci, si scoprono alcuni capolavori : il noto palazzo dei papi e la gotica loggia delle benedizione nella meravigliosa piazza San Lorenzo, il duomo stesso e poi al tramonto rimaniamo colpiti dal meraviglioso scintillio di piazza San Pellegrino, un gioiellino, tra i massimi esempi di piazza medievale in Italia. Qui e là scorgiamo torri, chiese, palazzi notevoli e piazze, ma non abbiamo tempo per approfondire. Uno scultore ci piace proprio tanto, usa legno riciclato e fa dei veri e propri capolavori, peccato abbia dimenticato il nome. Assaggiamo qui e lì un pò di formaggio, pane e olio e ci soffermiamo su qualche mercatino solidale, e poi andiamo via certi di tornare con piu' calma e tempo.
Saluti.
Wil
26.9.06
In America con fatica e poesia
Nuovomondo di E. Crialese
Non avevo dubbi. Emanuele Crialese è tra i due-tre nuovi registi, ormai certezze della settima arte italiana. Dopo "Respiro" non si poteva non avere aspettative per questo "Nuovomondo". Bè le aspettative sono state esaudite in toto e chi non lo conosceva lo ha finalmente scoperto . Applausi ovunque da pubblico e critica. Però, sebbene sia piaciuto a tutti, sebbene abbia avuto un bel lancio pubblicitario, una discreta distribuzione, non lo vedo in testa alle classifiche dei film piu' visti, ma solo in settima ottava posizione. Ci sono sempre alcuni stupidi film americani ad occupare i primi cinque posti. Inspiegabile! Comunque tornando a noi, "Nuovomondo" è drammatico, struggente, realista, poetico, onirico, emozionante, soprattutto emozionante! Si esce dal cinema come da un sogno, da un'esperienza intensa e se questo non basta! Tra gli aspetti da segnalare, anche qui come nel precedente c'è l'uso sistematico del dialetto siciliano sottotitolato che rende estremamente verosimile la vicenda dei Mancuso alle prese col viaggio in America. Questa componente proviene dalla grande ricerca storico-etnica effettuata dal regista che contribuisce a rendere la pellicola interessante dal punto di vista pedagogico. A questo aspetto si aggiunge una originale componente fantastica e comica che ci delizia il palato e ci fa sorridere delle vicende di questi disperati. Infine la colonna sonora travolgente fa da raccordo a questi due aspetti e ci accompagna in questo magico percorso. Ma buona parte della riuscita del film è dovuta alla bravura degli attori, tutti, a partire da Vincenzo Amato, Charlotte Gainsbourg e Aurora Quattrocchi. Bene così e buona visione. Wil
Non avevo dubbi. Emanuele Crialese è tra i due-tre nuovi registi, ormai certezze della settima arte italiana. Dopo "Respiro" non si poteva non avere aspettative per questo "Nuovomondo". Bè le aspettative sono state esaudite in toto e chi non lo conosceva lo ha finalmente scoperto . Applausi ovunque da pubblico e critica. Però, sebbene sia piaciuto a tutti, sebbene abbia avuto un bel lancio pubblicitario, una discreta distribuzione, non lo vedo in testa alle classifiche dei film piu' visti, ma solo in settima ottava posizione. Ci sono sempre alcuni stupidi film americani ad occupare i primi cinque posti. Inspiegabile! Comunque tornando a noi, "Nuovomondo" è drammatico, struggente, realista, poetico, onirico, emozionante, soprattutto emozionante! Si esce dal cinema come da un sogno, da un'esperienza intensa e se questo non basta! Tra gli aspetti da segnalare, anche qui come nel precedente c'è l'uso sistematico del dialetto siciliano sottotitolato che rende estremamente verosimile la vicenda dei Mancuso alle prese col viaggio in America. Questa componente proviene dalla grande ricerca storico-etnica effettuata dal regista che contribuisce a rendere la pellicola interessante dal punto di vista pedagogico. A questo aspetto si aggiunge una originale componente fantastica e comica che ci delizia il palato e ci fa sorridere delle vicende di questi disperati. Infine la colonna sonora travolgente fa da raccordo a questi due aspetti e ci accompagna in questo magico percorso. Ma buona parte della riuscita del film è dovuta alla bravura degli attori, tutti, a partire da Vincenzo Amato, Charlotte Gainsbourg e Aurora Quattrocchi. Bene così e buona visione. Wil
21.9.06
Ma com'è questa Cina?
La stella che non c'è di G.Amelio
La Cina, sempre sta Cina. In ogni discorso la Cina. Ed ecco qui un film, ben fatto, molto bello che può essere visto anche(ma non solo)come un documentario su questo sterminato paese. Castellitto, l'attore italiano piu' in forma, con un'interpretazione impeccabile è un pò un Dante alle prese con i gironi infernali della repubblica popolare. Perchè di Inferno si tratta, la Cina con il progresso ha perso parte della sua bellezza, della sua tradizione : cielo grigio, inquinamento, grattacieli squallidi e densissimamente popolati, fabbriche disumane. E tutte queste formichine che corrono, si muovono, lavorano, e non si fermano mai fanno da sfondo alla ricerca di un uomo che lotta e non ci sta. Egli crede in qualcosa, prima di tutto a se stesso, nel suo lavoro, nel fattore umano e non comprende i cambiamenti improvvisi in nomedi questo fantomatico progresso che crea invece forti disagi sociali. Amelio tiene lo spettatore in continuo stato di soffocamento, di compressione, alle prese con un viaggio "No Alpitour". Ma c'è qualcosa che si salva, c'è la giovane traduttrice, c'è l'affetto, l'incontro, un avvicinamento umano, la speranza in un futuro insieme. Quello che invece non regge molto, è il pretesto del viaggio incredibile fatto per un pezzo che non va nell'altoforno venduto ai cinesi così come gli incontri casuali che avvengono in maniera così improbabile. Ma che ci importa, il risultato è ottimo sia a livello estetico che socio-educativo. Applausi. Wil
La Cina, sempre sta Cina. In ogni discorso la Cina. Ed ecco qui un film, ben fatto, molto bello che può essere visto anche(ma non solo)come un documentario su questo sterminato paese. Castellitto, l'attore italiano piu' in forma, con un'interpretazione impeccabile è un pò un Dante alle prese con i gironi infernali della repubblica popolare. Perchè di Inferno si tratta, la Cina con il progresso ha perso parte della sua bellezza, della sua tradizione : cielo grigio, inquinamento, grattacieli squallidi e densissimamente popolati, fabbriche disumane. E tutte queste formichine che corrono, si muovono, lavorano, e non si fermano mai fanno da sfondo alla ricerca di un uomo che lotta e non ci sta. Egli crede in qualcosa, prima di tutto a se stesso, nel suo lavoro, nel fattore umano e non comprende i cambiamenti improvvisi in nomedi questo fantomatico progresso che crea invece forti disagi sociali. Amelio tiene lo spettatore in continuo stato di soffocamento, di compressione, alle prese con un viaggio "No Alpitour". Ma c'è qualcosa che si salva, c'è la giovane traduttrice, c'è l'affetto, l'incontro, un avvicinamento umano, la speranza in un futuro insieme. Quello che invece non regge molto, è il pretesto del viaggio incredibile fatto per un pezzo che non va nell'altoforno venduto ai cinesi così come gli incontri casuali che avvengono in maniera così improbabile. Ma che ci importa, il risultato è ottimo sia a livello estetico che socio-educativo. Applausi. Wil
18.9.06
Trasloco con fermate
San Sepolcro-Padova-Lido di Venezia-Mugello
Un trasloco è stata l'occasione per tagliare l'Italia dal centro al nord-est in macchina ed effettuare alcune escursioni. Per un pranzo veloce durante il viaggio di andata, si è scelto San Sepolcro e si è scoperto un paese bellissimo, degno di molto piu' tempo delle nostre due ore. E' stato di gran piacere e ristoro passeggiare per le animate (stavano preparando il festival della balestra) viuzze del borgo nelle ore piu' calde della giornata e fare uno spuntino davanti al duomo in piazza torre berta. Visto che eravamo lì siamo entrati al museo che ospita alcune grandi opere di Piero della Francesca, il piu' famoso cittadino del posto, su tutte la "Resurrezione" celeberrima. E gia che c'eravamo abbiamo attesmo che aprisse il duomo che valeva la pena, una serie di opere di alto valore, tra cui un Perugino e un volto santo, statua lignea di Gesu' Cristo dipinta, anteriore all'anno 1000 simile a quello di Lucca. Nella giornata successiva, tutta dedicata alla sosta, una semplice passeggiata a Padova per fare spesa ci fa scoprire una bellissima festa dell'agricoltura disseminata in ogni angolo della città attraverso succulenti prodotti della terra, dimostrazioni di vecchie occupazioni contadini e gruppi folkloristici da tutta Italia, anche da Giulianova, troppo forti : davvero un bel mattino. E la sera, ma sì visto c'è la mostra del cinema perchè non vedere la passerella finale al lido, una scusa qualsiasi per prendere il traghetto dal Tronchetto e godersi Venezia dal canal grande. Di personaggi famosi, poca roba, ci siamo accontetati di Pecoraro Scanio, Marina Ripa di Meana, il truccatore della Palma, che avrei visto meglio a Cannes (vediamo chi ride) e qualcun altro. Giornata successiva, giornata di rientro, un lungo viaggio, l'unica sosta è per un breve pranzo a Barberino del Mugello e cercando cercando scopriamo un bel lago artificiale, penso sia Bilancino. C'era un pò di gente intenta a prendere il sole ed intorno delle belle montagne, bel posto! E poi si riparte!! Wil
Un trasloco è stata l'occasione per tagliare l'Italia dal centro al nord-est in macchina ed effettuare alcune escursioni. Per un pranzo veloce durante il viaggio di andata, si è scelto San Sepolcro e si è scoperto un paese bellissimo, degno di molto piu' tempo delle nostre due ore. E' stato di gran piacere e ristoro passeggiare per le animate (stavano preparando il festival della balestra) viuzze del borgo nelle ore piu' calde della giornata e fare uno spuntino davanti al duomo in piazza torre berta. Visto che eravamo lì siamo entrati al museo che ospita alcune grandi opere di Piero della Francesca, il piu' famoso cittadino del posto, su tutte la "Resurrezione" celeberrima. E gia che c'eravamo abbiamo attesmo che aprisse il duomo che valeva la pena, una serie di opere di alto valore, tra cui un Perugino e un volto santo, statua lignea di Gesu' Cristo dipinta, anteriore all'anno 1000 simile a quello di Lucca. Nella giornata successiva, tutta dedicata alla sosta, una semplice passeggiata a Padova per fare spesa ci fa scoprire una bellissima festa dell'agricoltura disseminata in ogni angolo della città attraverso succulenti prodotti della terra, dimostrazioni di vecchie occupazioni contadini e gruppi folkloristici da tutta Italia, anche da Giulianova, troppo forti : davvero un bel mattino. E la sera, ma sì visto c'è la mostra del cinema perchè non vedere la passerella finale al lido, una scusa qualsiasi per prendere il traghetto dal Tronchetto e godersi Venezia dal canal grande. Di personaggi famosi, poca roba, ci siamo accontetati di Pecoraro Scanio, Marina Ripa di Meana, il truccatore della Palma, che avrei visto meglio a Cannes (vediamo chi ride) e qualcun altro. Giornata successiva, giornata di rientro, un lungo viaggio, l'unica sosta è per un breve pranzo a Barberino del Mugello e cercando cercando scopriamo un bel lago artificiale, penso sia Bilancino. C'era un pò di gente intenta a prendere il sole ed intorno delle belle montagne, bel posto! E poi si riparte!! Wil
5.9.06
Anche i ricchi belli e buoni piangono
Pastorale americana di P.Roth
Piano piano anche io inizio a fare qualche incursione nella letteratura contemporanea, e questa volta in quella americana che è molto celebrata e presenta alcuni scrittori, così dicono, di alto livello : Roth, De Lillo, Lethem, Dos Passos, Bellow eccetera eccetera. E allora al mio passo di lettura, sempre troppo lento, sia benedetta la pigrizia, ho completato "Pastorale americana" di Philip Roth che mi era sembrato dalle cronache il piu' rappresentativo, l'opera di maggior pregio letterario e lo scrittore piu' bravo. A fine lettura non posso che confermare tutto quanto. Libro avvincente, duro, emozionante, straziante, sconvolgente, trascinante, edificante. L'abile introduzione dotata di una azzeccata architettura ti fa percorrerere, in terza persona le vicende del protagonista , solo dopo aver indossato i panni dello scrittore che, in prima persona, scavalcando dubbi e perplessità, ha la forte l'ambizione di scoprire cosa c'è dietro la magnificenza dello "Svedese". E il re si ritrova "nudo". Lo sportivo invincibile, il sogno di tutte le ragazze, e poi il produttore dei guanti migliori d'America, la persona sempre lucida e razionale e al tempo stesso generosa e disponibile crolla su se stessa come le torri gemelle. E con lui il sogno americano, la famiglia felice che lavora e produce; tutto è infranto dalla "bomba", dal pugno in faccia dato dalla generazione della guerra del Vietnam. L'ipocrisia e le menzogne nascoste nel grande idillio di perfezione del cittadino americano medio vengono svelate e messe a nudo. La storia è quella di Seymour Levov, di famiglia ebrea, bello, ricco e buono, con una bellissima moglie di famiglia cattolica, la cui vita viene sconvolta dalla figlia bruttina e balbuziente che cova la rivoluzione contro le sue origini fino a mettere una bomba ed uccidere un innocente medico in un ufficio postale, un pò come il bombarolo di De Andrè. Le riflessioni che ne possono scaturire sono moltissime e non ho voglia di affrontarle qui, però davvero si è scritto parecchio su questo romanzo cogliendone aspetti anche volte contrastanti. Una piccola riflessione mia invece è che Roth, come spesso accade, pur da laico è pregno della cultura, l'alta cultura ebraica ed il romanzo ne è ovviamente accresciuto. Tra l'altro ho ritrovato molti aspetti nel libro di Piperno, che avevo letto prima, anch'esso di cultura ebraica. Se si contano gli scrittori o artisti di alto livello e si segnano quelli di origine ebraica si scoprirà che ce ne sono davvero parecchi. Complimenti!! Wil
Piano piano anche io inizio a fare qualche incursione nella letteratura contemporanea, e questa volta in quella americana che è molto celebrata e presenta alcuni scrittori, così dicono, di alto livello : Roth, De Lillo, Lethem, Dos Passos, Bellow eccetera eccetera. E allora al mio passo di lettura, sempre troppo lento, sia benedetta la pigrizia, ho completato "Pastorale americana" di Philip Roth che mi era sembrato dalle cronache il piu' rappresentativo, l'opera di maggior pregio letterario e lo scrittore piu' bravo. A fine lettura non posso che confermare tutto quanto. Libro avvincente, duro, emozionante, straziante, sconvolgente, trascinante, edificante. L'abile introduzione dotata di una azzeccata architettura ti fa percorrerere, in terza persona le vicende del protagonista , solo dopo aver indossato i panni dello scrittore che, in prima persona, scavalcando dubbi e perplessità, ha la forte l'ambizione di scoprire cosa c'è dietro la magnificenza dello "Svedese". E il re si ritrova "nudo". Lo sportivo invincibile, il sogno di tutte le ragazze, e poi il produttore dei guanti migliori d'America, la persona sempre lucida e razionale e al tempo stesso generosa e disponibile crolla su se stessa come le torri gemelle. E con lui il sogno americano, la famiglia felice che lavora e produce; tutto è infranto dalla "bomba", dal pugno in faccia dato dalla generazione della guerra del Vietnam. L'ipocrisia e le menzogne nascoste nel grande idillio di perfezione del cittadino americano medio vengono svelate e messe a nudo. La storia è quella di Seymour Levov, di famiglia ebrea, bello, ricco e buono, con una bellissima moglie di famiglia cattolica, la cui vita viene sconvolta dalla figlia bruttina e balbuziente che cova la rivoluzione contro le sue origini fino a mettere una bomba ed uccidere un innocente medico in un ufficio postale, un pò come il bombarolo di De Andrè. Le riflessioni che ne possono scaturire sono moltissime e non ho voglia di affrontarle qui, però davvero si è scritto parecchio su questo romanzo cogliendone aspetti anche volte contrastanti. Una piccola riflessione mia invece è che Roth, come spesso accade, pur da laico è pregno della cultura, l'alta cultura ebraica ed il romanzo ne è ovviamente accresciuto. Tra l'altro ho ritrovato molti aspetti nel libro di Piperno, che avevo letto prima, anch'esso di cultura ebraica. Se si contano gli scrittori o artisti di alto livello e si segnano quelli di origine ebraica si scoprirà che ce ne sono davvero parecchi. Complimenti!! Wil
3.9.06
Proposte assurde ...ma non tanto
N 1 - Pensione uguale per tutti
E perchè no? In fondo la pensione statale, di vecchiaia o di anzianità che sia, è un contributo che viene dato per la sussistenza di chi ha lavorato già abbastanza o è ormai anziano per farlo. Quindi non deve dipendere da quello che si è fatto in età lavorativa, gli anziani sono tutti uguali e hanno tutti bisogno di aiuto pubblico alla stessa maniera. E allora i contributi che ognuno ha versato? Se ha versato parecchio vuol dire che guadagnava parecchio, se ha versato poco vuol dire che guadagnava poco e allora perchè continuare con lo squilibrio economico-sociale anche dopo? Il versamento diventerebbe solo una qualsiasi tassa. In questo modo si offrirebbe, calcolando una pensione ottimale, un aiuto importante allo stato contribuendo a ridurre il debito pubblico. Inoltre si favorirebbe la gran parte di anziani che vive con la pensione minima. Ancora un vantaggio : ci sarebbe bisogno un unico ente pensionistico e sarebbe molto piu' snello dell'Inps di adesso. Infine verrebbe annullato il cumulo delle pensioni. E chi vuole una rendita maggiore? Basta versare qualcosa, a parte, come già fanno in molti, nei fondi pensionistici privati. Mi sembra abbastanza semplice, ci sarebbe da fare un pò di calcoli, fissare l'età di partenza della pensione, ma insomma è un pò che ci penso non mi sembra un'idea completamente folle. Un pò sì :-)
Saluti e alla prossima.
Wil
E perchè no? In fondo la pensione statale, di vecchiaia o di anzianità che sia, è un contributo che viene dato per la sussistenza di chi ha lavorato già abbastanza o è ormai anziano per farlo. Quindi non deve dipendere da quello che si è fatto in età lavorativa, gli anziani sono tutti uguali e hanno tutti bisogno di aiuto pubblico alla stessa maniera. E allora i contributi che ognuno ha versato? Se ha versato parecchio vuol dire che guadagnava parecchio, se ha versato poco vuol dire che guadagnava poco e allora perchè continuare con lo squilibrio economico-sociale anche dopo? Il versamento diventerebbe solo una qualsiasi tassa. In questo modo si offrirebbe, calcolando una pensione ottimale, un aiuto importante allo stato contribuendo a ridurre il debito pubblico. Inoltre si favorirebbe la gran parte di anziani che vive con la pensione minima. Ancora un vantaggio : ci sarebbe bisogno un unico ente pensionistico e sarebbe molto piu' snello dell'Inps di adesso. Infine verrebbe annullato il cumulo delle pensioni. E chi vuole una rendita maggiore? Basta versare qualcosa, a parte, come già fanno in molti, nei fondi pensionistici privati. Mi sembra abbastanza semplice, ci sarebbe da fare un pò di calcoli, fissare l'età di partenza della pensione, ma insomma è un pò che ci penso non mi sembra un'idea completamente folle. Un pò sì :-)
Saluti e alla prossima.
Wil
23.8.06
Ferragosto veneto
Dai Colli Euganei al Lago di Garda passando per Chioggia
Questo è il racconto di due belle giornate, di sole ma non troppo, a cavallo di ferragosto, nel bel Veneto. La necessità in questo periodo, in cui tutti stanno in ferie è di azzeccare posti ed orari che permettano di godere al massimo della tranquillità e della bellezza paesaggistica. Quindi località meno battute (si suppone) ed orari alternativi alla massa. Avendo come base Padova, nella prima giornata si è scelto di visitare i tanto decantati, per chi ricorda "Le ultime lettere di Jacopo Ortis", colli Euganei che qui chiamano semplicemente "i colli". Sinceramente non ne avevo un'idea precisa, immaginandoli come piccole montagne con paesino in cima, frutto completo dalla mia fantasia. I colli invece sono dei soffici batuffoli di verde, delle gobbe vegetate di origine vulcanica sparsi qui e lì tra Abano e Monselice. Tra l'altro quasi nessuno è abitato o ha strade asfaltate, sono caratteristici anche per il fatto che sbucano su una piana sterminata che non vede monti all'orizzonte. Con una bella giornata d'agosto, non troppo calda, spezzata solo da un piacevole canto delle cicale si gode di una pace assoluta da queste parti. Un consiglio che vi do è la visita guidata all'abbazia di Praglia, molto bella, un monaco benedettino vi racconterà la storia e la giornata tipica degli abitanti di questo luogo sacro. Qui potrete acquistare tisane, creme, libri o altri prodotti delle attività dei seguaci di San Benedetto e del suo motto : "Ora et labora". Proseguendo tra i colli e ville mozzafiato si giunge ad un piccolo borgo, molto erto, Arquà Petrarca, paesino carino, semplice, bella chiesa, dove è morto il grande poeta medievale. Se avete gambe buone è consiglita l'ascesa alla casa di Petrarca. E per finire, in serata, perchè non andare nella piccola Venezia ossia Chioggia : deliziosa cittadina, circondata dai canali, ma al contrario della repubblica marinara qui si può girare in macchina, anche se, trovare un parcheggio o un posto al ristorante è difficile, ma ne vale la pena. Si mangia del buon pesce, a prezzi accettabili.
E per la seconda giornata di turismo che è poi ferragosto, la scampagnata ci porta sul Lago di Garda a scoprire alcune località del versante Veronese. Attraversati i vigneti di Bardolino e Valpolicella, ci fermiamo presso punta San Vigilio prendendo, come quasi tutti, visto che non c'è posto se non sulla carreggiata, tranne i raccomandati e i mattinieri che hanno parcheggiato gratuitamente nel poco spazio riservato, una bella multa per divieto di sosta. In compenso facciamo il nostro spuntino delle due presso uno degli angoli piu' suggestivi del lago, anche se quasi tutto è riservato agli ospiti della bellissima villa Albertini, dimora signorile che funge da albergo di lusso. Barche motoscafi e yacht non mancano. Vicino c'è anche quello che si può chiamare "un lido su un lago", ci si stende sull'erba, e si paga pure... bah... Ripartiamo scendendo al paese, qui paghiamo il parcheggio, Garda, molto carino con negozi, bancarelle gelaterie e .. inizia a fare caldo. Ripartiamo per Bardolino, si paga di nuovo il parcheggio, bello e turistico con, al solito, negozi bancarelle, piazze e vista sul lago, ma non manca una chiesetta romanica, San Severo con affreschi molto antichi. Si riparte per l'ultimo paesino, a breve distanza ma attenti al traffico, Lazise, il piu' bello dei tre, ottimo per l'aperitivo e la cena e la passeggiata. Da vedere la chiesetta di San Nicolo' che sta su un bellissimo porticciolo e le antiche mura del castello. A seguire cenetta deliziosa a base di pesce di lago. Da queste parti ci sono molti turisti tedeschi anche troppi, tanto che tutte le attenzioni degli operatori sono per loro, a partire dalle insegne commerciali. C'è da sentirsi un pò defraudati!!! Saluti
Wil
9.8.06
Minchia Palemmo!!
Fine luglio a Palermo e dintorni
Qui sì, qui sì che dovevo venire, già da un pò lo mettevo nei miei programmi, però ora che l'ho vista non credo di tornarci, Palermo ti stanca! Palermo, se non ci sei abituato non ti ci abitui : al traffico, ai rumori delle macchine, alle voci urlanti e cantilenanti giorno e notte, alle strade un pò sporchine, bisogna dirlo, alle case sfasciate dalla seconda guerra mondiale (tra l'altro abitate o usate da magazzino nonostante le evidenti inagibilità) e mai ricostruite alla cucina di strada così poco igienica e grassa e fritta ( ..e buonissima). Ma queste sono le cose che la rendono unica e la fanno apprezzare ai turisti stranieri o ai turisti etnici come me.
C'è poi la storia, quanta storia è passata per di qui : Palermo è città araba, città normanna, la città di Federico II, la città dei baroni Spagnoli e così via.. bisognava, a tutti i costi, visitarne i tanti monumenti. Cito quelli che sono riuscito a vedere in carrellata ed in ordine sparso, : la Cattedrale con le sue torri gugliate, le sue bifore, i suoi archi intrecciati e ogivali, sembra un meraviglioso castello di sabbia, Palazzo Reale o dei Normanni costituisce da sempre la sede del potere palermitano e siciliano, sede degli Emiri, Re e Vicerè oggi sede dell'Assemblea Regionale Siciliana, al suo interno la meravigliosa Cappella Palatina del 1130, ricoperta da splendidi mosaici bizantini; a seguire la Chiesa e il Chiostro di S.Giovanni degli Eremiti, tra l'altro c'è un bagno pulito all'ingresso, il che è un ottimo consiglio, con le sue cupole rosse tipiche dell’arte araba-fatimita, il gran castello della Zisa bello e arabissimo famoso per le eleganti musqarrat paraventi lignei a grata, la chiesa della Magione di origine normanna, la Cuba palazzo arabo, il liberty e imponente Teatro Massimo,la Chiesa della Martorana “Il monumento più bello del mondo” secondo il viaggiatore arabo Ibn Giubair, tutta decorata a mosaico e di fianco la Chiesa di San Cataldo costruita dai normanni, con le tre cupolette rosse di ispirazione araba, il Duomo di Monreale capolavoro architettonico dell'età normanna massima sintesi della cultura islamica, bizantina e romanica, una delle più alte creazioni del Medioevo italiano con il Chiostro dell'antico convento dei Benedettini, gli archi ogivali del portico sono sostenuti da colonne di svariata ornamentazione; e poi il barocco dei quattro Canti,San Domenico, la Chiesa di Casa Professa o del Gesù, la grandiosa facciata della chiesa di Santa Teresa alla Kalsa, in corso il restauro e poi ancora il bel Palazzo Abatellis che ospita la galleria regionale, c'è il famoso e fantasmagorico "trionfo della morte" e molti altri quadri di valore e poi l'elegante Palazzo Sclafani , la grandissima Fontana Pretoria, la Chiesa di Sant'Agostino con all'interno i tipici stucchi del Serpotta, la Chiesa di Santa Maria della Catena, la Chiesa di San Francesco D'Assisi che si affaccia su una suggestiva piazzetta e poi Santa Caterina con una interessante quanto discutibile ornamentazione marmorea policroma sei-settecentesca, la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo ormai senza tetto, ma utilizzata per spettacoli serali, anche per milonghe tanghere e poi la cripta dei cappuccini con il suo tetro gusto macabro. Certo con il caldo e con pochi giorni a disposizione non è facile andare alla ricerca di tutti questi ricordini palermitani senza stancarsi o rendere pesante una giornata di vacanza, ma gli intermezzi di svago non sono mancati. A partire dai mercati, quelli famosi e ormai segnalati in tutte le guide, Ballarò e la Vucciria, robbe allucinanti, posti di una ricchezza e di un'intensità incredibili, fuori del tempo e anacronistici testimoniano una tradizione che è piu' forte di ogni centro commerciale. Qui si possono acquistare prodotti genuini e locali soprattutto, si paga poco ma se venisse una qualsiasi Asl a fare dei controlli dovrebbe far chiudere tutti i chioschi, basta non pensarci ;-) come si può fare a meno di assaggiare l'ottimo pane e panelle!! ...ma sono stato indotto, ragionevolmente, a non assaggiare quello che credo si chiami "pane ca meuza" : panino con interiora non meglio identificate, cotte alla griglia. In generale la cucina da strada è una caratteristica peculiare della città, si mangia anche pesce a volonta senza spendere troppo, all'aperto, in posti che non sono proprio ristoranti, con cuochi che all'apparenza farebbe pensare alla fuga, senza avere lo scontrino o la fattura, ma tutto è tollerato in nome della "tradizione" e dal fatto che pare nessuno si lamenti, ci si lecca i baffi, a parte ovviamente i commercianti ufficiali che pagano le tasse. Un'altra considerazione che mi è balenata è che Ciprì e Maresco non sono poi così geniali, non devono lavorare molto con i loro attori stralunati visto che alcuni palermitani sono proprio così come nei loro film, facce da cartolina, con espressioni bizzarre, grottesche epiche. La Kalsa ne offre un campionario interminabile, bellissimo posto dove alloggiare, c'è anche il bel lungomare di fronte. A proposito di mare e per terminare in bellezza : Mondello è carina, bell'acqua anche a Trapani, ma Cefalu' è fantastica!
Miiiii basta che non finisco piu'.
Wil
Qui sì, qui sì che dovevo venire, già da un pò lo mettevo nei miei programmi, però ora che l'ho vista non credo di tornarci, Palermo ti stanca! Palermo, se non ci sei abituato non ti ci abitui : al traffico, ai rumori delle macchine, alle voci urlanti e cantilenanti giorno e notte, alle strade un pò sporchine, bisogna dirlo, alle case sfasciate dalla seconda guerra mondiale (tra l'altro abitate o usate da magazzino nonostante le evidenti inagibilità) e mai ricostruite alla cucina di strada così poco igienica e grassa e fritta ( ..e buonissima). Ma queste sono le cose che la rendono unica e la fanno apprezzare ai turisti stranieri o ai turisti etnici come me.
C'è poi la storia, quanta storia è passata per di qui : Palermo è città araba, città normanna, la città di Federico II, la città dei baroni Spagnoli e così via.. bisognava, a tutti i costi, visitarne i tanti monumenti. Cito quelli che sono riuscito a vedere in carrellata ed in ordine sparso, : la Cattedrale con le sue torri gugliate, le sue bifore, i suoi archi intrecciati e ogivali, sembra un meraviglioso castello di sabbia, Palazzo Reale o dei Normanni costituisce da sempre la sede del potere palermitano e siciliano, sede degli Emiri, Re e Vicerè oggi sede dell'Assemblea Regionale Siciliana, al suo interno la meravigliosa Cappella Palatina del 1130, ricoperta da splendidi mosaici bizantini; a seguire la Chiesa e il Chiostro di S.Giovanni degli Eremiti, tra l'altro c'è un bagno pulito all'ingresso, il che è un ottimo consiglio, con le sue cupole rosse tipiche dell’arte araba-fatimita, il gran castello della Zisa bello e arabissimo famoso per le eleganti musqarrat paraventi lignei a grata, la chiesa della Magione di origine normanna, la Cuba palazzo arabo, il liberty e imponente Teatro Massimo,la Chiesa della Martorana “Il monumento più bello del mondo” secondo il viaggiatore arabo Ibn Giubair, tutta decorata a mosaico e di fianco la Chiesa di San Cataldo costruita dai normanni, con le tre cupolette rosse di ispirazione araba, il Duomo di Monreale capolavoro architettonico dell'età normanna massima sintesi della cultura islamica, bizantina e romanica, una delle più alte creazioni del Medioevo italiano con il Chiostro dell'antico convento dei Benedettini, gli archi ogivali del portico sono sostenuti da colonne di svariata ornamentazione; e poi il barocco dei quattro Canti,San Domenico, la Chiesa di Casa Professa o del Gesù, la grandiosa facciata della chiesa di Santa Teresa alla Kalsa, in corso il restauro e poi ancora il bel Palazzo Abatellis che ospita la galleria regionale, c'è il famoso e fantasmagorico "trionfo della morte" e molti altri quadri di valore e poi l'elegante Palazzo Sclafani , la grandissima Fontana Pretoria, la Chiesa di Sant'Agostino con all'interno i tipici stucchi del Serpotta, la Chiesa di Santa Maria della Catena, la Chiesa di San Francesco D'Assisi che si affaccia su una suggestiva piazzetta e poi Santa Caterina con una interessante quanto discutibile ornamentazione marmorea policroma sei-settecentesca, la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo ormai senza tetto, ma utilizzata per spettacoli serali, anche per milonghe tanghere e poi la cripta dei cappuccini con il suo tetro gusto macabro. Certo con il caldo e con pochi giorni a disposizione non è facile andare alla ricerca di tutti questi ricordini palermitani senza stancarsi o rendere pesante una giornata di vacanza, ma gli intermezzi di svago non sono mancati. A partire dai mercati, quelli famosi e ormai segnalati in tutte le guide, Ballarò e la Vucciria, robbe allucinanti, posti di una ricchezza e di un'intensità incredibili, fuori del tempo e anacronistici testimoniano una tradizione che è piu' forte di ogni centro commerciale. Qui si possono acquistare prodotti genuini e locali soprattutto, si paga poco ma se venisse una qualsiasi Asl a fare dei controlli dovrebbe far chiudere tutti i chioschi, basta non pensarci ;-) come si può fare a meno di assaggiare l'ottimo pane e panelle!! ...ma sono stato indotto, ragionevolmente, a non assaggiare quello che credo si chiami "pane ca meuza" : panino con interiora non meglio identificate, cotte alla griglia. In generale la cucina da strada è una caratteristica peculiare della città, si mangia anche pesce a volonta senza spendere troppo, all'aperto, in posti che non sono proprio ristoranti, con cuochi che all'apparenza farebbe pensare alla fuga, senza avere lo scontrino o la fattura, ma tutto è tollerato in nome della "tradizione" e dal fatto che pare nessuno si lamenti, ci si lecca i baffi, a parte ovviamente i commercianti ufficiali che pagano le tasse. Un'altra considerazione che mi è balenata è che Ciprì e Maresco non sono poi così geniali, non devono lavorare molto con i loro attori stralunati visto che alcuni palermitani sono proprio così come nei loro film, facce da cartolina, con espressioni bizzarre, grottesche epiche. La Kalsa ne offre un campionario interminabile, bellissimo posto dove alloggiare, c'è anche il bel lungomare di fronte. A proposito di mare e per terminare in bellezza : Mondello è carina, bell'acqua anche a Trapani, ma Cefalu' è fantastica!
Miiiii basta che non finisco piu'.
Wil
30.7.06
Due libri opposti
Capossela e Sciascia
Durante la prima parte dell'estate ho avuto tra le mani due libri : "Non si muore tutte le mattine" prima prova di Vinicio Capossela e "Una storia semplice" libercolo da un'ora e mezza di Leonardo Sciascia. Il primo pesante e tutt'altro che scorrevole, il secondo spedito ed accattivante. Ho scoperto che leggere il libro di Capossela come fosse un romanzo qualsiasi è un approccio sbagliato, tra l'altro è un libro di racconti qualcuno legato a qualche altro, comunque autosufficienti. Bisognerebbe seguire i consigli dell'autore e leggere qua e la, strappare un'impressione da una pagina, da una storia alla volta rimanendo colpiti da questi personaggi stralunati e fuori dal mondo, poetici ed irreali, dai loro viaggi "no Alpitour", un pò balcanici, un pò turchi, viaggi nel "barrio", o nella storia con Napoleone. A volte mi sono bloccato ed ho pensato seriamente di non portarlo a termine, anche perchè il linguaggio essendo molto sperimentale, ma Carlo Emilio Gadda è lontano anni-luce, di difficile comprensione, non lo definirei certo un libro "estivo". Magari approfondendolo... chissà, ma per il momento resta "un pò deludente", con qualche traccia di "piacere di leggere" sparsa qua e la tra le pagine. Mentre Sciascia, lui sì che è uno scrittore con la S maiuscola, è di una lucidità magistrale nelle sue analisi sociologiche, nei suoi noir-polizieschi "siculi" dove la sicilianità, e per estensione l'italianità, è dappertutto crudamente, amaramente e ti appassiona e ti illumina. "Una storia semplice" si legge in un batter d'occhio e lo consiglierei a chiunque. Grande Sciascia!!
Wil
Durante la prima parte dell'estate ho avuto tra le mani due libri : "Non si muore tutte le mattine" prima prova di Vinicio Capossela e "Una storia semplice" libercolo da un'ora e mezza di Leonardo Sciascia. Il primo pesante e tutt'altro che scorrevole, il secondo spedito ed accattivante. Ho scoperto che leggere il libro di Capossela come fosse un romanzo qualsiasi è un approccio sbagliato, tra l'altro è un libro di racconti qualcuno legato a qualche altro, comunque autosufficienti. Bisognerebbe seguire i consigli dell'autore e leggere qua e la, strappare un'impressione da una pagina, da una storia alla volta rimanendo colpiti da questi personaggi stralunati e fuori dal mondo, poetici ed irreali, dai loro viaggi "no Alpitour", un pò balcanici, un pò turchi, viaggi nel "barrio", o nella storia con Napoleone. A volte mi sono bloccato ed ho pensato seriamente di non portarlo a termine, anche perchè il linguaggio essendo molto sperimentale, ma Carlo Emilio Gadda è lontano anni-luce, di difficile comprensione, non lo definirei certo un libro "estivo". Magari approfondendolo... chissà, ma per il momento resta "un pò deludente", con qualche traccia di "piacere di leggere" sparsa qua e la tra le pagine. Mentre Sciascia, lui sì che è uno scrittore con la S maiuscola, è di una lucidità magistrale nelle sue analisi sociologiche, nei suoi noir-polizieschi "siculi" dove la sicilianità, e per estensione l'italianità, è dappertutto crudamente, amaramente e ti appassiona e ti illumina. "Una storia semplice" si legge in un batter d'occhio e lo consiglierei a chiunque. Grande Sciascia!!
Wil
16.7.06
Domenica scaligera
Verona in un giorno
Oggi si va nella città scaligera. Domenica di luglio, caldo, non caldissimo, partendo da Padova in un'ora di treno siamo ai piedi dell'Arena. Non è la prima volta: c'ero stato in gita scolastica in terza liceo, e mi ricordo che non riuscimmo ad entrare nella basilica di San Zeno credendola chiusa, questa volta che ci tenevo un pò di piu' lo stesso: siamo arrivati dopo l'orario di chiusura. San Zeno è solo l'ultima tappa di una giornata di gran passeggio per l'intera città.
Verona ha un'anima romana, che si esprime nel suo monumento piu' celebre,l'Arena, che d'estate diventa un tempio della lirica, e, tra un'opera e l'altra, si susseguono i cambi delle maestose scenografie per il piacere dei turisti, ed è stato questa la prima fermata. Un altro itinerario che non abbiamo mancato di percorrere è quello "romeoegiuliettese" noto in tutto il mondo che ha per tappe la tomba di Giulietta( che ridere!! c'era una bimba che diceva ai suoi genitori "Ma noi abbiamo fatto tutti questi chilometri per vedere questo? :)" e la casa di Giulietta : di Romeo non se ne frega nessuno, boh!! posti ben organizzati, forse un pò troppo turistici, ma vale la pena vederli. Da non trascurare uno sguardo all'Adige, che in certi punti è molto panoramico, e poi è il secondo fiume d'Italia!! A seguire le chiese storiche: San Fermo stupenda col suo soffitto tutto decorato e la cripta, Sant'Anastasia col famoso affresco del Pisanello, dunque il Duomo, peccato per San Lorenzo e San Zeno che abbiamo visto solo all'esterno. Ma perchè non fermarsi in qualche negozio per vedere le ultime novità della moda e poi sì, strano ma vero, ho mangiato qui la migliore granita dell'estate, alla menta buonissima!!!Non ci siamo persi infine piazza delle Erbe, le Arche Scaligere, il ponte romano, il castelvecchio eccetera eccetera, tanto che le nostre scarpe hanno dato segni di cedimento ed i nostri piedi hanno fatto richiesta di un bagno caldo con gli oli essenziali. Se avete due giorni è meglio, ma bella proprio bella Verona!!!
Oggi si va nella città scaligera. Domenica di luglio, caldo, non caldissimo, partendo da Padova in un'ora di treno siamo ai piedi dell'Arena. Non è la prima volta: c'ero stato in gita scolastica in terza liceo, e mi ricordo che non riuscimmo ad entrare nella basilica di San Zeno credendola chiusa, questa volta che ci tenevo un pò di piu' lo stesso: siamo arrivati dopo l'orario di chiusura. San Zeno è solo l'ultima tappa di una giornata di gran passeggio per l'intera città.
Verona ha un'anima romana, che si esprime nel suo monumento piu' celebre,l'Arena, che d'estate diventa un tempio della lirica, e, tra un'opera e l'altra, si susseguono i cambi delle maestose scenografie per il piacere dei turisti, ed è stato questa la prima fermata. Un altro itinerario che non abbiamo mancato di percorrere è quello "romeoegiuliettese" noto in tutto il mondo che ha per tappe la tomba di Giulietta( che ridere!! c'era una bimba che diceva ai suoi genitori "Ma noi abbiamo fatto tutti questi chilometri per vedere questo? :)" e la casa di Giulietta : di Romeo non se ne frega nessuno, boh!! posti ben organizzati, forse un pò troppo turistici, ma vale la pena vederli. Da non trascurare uno sguardo all'Adige, che in certi punti è molto panoramico, e poi è il secondo fiume d'Italia!! A seguire le chiese storiche: San Fermo stupenda col suo soffitto tutto decorato e la cripta, Sant'Anastasia col famoso affresco del Pisanello, dunque il Duomo, peccato per San Lorenzo e San Zeno che abbiamo visto solo all'esterno. Ma perchè non fermarsi in qualche negozio per vedere le ultime novità della moda e poi sì, strano ma vero, ho mangiato qui la migliore granita dell'estate, alla menta buonissima!!!Non ci siamo persi infine piazza delle Erbe, le Arche Scaligere, il ponte romano, il castelvecchio eccetera eccetera, tanto che le nostre scarpe hanno dato segni di cedimento ed i nostri piedi hanno fatto richiesta di un bagno caldo con gli oli essenziali. Se avete due giorni è meglio, ma bella proprio bella Verona!!!
24.6.06
Borghi campani
Casertavecchia e Capua
Mi capita ogni tanto di trovarmi dalle parti di Caserta e da qui oltre alla superba "Reggia" non mancano certo le occasioni di fare escursioni verso angoli pregiati del nostro belpaese. Durante lo scorso fine settimana sono stato a Capua giusto giusto per lo struscio sabato-serale. Cittadina interessante, bella e antichissima, si raggiunge il centro storico attraversando prima il fiume Volturno, famoso tristemente per l'inquinamento, ma non me ne sono accorto, e poi passando sotto un bell'arco seicentesco, si giunge in un'ampia piazza. Al periodo dei vicere spagnoli risalgono la maggior parte dei palazzi storici, non mancano peraltro resti romani, normanni o medievali. Ma per una semplice passeggiata non ho studiato la storia della città, mi sono limitato a notare la quantità di gioventu' amoreggiante che affolla le strade diCapua e la loro tenera età : qui sono molto precoci!! Il vociare, l'animosità genuina e innocua della folta platea si scontra però con l'alterigia e la de-cadenza dei palazzi. Una bella ristrutturata alle strutture accrescerebbe la vocazione turistica della cittadina.
Il giorno successivo si visita l'alto borgo di Casertavecchia dove poter rinfrescarsi dalla calura estiva che inizia a farsi sentire. Il paesino anch'esso molto antico, ben conservato e molto, anche troppo, visitato, e' un saliscendi di stradine molto caratteristiche e scorci panoramici sulla reggia, con in cima la bellissima piazza del Vescovado. Qui non può mancare una sbirciatina al nsuperbo duomo in stile siculo-normanno e al termine della visita una bibita rinfrescante al vicino bar. Se non si è stanchi si giunge ad una casina con una bella bifora ed una signora che dice di essere la padrona di casa che ti mostra la sua arte, sculture di pupazzi un pò inquietanti, e ti racconta la sua storia di com'è giunta dal nordeuropa in questo paesino. Per terminare dopo aver visto altre due interessanti chiesette c'è il castello, che è abbastanza distrutto, ma che a volte ospita rappresentazioni in costume medievale e vale la pena assistervi.
Alla prossima.
Wil
Mi capita ogni tanto di trovarmi dalle parti di Caserta e da qui oltre alla superba "Reggia" non mancano certo le occasioni di fare escursioni verso angoli pregiati del nostro belpaese. Durante lo scorso fine settimana sono stato a Capua giusto giusto per lo struscio sabato-serale. Cittadina interessante, bella e antichissima, si raggiunge il centro storico attraversando prima il fiume Volturno, famoso tristemente per l'inquinamento, ma non me ne sono accorto, e poi passando sotto un bell'arco seicentesco, si giunge in un'ampia piazza. Al periodo dei vicere spagnoli risalgono la maggior parte dei palazzi storici, non mancano peraltro resti romani, normanni o medievali. Ma per una semplice passeggiata non ho studiato la storia della città, mi sono limitato a notare la quantità di gioventu' amoreggiante che affolla le strade diCapua e la loro tenera età : qui sono molto precoci!! Il vociare, l'animosità genuina e innocua della folta platea si scontra però con l'alterigia e la de-cadenza dei palazzi. Una bella ristrutturata alle strutture accrescerebbe la vocazione turistica della cittadina.
Il giorno successivo si visita l'alto borgo di Casertavecchia dove poter rinfrescarsi dalla calura estiva che inizia a farsi sentire. Il paesino anch'esso molto antico, ben conservato e molto, anche troppo, visitato, e' un saliscendi di stradine molto caratteristiche e scorci panoramici sulla reggia, con in cima la bellissima piazza del Vescovado. Qui non può mancare una sbirciatina al nsuperbo duomo in stile siculo-normanno e al termine della visita una bibita rinfrescante al vicino bar. Se non si è stanchi si giunge ad una casina con una bella bifora ed una signora che dice di essere la padrona di casa che ti mostra la sua arte, sculture di pupazzi un pò inquietanti, e ti racconta la sua storia di com'è giunta dal nordeuropa in questo paesino. Per terminare dopo aver visto altre due interessanti chiesette c'è il castello, che è abbastanza distrutto, ma che a volte ospita rappresentazioni in costume medievale e vale la pena assistervi.
Alla prossima.
Wil
16.6.06
Sulla via francigena viterbese
Civita di Bagnoregio e Bolsena
Se capita una giornata bella ma non troppo, da Roma non è vicinissimo, ma si può fare, c'è una località interessantissima e molto nota Civita di Bagnoregio, il paese che muore. Per arrivarci si può fare un pezzo di autostrada e poi la Orte-Viterbo per poi prendere la Cassia o Via Francigena attraversando bellissimi scenari tra il Lazio e l'Umbria ricchi di vegetazione e di tranquillità. Civita è situata sul cucuzzolo di un colle tufaceo, ed è raggiungibile solo attraverso un ponte pedonale di cemento armato che la collega a Bagnoregio. Arrivati scopriamo un paesino seicentesco elegante ed affascinante nella sua finta decadenza. Finta perchè poi gli stranieri sono arrivati ed hanno comprato le case e ne hanno fatto un luogo di villeggiatura, molto sapientemente. Bella la piazza principale ed anche la chiesa nonostante appaia per certi versi una stalla di animali riadattata al culto. Bar ristoranti e negozietti, meglio portarsi un panino però e poi si può ripartire alla volta di Bolsena. Riprendendo la Cassia si costeggia il piu' grande lago vulcanico d'Italia e si giunge al paese da cui prende il nome(forse è il contrario). E la sorpresa è che ci troviamo nel mezzo dei festeggiamenti del Corpus Domini e del miracolo eucaristico che si trova nella Basilica di Santa Cristina. Per l'occasione Bolsena ammanta di fiori le vie del centro storico per un'interminabile processione con il clero, i fedeli, le confraternite, la banda musicale e gli sbandieratori. E ci siamo visti anche la preparazione e la sistemazione dei disegni floreali sulle strade, donne uomini e bambini, c'è tutto il paese alle prese con questa ricorrenza popolare. Non abbiamo trascurato un riposo presso la spiaggetta in riva al lago e per finire una visita nella bellissima basilica di Santa Cristina, ormai vuota dei pellegrini, già in processione. All'interno si apre uno scenario emozionante, altari, nicchie, cappelle, quadri, tele, affreschi e sculture di varie epoche e di raro interesse storico. Nella grotta, ricavata durante il taglio delle catacombe nel IV sec., è custodito l'altare del miracolo dove giace la pietra con le impronte della santa che, secondo la leggenda, sorresse il suo corpo nel lago. Da qui si accede al sepolcro di S. Cristina e alle catacombe, i cui reperti rinvenuti sono esposti nella cappella di S. Leonardo. Bel modo di passare una giornata di giugno.
Saluti
Se capita una giornata bella ma non troppo, da Roma non è vicinissimo, ma si può fare, c'è una località interessantissima e molto nota Civita di Bagnoregio, il paese che muore. Per arrivarci si può fare un pezzo di autostrada e poi la Orte-Viterbo per poi prendere la Cassia o Via Francigena attraversando bellissimi scenari tra il Lazio e l'Umbria ricchi di vegetazione e di tranquillità. Civita è situata sul cucuzzolo di un colle tufaceo, ed è raggiungibile solo attraverso un ponte pedonale di cemento armato che la collega a Bagnoregio. Arrivati scopriamo un paesino seicentesco elegante ed affascinante nella sua finta decadenza. Finta perchè poi gli stranieri sono arrivati ed hanno comprato le case e ne hanno fatto un luogo di villeggiatura, molto sapientemente. Bella la piazza principale ed anche la chiesa nonostante appaia per certi versi una stalla di animali riadattata al culto. Bar ristoranti e negozietti, meglio portarsi un panino però e poi si può ripartire alla volta di Bolsena. Riprendendo la Cassia si costeggia il piu' grande lago vulcanico d'Italia e si giunge al paese da cui prende il nome(forse è il contrario). E la sorpresa è che ci troviamo nel mezzo dei festeggiamenti del Corpus Domini e del miracolo eucaristico che si trova nella Basilica di Santa Cristina. Per l'occasione Bolsena ammanta di fiori le vie del centro storico per un'interminabile processione con il clero, i fedeli, le confraternite, la banda musicale e gli sbandieratori. E ci siamo visti anche la preparazione e la sistemazione dei disegni floreali sulle strade, donne uomini e bambini, c'è tutto il paese alle prese con questa ricorrenza popolare. Non abbiamo trascurato un riposo presso la spiaggetta in riva al lago e per finire una visita nella bellissima basilica di Santa Cristina, ormai vuota dei pellegrini, già in processione. All'interno si apre uno scenario emozionante, altari, nicchie, cappelle, quadri, tele, affreschi e sculture di varie epoche e di raro interesse storico. Nella grotta, ricavata durante il taglio delle catacombe nel IV sec., è custodito l'altare del miracolo dove giace la pietra con le impronte della santa che, secondo la leggenda, sorresse il suo corpo nel lago. Da qui si accede al sepolcro di S. Cristina e alle catacombe, i cui reperti rinvenuti sono esposti nella cappella di S. Leonardo. Bel modo di passare una giornata di giugno.
Saluti
9.6.06
2 Giugno in gita
...a Vicenza
C'è chi dice che ci sono troppe feste comandate, ma quella della Repubblica del 2 Giugno è ormai irrinunciabile, visto che, oltre all'importanza della "Patria", cade in un giorno ottimo per le gite fuori porta. Scelgo di visitare, con la scusa del Festival Biblico, la città di Vicenza. Bella davvero, e addobbata di bandiere per l'occasione, con la fanfara dei bersaglieri a portare l'amore per l'Italia anche ai critici piu' ristagnanti. Esco dalla stazione prendo per i giardini e arrivo in pochi minuti ad una bella villa e di seguito un arco che immette nel centro storico quindi in corso Palladio che è la via del passeggio. Questa volta senza guide o depliant faccio un primo giro "a naso", e così tutto quello che vedo è una scoperta, niente mi aspetto e tutto mi meraviglia. Vicenza è Palladio, ville e Palazzi architettati con gran gusto ed eleganza. Meraviglia delle meraviglie piazza dei Signori che con lo sfondo della basilica Palladiana, che tanto ricorda il Palazzo della Ragione di Padova e la superba torre Bissara. E dopo la passeggiata generale e qualche perlustrazione superficiale mi addentro nei vari centri d'interesse : prima tappa il Teatro Olimpico fiore all'occhiello di Andrea Palladio, un unicum nel suo genere, poi Palazzo Chiericati, sempre Palladiano, molto fine, che è sede della Pinacoteca Civica. E poi Palazzo Leoni Montanari con la sua collezione di Icone Russe e la stupenda mostra "Restaurazioni". Tappe in qualche chiesa, la Cattedrale che non mi ha molto impressionato, bella invece la due-trecentesca chiesa di Santa Corona. Risalendo il Corso Palladio, procedo con qualche visita alle varie piccole mostre nell'ambito del Festival Biblico, libri e stampe antiche, per terminare col museo Diocesano dove una guida ben preparata illustra le antichità custodite. Poi mi coglie il maltempo, ma ormai sono stanco.
Una giornata piena dunque per una bella città. Wil
C'è chi dice che ci sono troppe feste comandate, ma quella della Repubblica del 2 Giugno è ormai irrinunciabile, visto che, oltre all'importanza della "Patria", cade in un giorno ottimo per le gite fuori porta. Scelgo di visitare, con la scusa del Festival Biblico, la città di Vicenza. Bella davvero, e addobbata di bandiere per l'occasione, con la fanfara dei bersaglieri a portare l'amore per l'Italia anche ai critici piu' ristagnanti. Esco dalla stazione prendo per i giardini e arrivo in pochi minuti ad una bella villa e di seguito un arco che immette nel centro storico quindi in corso Palladio che è la via del passeggio. Questa volta senza guide o depliant faccio un primo giro "a naso", e così tutto quello che vedo è una scoperta, niente mi aspetto e tutto mi meraviglia. Vicenza è Palladio, ville e Palazzi architettati con gran gusto ed eleganza. Meraviglia delle meraviglie piazza dei Signori che con lo sfondo della basilica Palladiana, che tanto ricorda il Palazzo della Ragione di Padova e la superba torre Bissara. E dopo la passeggiata generale e qualche perlustrazione superficiale mi addentro nei vari centri d'interesse : prima tappa il Teatro Olimpico fiore all'occhiello di Andrea Palladio, un unicum nel suo genere, poi Palazzo Chiericati, sempre Palladiano, molto fine, che è sede della Pinacoteca Civica. E poi Palazzo Leoni Montanari con la sua collezione di Icone Russe e la stupenda mostra "Restaurazioni". Tappe in qualche chiesa, la Cattedrale che non mi ha molto impressionato, bella invece la due-trecentesca chiesa di Santa Corona. Risalendo il Corso Palladio, procedo con qualche visita alle varie piccole mostre nell'ambito del Festival Biblico, libri e stampe antiche, per terminare col museo Diocesano dove una guida ben preparata illustra le antichità custodite. Poi mi coglie il maltempo, ma ormai sono stanco.
Una giornata piena dunque per una bella città. Wil
1.6.06
Romanzi italiani contemporanei
Con le peggiori intenzioni di A. Piperno
E' forse il libro piu' discusso dell'anno, chi dice che è un capolavoro, chi dice che è estremamente noioso e per una volta sono sceso anche io in campo. Ho letto un libro contemporaneo, cosa che faccio molto raramente, ma penso che poi un giorno mi stuferò di leggere solo "classici". Piperno mi ha incuriosito, prima per le pagine e pagine consumate sul blog dei "Miserabili" e poi per un'intelligente intervista alle "Invasioni Barbariche" che ho seguito con interesse, di conseguenza non ho potuto farmi scappare l'edizione economica a 5 euro, anche se a malincuore perchè della "Mondadori". Devo proprio dire che il libro è stato per molti tratti appassionante, mi piace lo stile cinico e antibuonista di Piperno, forse un pò saccentino e borghesino nel suo essere antiborghese, ma quello che conta è che è ben scritto e che le figure protagoniste del libro cioè l'epico nonno Bepy e il disorientato e sorprendente nipote Daniel sono disegnate con grande sapienza e sfoggio di espressioni elaborate. Il libro è la saga della famiglia ebrea romana dei Sonnino in mezzo secolo e piu' dal dopoguerra fino ai nostri giorni, tra i fasti, il lusso, la vita godereccia e dominata di Beby alle giornate sofferte e inappaganti del frustato Daniel con Roma e una serie di altri ben caratterizzati personaggi minori a fare da sfondo. Dal Proustiano e Rothiano Piperno grande prestazione. Al prossimo libro.
Wil
E' forse il libro piu' discusso dell'anno, chi dice che è un capolavoro, chi dice che è estremamente noioso e per una volta sono sceso anche io in campo. Ho letto un libro contemporaneo, cosa che faccio molto raramente, ma penso che poi un giorno mi stuferò di leggere solo "classici". Piperno mi ha incuriosito, prima per le pagine e pagine consumate sul blog dei "Miserabili" e poi per un'intelligente intervista alle "Invasioni Barbariche" che ho seguito con interesse, di conseguenza non ho potuto farmi scappare l'edizione economica a 5 euro, anche se a malincuore perchè della "Mondadori". Devo proprio dire che il libro è stato per molti tratti appassionante, mi piace lo stile cinico e antibuonista di Piperno, forse un pò saccentino e borghesino nel suo essere antiborghese, ma quello che conta è che è ben scritto e che le figure protagoniste del libro cioè l'epico nonno Bepy e il disorientato e sorprendente nipote Daniel sono disegnate con grande sapienza e sfoggio di espressioni elaborate. Il libro è la saga della famiglia ebrea romana dei Sonnino in mezzo secolo e piu' dal dopoguerra fino ai nostri giorni, tra i fasti, il lusso, la vita godereccia e dominata di Beby alle giornate sofferte e inappaganti del frustato Daniel con Roma e una serie di altri ben caratterizzati personaggi minori a fare da sfondo. Dal Proustiano e Rothiano Piperno grande prestazione. Al prossimo libro.
Wil
27.5.06
Le donne di Almodovar
Volver
Dopo un film quasi completamente maschile, si torna alle donne, e che donne! Decisamente sui livelli degli ultimi del Maestro madrileno, che da un pò di tempo ha raggiunto una felice maturità autoriale, Volver è un ritorno alle sue origini nei territori della Mancha ed una riflessione sulla morte con riferimento autobiografico alla scomparsa di sua madre. Penelope Cruz, Carmen Maura, Lola Duenas e le altre interpretano le donne, quelle che sanno reagire alle avversità, alla morte, quelle che prendono di petto la vita, quelle che si esprimono solidarietà o che si invidiano o si odiano, quelle che sorridono, che sono intelligenti ed esprimono emozioni come dice l'autore. La Mancha umile, contadina, pregna di tradizioni popolari e attraversata da un costante vento , ben sfruttato in epoca moderna da impianti eolici, è lo sfondo di questo film che è dramma e commedia, che tocca la vita e la morte.
Uno dei miei registi preferiti, uno di quelli che mi commuove ogni volta con le sue storie struggenti ed estreme, che mi ammalia con i suoi colori, che mi delizia con la bellezza e l'intensità delle sue donne, non delude mai. Il ruolo di Penelope Cruz è evidentemente ispirato alle donne del cinema italiano degli anni '50, Anna Magnani e Sofia Loren, io lo vedrei come monito ai nostri registi che dovrebbero prendere spunto, piu' spesso dai grandi.
Wil
Dopo un film quasi completamente maschile, si torna alle donne, e che donne! Decisamente sui livelli degli ultimi del Maestro madrileno, che da un pò di tempo ha raggiunto una felice maturità autoriale, Volver è un ritorno alle sue origini nei territori della Mancha ed una riflessione sulla morte con riferimento autobiografico alla scomparsa di sua madre. Penelope Cruz, Carmen Maura, Lola Duenas e le altre interpretano le donne, quelle che sanno reagire alle avversità, alla morte, quelle che prendono di petto la vita, quelle che si esprimono solidarietà o che si invidiano o si odiano, quelle che sorridono, che sono intelligenti ed esprimono emozioni come dice l'autore. La Mancha umile, contadina, pregna di tradizioni popolari e attraversata da un costante vento , ben sfruttato in epoca moderna da impianti eolici, è lo sfondo di questo film che è dramma e commedia, che tocca la vita e la morte.
Uno dei miei registi preferiti, uno di quelli che mi commuove ogni volta con le sue storie struggenti ed estreme, che mi ammalia con i suoi colori, che mi delizia con la bellezza e l'intensità delle sue donne, non delude mai. Il ruolo di Penelope Cruz è evidentemente ispirato alle donne del cinema italiano degli anni '50, Anna Magnani e Sofia Loren, io lo vedrei come monito ai nostri registi che dovrebbero prendere spunto, piu' spesso dai grandi.
Wil
20.5.06
Antonello da Messina
alle scuderie del Quirinale
Qualche motivo ci sarà pure perchè questa è, fra le mostre in Italia quella che vanta il maggior numero di visitatori dell'anno, e non credo sia dovuto esclusivamente alla importante diffusione pubblicitaria o al fatto che le scuderie papali sono già di per se un richiamo significativo.
Io penso invece che Antonello da Messina sia stato uno dei massimi pittori del rinascimento italiano, e che la mostra ne dia risalto sia per quantità di opere che per qualità di allestimento.E poi non è così difficile capire la sua arte, è evidente a qualsiasi persona dotata di un minimo di senso estetico, si rimane increduli davanti a tanta capacità tecnica, tanta minuzia nei particolari, come nei maggiori pittori fiamminghi e con volti e temi presi però dalle nostre italiche terre. Con l'audioguida ial collo in due ore abbondanti si può godere della visione e farsi una buonaa cultura su Antonello e il suo tempo, forse vi stancherete come noi, ma ne sarà valsa la pena.
Wil
Qualche motivo ci sarà pure perchè questa è, fra le mostre in Italia quella che vanta il maggior numero di visitatori dell'anno, e non credo sia dovuto esclusivamente alla importante diffusione pubblicitaria o al fatto che le scuderie papali sono già di per se un richiamo significativo.
Io penso invece che Antonello da Messina sia stato uno dei massimi pittori del rinascimento italiano, e che la mostra ne dia risalto sia per quantità di opere che per qualità di allestimento.E poi non è così difficile capire la sua arte, è evidente a qualsiasi persona dotata di un minimo di senso estetico, si rimane increduli davanti a tanta capacità tecnica, tanta minuzia nei particolari, come nei maggiori pittori fiamminghi e con volti e temi presi però dalle nostre italiche terre. Con l'audioguida ial collo in due ore abbondanti si può godere della visione e farsi una buonaa cultura su Antonello e il suo tempo, forse vi stancherete come noi, ma ne sarà valsa la pena.
Wil
14.5.06
Elegantissimo film-sogno
Il regista di matrimoni di Bellocchio
Bè che è strano è strano, ma non mi aspettavo di capire al volo un film di Bellocchio. Per fortuna c'è stato chi, a fianco a me, mi ha spiegato qual'era la realtà e quale il sogno. A parte la storia sono le immagini che restano scolpite in mente, questa Sicilia barocca, la stupenda Cefalu', i magici rituali religiosi di questa regione così carica di misticismo e la bellezza dei volti, delle case e delle vesti. Un Castellitto super e tanti caratteristi di notevole livello disegnano un film che ti tiene sempre in ansia e la sorpresa è in agguato. Ecco cosa ci dice l'autore : "Il cinema è dominato da vecchie idee; schiacciato dal potere della televisione rischia di diventare elitario. Io credo fortemente nella rivendicazione della forma e nel primato dell'immagine." Bellocchio scava nel linguaggio cinematografico come pochi in Italia.
Wil
Wil
Bè che è strano è strano, ma non mi aspettavo di capire al volo un film di Bellocchio. Per fortuna c'è stato chi, a fianco a me, mi ha spiegato qual'era la realtà e quale il sogno. A parte la storia sono le immagini che restano scolpite in mente, questa Sicilia barocca, la stupenda Cefalu', i magici rituali religiosi di questa regione così carica di misticismo e la bellezza dei volti, delle case e delle vesti. Un Castellitto super e tanti caratteristi di notevole livello disegnano un film che ti tiene sempre in ansia e la sorpresa è in agguato. Ecco cosa ci dice l'autore : "Il cinema è dominato da vecchie idee; schiacciato dal potere della televisione rischia di diventare elitario. Io credo fortemente nella rivendicazione della forma e nel primato dell'immagine." Bellocchio scava nel linguaggio cinematografico come pochi in Italia.
Wil
Wil
5.5.06
Narnia esiste davvero
Le feste medievali non ci stufano mai
Com'è bello andare in Umbria specialmente se la giornata è solare e se hai voglia di
silenzio, natura, medioevo ed armonia. Per questo primo week-end di maggio con la nostra troupe
siamo andati nella zona piu' a sud della verde regione "ombrosa" visitando Narni e dintorni.
Prima tappa, per mangiare un panino e meditare un pò, nell'incontaminata vegetazione del monte Bandita presso lo Speco di Narni( 14 km verso S.Urbano). C'è una piccola chiesetta con un bel chiostro, peccato che non sia facilmente visitabile e poi lo speco vero e proprio, una fenditura nella roccia molto suggestiva dove S.Francesco amava rifugiarsi a pregare. Di seguito scendiamo a Narni e visitiamo la rocca Albornoz, interessante fuori, ma scarna dentro, da quassu' però si gode un bel panorama.
Fortunatamente siamo capitati in città proprio nei giorni che preludono alla Corsa all'Anello e dunque nelle stradine e nelle piazze storiche di Narni si rievocano i fasti medievali, con scene e canti e degustazioni d'epoca. Una miriade di persone per strada: chissà che non siano state attratte dal best-seller fantastico molto di moda in questo periodo!! Non manchiamo di visitare il bel Duomo e quel che rimane della chiesa di San Francesco e altro ancora ma che dire di piu'.
Per una domenica fuori porta è l'ideale.
Wil
Com'è bello andare in Umbria specialmente se la giornata è solare e se hai voglia di
silenzio, natura, medioevo ed armonia. Per questo primo week-end di maggio con la nostra troupe
siamo andati nella zona piu' a sud della verde regione "ombrosa" visitando Narni e dintorni.
Prima tappa, per mangiare un panino e meditare un pò, nell'incontaminata vegetazione del monte Bandita presso lo Speco di Narni( 14 km verso S.Urbano). C'è una piccola chiesetta con un bel chiostro, peccato che non sia facilmente visitabile e poi lo speco vero e proprio, una fenditura nella roccia molto suggestiva dove S.Francesco amava rifugiarsi a pregare. Di seguito scendiamo a Narni e visitiamo la rocca Albornoz, interessante fuori, ma scarna dentro, da quassu' però si gode un bel panorama.
Fortunatamente siamo capitati in città proprio nei giorni che preludono alla Corsa all'Anello e dunque nelle stradine e nelle piazze storiche di Narni si rievocano i fasti medievali, con scene e canti e degustazioni d'epoca. Una miriade di persone per strada: chissà che non siano state attratte dal best-seller fantastico molto di moda in questo periodo!! Non manchiamo di visitare il bel Duomo e quel che rimane della chiesa di San Francesco e altro ancora ma che dire di piu'.
Per una domenica fuori porta è l'ideale.
Wil
3.5.06
La rabbia sia piu' forte della paura!!!!
Furore di Steinbeck
Non vedo l'ora di vedere il film di John Ford. Ho cacciato una lacrimuccia sull'ultima pagina di Furore, non si può rimanere insensibili, non si può essere come prima dopo aver letto questo capolavoro. L'autore ci ha messo dentro qualcosa che vale molto di piu' di un trattato di economia che è meglio di una guida turistica della Route 66, che come in un testo di sociologia ci racconta la disgregazione della famiglia tradizionale nel ventesimo secolo. Ma soprattutto ci emoziona perchè "Furore" è un grande romanzo del '900. Esso narra la storia della famiglia Joad, che unita e forte in principio grazie al legame con la terra, che era di chi la coltivava, si trova, in virtu' del nefando disegno capitalistico, indebolita e frantumata. Ma il furore, la rabbia che deve essere piu' forte di ogni paura, daranno a mamma Joad e compagni lo spirito vitale per tirare avanti . Bello bello bello, ma rabbia rabbia rabbia verso i "moderni mostri", impersonali e inafferrabili : le banche e le multinazionali che decidono i destini del mondo. Bisogna difendersi con le unghie ragazzi!!!
Wil
Non vedo l'ora di vedere il film di John Ford. Ho cacciato una lacrimuccia sull'ultima pagina di Furore, non si può rimanere insensibili, non si può essere come prima dopo aver letto questo capolavoro. L'autore ci ha messo dentro qualcosa che vale molto di piu' di un trattato di economia che è meglio di una guida turistica della Route 66, che come in un testo di sociologia ci racconta la disgregazione della famiglia tradizionale nel ventesimo secolo. Ma soprattutto ci emoziona perchè "Furore" è un grande romanzo del '900. Esso narra la storia della famiglia Joad, che unita e forte in principio grazie al legame con la terra, che era di chi la coltivava, si trova, in virtu' del nefando disegno capitalistico, indebolita e frantumata. Ma il furore, la rabbia che deve essere piu' forte di ogni paura, daranno a mamma Joad e compagni lo spirito vitale per tirare avanti . Bello bello bello, ma rabbia rabbia rabbia verso i "moderni mostri", impersonali e inafferrabili : le banche e le multinazionali che decidono i destini del mondo. Bisogna difendersi con le unghie ragazzi!!!
Wil
29.4.06
E Venezia dove la metti?
Da Padova raggiungere Venezia, è una volata, mezzora di treno e dunque, anche se ci sono stato già in quattro precedenti occasioni, torno volentieri a rivedere la celebre e splendida repubblica marinara. Un signore che abbiamo incontrato ci ha detto che per visitare Venezia occorrono tre vite, ma ci accontentiamo di un giorno che è sufficiente per bagnarci, almeno le labbra, di miele prelibato. Questa volta voglio deviare un pò dalle rotte dei turisti, che poi fanno sempre il tratto stazione - rialto - san marco, per visitare ad esempio il ghetto ebraico nel sestiere di Canaregio. Si può entrare in sinagoga, a pagamento e con la kippa, fare acquisti nei negozi tipici ed incontrare anche qualche integralista con le treccine, ma sono le calli,i campi, i canali e gli stupendi palazzi a colpire lo sguardo. Dopo ciò è d'obbligo riprendere la strada maestra per giungere, dopo avere assaggiato un pò di dolciumi e leccornie del posto, buono il dolce verde al pistacchio , a Rialto. E guarda il canal Grande e guarda le gondole, che traffico che c'è!! E poi le chiese, sì ce ne sono così tante e ben dipinte, difficilmente ti sbagli, rischi di trovarci dentro un Tiziano, un Cima da Conegliano, Bellini, Palma il Giovane, il Pordenone. A noi son piaciute molto San Salvador e San Giovanni elemosiniere. E poi cammina cammina cammina, siamo arrivati all'Arsenale, e ai Giardini, da qui si vede il Lido, e si respira l'aria di mare aperto. Ottima idea quella di venire fin qui: c'è gente che ci abita (gli ultimi Veneziani) di turisti se ne vedon pochi e ottima idea quella di sfruttare le gambe fino alla stanchezza. E gustarsi il tramonto...ma attenzione ai ristoranti con il menu' a prezzo fisso, tipo 13 euro, credevamo di essere furbi invece i furbi son stati loro che ci hanno aggiunto servizio e coperto e ci hanno portato delle portate che, fredde com'erano, erano state sicuramente cucinate qualche ora prima. Saluti
Ma che bella Padova...
Fantastico il ponte primaverile del venticinque aprile per fare i turisti, ma non dimentichiamoci mai della nobilissima festa della liberazione dell'Italia dal nazifascismo.
Ho approfittato di questo periodo in cui ero (e sono) a Padova per lavoro, per perlustrarne il centro storico. Il produttivo ed industrializzato nord-est non è solo fabbriche e concessionarie di automobili di lusso, c'è anche tanto verde a cominciare dal "lungo-Brenta" (chissà se qui si dice davvero così) con le margheritine sui prati e il parco dell'Arena(romana) molto ben curato e non molto ben frequentato. Oltre che a piedi, come è preferibile, la visita cittadina si può svolgere comodamente in bici senza pericoli. Dal parco si accede al museo con la ben nota cappella degli Scrovegni, Giotto piu'che mai, però ti fanno stare dentro solo un quarto d'ora ed è un peccato. Purtroppo anche gli affreschi del Mantegna nella vicina chiesa degli Eremitani sono in restauro, ma bisogna andarci ugualmente. E poi spazio anche per il profano, con i bellissimi negozi padovani, ma occhio al portafogli, i prezzi sono altini. Come in età medievale i mercati si trovano nelle scenografiche Piazza delle erbe e della frutta, e qui prima dello spritz, diamo un occhiata all'enorme, unica ed affrescata sala del Palazzo della Ragione. Dentro c'è anche un impressionante cavallo di legno e un pendolo di Foucault... e poi dritti dritti per Prato della Valle, la piazza piu' grande d'Italia, anche qui c'è il mercato, che ovviamente è enorme come la piazza ed anche qui verdi praticelli per recuperare le energie. Per terminare la visita manca Sant'Antonio: la basilica è veramente imponente come le funzioni che vi si svolgono, i dipinti e la quantità di devoti che pregano "Il santo" come si dice qui.
Per chi non l'ha vista la consiglio vivamente...
Saluti
12.4.06
Rileggiamoci una poesia "scolastica"
Petrarca Canzoniere 90
Erano i capei d'oro a l'aura sparsi
che 'n mille dolci nodi gli avolgea,
e 'l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi, ch'or ne son sí scarsi;
e 'l viso di pietosi color' farsi,
non so se vero o falso, mi parea:
i' che l'ésca amorosa al petto avea,
qual meraviglia se di súbito arsi?
Non era l'andar suo cosa mortale,
ma d'angelica forma; et le parole
sonavan altro, che pur voce humana.
Uno spirto celeste, un vivo sole
fu quel ch'i' vidi: et se non fosse or tale,
piagha per allentar d'arco non sana
Erano i capei d'oro a l'aura sparsi
che 'n mille dolci nodi gli avolgea,
e 'l vago lume oltra misura ardea
di quei begli occhi, ch'or ne son sí scarsi;
e 'l viso di pietosi color' farsi,
non so se vero o falso, mi parea:
i' che l'ésca amorosa al petto avea,
qual meraviglia se di súbito arsi?
Non era l'andar suo cosa mortale,
ma d'angelica forma; et le parole
sonavan altro, che pur voce humana.
Uno spirto celeste, un vivo sole
fu quel ch'i' vidi: et se non fosse or tale,
piagha per allentar d'arco non sana
29.3.06
Votate bene e se volete un consiglio guardate..
Il Caimano di Nanni Moretti
Andiamo sul sicuro, c'è Nanni Moretti al cinema!!! Adoro tutti i suoi film ed "Il Caimano" è meraviglioso nel suo incastonarsi in questo periodo di decadenza socioeconomicoculturale. Uno strillo, un lamento, un dolore: abbiamo perso, abbiamo perso qualcosa, lui ha vinto, ci ha vinto. Ma il Caimano ha mille volti, non solo la "sua", e ci può assalire e azzannare come accade al protagonista, un perfetto Silvio Orlando, sotto forma di un amore non piu' corrisposto o di un lavoro che non da piu' le soddisfazioni di una volta. Ma c'è tempo per rimediare!!! E allora produciamo un bel film sull'anomalia e la vergogna italica per eccellenza degli ultimi cinquant'anni farcendolo con rielaborazioni di film di seconda fascia degli anni '70, alcune belle risate di quelle che piacciono a noi e un pò di attori-registi con ruoli memorabili. Che malinconia e che sofferenza la rappresentazione della fine di un matrimonio, che spettacolo doloroso e grottesco nel sorprendente finale interpretato da un inquietante Moretti.
Mi piacerebbe comunque vederlo di nuovo, non credo di averlo gustato tutto in un colpo solo, ma soprattutto non vedo l'ora che arrivi il festival di Cannes, incrociamo le dita. Wil
Andiamo sul sicuro, c'è Nanni Moretti al cinema!!! Adoro tutti i suoi film ed "Il Caimano" è meraviglioso nel suo incastonarsi in questo periodo di decadenza socioeconomicoculturale. Uno strillo, un lamento, un dolore: abbiamo perso, abbiamo perso qualcosa, lui ha vinto, ci ha vinto. Ma il Caimano ha mille volti, non solo la "sua", e ci può assalire e azzannare come accade al protagonista, un perfetto Silvio Orlando, sotto forma di un amore non piu' corrisposto o di un lavoro che non da piu' le soddisfazioni di una volta. Ma c'è tempo per rimediare!!! E allora produciamo un bel film sull'anomalia e la vergogna italica per eccellenza degli ultimi cinquant'anni farcendolo con rielaborazioni di film di seconda fascia degli anni '70, alcune belle risate di quelle che piacciono a noi e un pò di attori-registi con ruoli memorabili. Che malinconia e che sofferenza la rappresentazione della fine di un matrimonio, che spettacolo doloroso e grottesco nel sorprendente finale interpretato da un inquietante Moretti.
Mi piacerebbe comunque vederlo di nuovo, non credo di averlo gustato tutto in un colpo solo, ma soprattutto non vedo l'ora che arrivi il festival di Cannes, incrociamo le dita. Wil
27.3.06
Fratelli salentini
La Terra di Rubini
Bel film, davvero avvincente, ti prende e ti incolla allo schermo fino alla fine ed è italiano quindi va visto. In realtà venerdì sera la meta era la prima del "Caimano" al Sacher, ma, non avendo preso i biglietti almeno il giorno prima, non c'era assolutamente posto. Il caso vuole che a due passi di lì ci sia la sala Troisi, ampia, comoda ed unica(è un valore aggiunto) sala, con "La Terra" ad accogliere la mia voglia di buon cinema. Alla fine quindi soddisfazione doppia perchè inaspettata, da elogiare in particolare l'interpretazione di Rubini che veste gli scomodi panni di uno strozzino arricchito di un bel paese del salento, Mesagne. La vicenda riguarda questioni di eredità tra quattro fratelli completamente diversi l'uno dall'altro, Luigi professore emigrato, divenuto "milanese" che, invischiato in questa torbida vicenda, ritrova le sue radici, la sua identità, poi c'è Michele, un politico arrivista indebitato e bisognoso di vendere la terra, Aldo fratellastro agricoltore puttaniere e rustico , ostile alla vendita, ed infine il piu' piccolo Mario sensibile ed altruista, che fa volontariato in una comunità di disabili. Una commedia che si trasforma in tragedia ricca di violenza e carnalità, di sangue e tensione, di ritualità religiosa e ritualità criminale, di terra e di sole, del color sabbia delle chiese e delle piazze delle bellissime cittadine salentine.
Dicono che ci sia un legame con i Fratelli Karamazov, che non ho ancora letto, a me ha ricordato un pò il "Fratelli" di Abel Ferrara, ma questo film è tutto di Sergio Rubini, che da bravissimo attore ha raggiunto ormai il titolo di bravissimo "regista". Applausi.
Wil
Bel film, davvero avvincente, ti prende e ti incolla allo schermo fino alla fine ed è italiano quindi va visto. In realtà venerdì sera la meta era la prima del "Caimano" al Sacher, ma, non avendo preso i biglietti almeno il giorno prima, non c'era assolutamente posto. Il caso vuole che a due passi di lì ci sia la sala Troisi, ampia, comoda ed unica(è un valore aggiunto) sala, con "La Terra" ad accogliere la mia voglia di buon cinema. Alla fine quindi soddisfazione doppia perchè inaspettata, da elogiare in particolare l'interpretazione di Rubini che veste gli scomodi panni di uno strozzino arricchito di un bel paese del salento, Mesagne. La vicenda riguarda questioni di eredità tra quattro fratelli completamente diversi l'uno dall'altro, Luigi professore emigrato, divenuto "milanese" che, invischiato in questa torbida vicenda, ritrova le sue radici, la sua identità, poi c'è Michele, un politico arrivista indebitato e bisognoso di vendere la terra, Aldo fratellastro agricoltore puttaniere e rustico , ostile alla vendita, ed infine il piu' piccolo Mario sensibile ed altruista, che fa volontariato in una comunità di disabili. Una commedia che si trasforma in tragedia ricca di violenza e carnalità, di sangue e tensione, di ritualità religiosa e ritualità criminale, di terra e di sole, del color sabbia delle chiese e delle piazze delle bellissime cittadine salentine.
Dicono che ci sia un legame con i Fratelli Karamazov, che non ho ancora letto, a me ha ricordato un pò il "Fratelli" di Abel Ferrara, ma questo film è tutto di Sergio Rubini, che da bravissimo attore ha raggiunto ormai il titolo di bravissimo "regista". Applausi.
Wil
20.3.06
Qualcosina di pesantuccio
La donna del mare di Ibsen
Ibsen mi mancava ed ora non mi manca piu'. Il teatro non è il mio forte e dunque mi viene spesso la voglia di recuperare assistendo a spettacoli di grosso calibro. Solo che bisogna fare i conti con la propria resistenza alla fatica. Per il primo atto ce l'ho fatta egregiamente e mi sono anche appassionato alla vicenda, ma il secondo atto l'ho subito tutto come un sogno che disturbava(allietava) il mio sonno. Troppo lungo, non finiva mai, roba del genere va vista di mattina. Però di sostanza ce n'è tanta : esseri umani stranieri gli uni agli altri bisognosi di poter toccare con mano la propria vita e fra tutti, Ellida, che, in un delirio visionario, attende un segnale dal passato da colui che è “straniero”. Spettacolo sulla distanza tra "il tempo interiore” e “il tempo esteriore”, tra l'intimità e la realtà che crea un attesa spasmodica di qualcosa che li ricongiunga. E alla fine la realtà prende il sopravvento....
Da vedere, ma fatevi un sonnellino prima, dura due ore e mezza!!! ;-)
Wil
Ibsen mi mancava ed ora non mi manca piu'. Il teatro non è il mio forte e dunque mi viene spesso la voglia di recuperare assistendo a spettacoli di grosso calibro. Solo che bisogna fare i conti con la propria resistenza alla fatica. Per il primo atto ce l'ho fatta egregiamente e mi sono anche appassionato alla vicenda, ma il secondo atto l'ho subito tutto come un sogno che disturbava(allietava) il mio sonno. Troppo lungo, non finiva mai, roba del genere va vista di mattina. Però di sostanza ce n'è tanta : esseri umani stranieri gli uni agli altri bisognosi di poter toccare con mano la propria vita e fra tutti, Ellida, che, in un delirio visionario, attende un segnale dal passato da colui che è “straniero”. Spettacolo sulla distanza tra "il tempo interiore” e “il tempo esteriore”, tra l'intimità e la realtà che crea un attesa spasmodica di qualcosa che li ricongiunga. E alla fine la realtà prende il sopravvento....
Da vedere, ma fatevi un sonnellino prima, dura due ore e mezza!!! ;-)
Wil
16.3.06
Da Ponticelli al Vomero
La guerra di Mario by Antonio Capuano
Penso che dovremmo vedere piu' film italiani. La mia è anche un'autocritica visto che ultimamente ne ho visto davvero pochi e poi quando te ne capita uno come "La guerra di Mario" ne vale davvero la pena. La commovente storia del piccolo e disadattato Mario nato a Ponticelli e dato in affidamento ad una coppia benestante dei quartieri alti di Napoli rivela ancora una volta la qualità della scuola registica partenopea. Il film è incentrato sul tema dell'anarchia educazionale, che ricorda in certi frangenti il Jean Vigo di "Zero de conduite", lanciando una critica ad insegnanti e psicologi poco aperti e troppo legati ai loro sistemi di riferimento. A queste figure conservatrici si contrappone la mamma affidataria, una Valeria Golino di grande qualità interpretativa, insegnante di storia dell'arte che, per amore e convinzione, asseconda le tendenze scugnizzesche del bambino mettendo in difficoltà la relazione col suo compagno. C'è poesia e c'è realismo in questa storia che commuove e fa arrabbiare, ma fa anche sorridere; un film che andrebbe molto bene come fiction televisiva e questo può essere sia una critica che un elogio, dipende dai punti di vista.
Forza Capuano e forza Napoli.
Wil
Penso che dovremmo vedere piu' film italiani. La mia è anche un'autocritica visto che ultimamente ne ho visto davvero pochi e poi quando te ne capita uno come "La guerra di Mario" ne vale davvero la pena. La commovente storia del piccolo e disadattato Mario nato a Ponticelli e dato in affidamento ad una coppia benestante dei quartieri alti di Napoli rivela ancora una volta la qualità della scuola registica partenopea. Il film è incentrato sul tema dell'anarchia educazionale, che ricorda in certi frangenti il Jean Vigo di "Zero de conduite", lanciando una critica ad insegnanti e psicologi poco aperti e troppo legati ai loro sistemi di riferimento. A queste figure conservatrici si contrappone la mamma affidataria, una Valeria Golino di grande qualità interpretativa, insegnante di storia dell'arte che, per amore e convinzione, asseconda le tendenze scugnizzesche del bambino mettendo in difficoltà la relazione col suo compagno. C'è poesia e c'è realismo in questa storia che commuove e fa arrabbiare, ma fa anche sorridere; un film che andrebbe molto bene come fiction televisiva e questo può essere sia una critica che un elogio, dipende dai punti di vista.
Forza Capuano e forza Napoli.
Wil
15.3.06
La voce della Campania
Ho avuto modo di partecipare ad un incontro su "politica e massoneria" tenuto da due giornalisti d'assalto di "La voce della Campania". La mia impressione è che si cerchi di ricondurre tutto a complotti, accordi di potere, manovratori oscuri della politica ufficiale, scenari affascinanti che fanno sembrare piccole ideuzze le strutture dei romanzi fantastorici: ma se se ne parla, qualcosa di vero ci sarà.
E allora www.lavocedellacampania.it
E allora www.lavocedellacampania.it
14.3.06
Tra le borgate di Roma cinquant'anni fa
Ragazzi di vita di P.P.Pasolini
Approfondendo un pò Pasolini mi sono trovato a leggere un suo romanzo, ci ho messo un pò di tempo, ma l'ho terminato. La lettura mi ha lasciato dentro amarezza e delusione, una sensazione di impotenza contro un destino distratto. Come non affezionarsi a questi ragazzi, che sono sì dei criminalucci, ma molto terra terra, degli emarginati che la vita la conoscono fin dentro le sue increspature e le sue difficoltà. Bambini che nascono già grandi, che giocano a fare i mafiosetti di periferia ma che ne prendono di bastonate, poveri cristi. Un pò come "Accattone", il protagonista del primo film dello stesso Pasolini, un ex ragazzo di vita ed ora uomo di vita, il seguito ideale di questo romanzo, la sua riduzione cinematografica posticipata. Ma gli elementi piu' affascinanti del libro sono senz'altro il linguaggio utilizzato, un dialetto romanesco primordiale, di grande impatto scenico, e l'ambientazione, le aride e cementificate (ex)periferie di Roma da Pietralata al Tiburtino a Donna Olimpia al fiumne Aniene. Uno spaccato di umanità e di verità che in questi tempi di falsa onestà e di malcelata criminalità, ci fa rimpiangere la vita povera ma verace del Riccetto, del Caciotta, del Begalo di Marcello e compagnia. Buona lettura.
Wil
Approfondendo un pò Pasolini mi sono trovato a leggere un suo romanzo, ci ho messo un pò di tempo, ma l'ho terminato. La lettura mi ha lasciato dentro amarezza e delusione, una sensazione di impotenza contro un destino distratto. Come non affezionarsi a questi ragazzi, che sono sì dei criminalucci, ma molto terra terra, degli emarginati che la vita la conoscono fin dentro le sue increspature e le sue difficoltà. Bambini che nascono già grandi, che giocano a fare i mafiosetti di periferia ma che ne prendono di bastonate, poveri cristi. Un pò come "Accattone", il protagonista del primo film dello stesso Pasolini, un ex ragazzo di vita ed ora uomo di vita, il seguito ideale di questo romanzo, la sua riduzione cinematografica posticipata. Ma gli elementi piu' affascinanti del libro sono senz'altro il linguaggio utilizzato, un dialetto romanesco primordiale, di grande impatto scenico, e l'ambientazione, le aride e cementificate (ex)periferie di Roma da Pietralata al Tiburtino a Donna Olimpia al fiumne Aniene. Uno spaccato di umanità e di verità che in questi tempi di falsa onestà e di malcelata criminalità, ci fa rimpiangere la vita povera ma verace del Riccetto, del Caciotta, del Begalo di Marcello e compagnia. Buona lettura.
Wil
8.3.06
Non ho tempo o voglia o argomenti da postare e allora.....
José Emilio Pacheco - La freccia
Non importa che la freccia
non raggiunga il bersaglio.
Meglio così.
Non catturare nessuna preda.
Non far danno a nessuno
perché ciò che importa
è il volo, la traiettoria, l’impulso,
il tratto d’aria percorso nel salire,
l’oscurità che sgombra al conficcarsi
vibrante
nell’estensione del nulla.
Non importa che la freccia
non raggiunga il bersaglio.
Meglio così.
Non catturare nessuna preda.
Non far danno a nessuno
perché ciò che importa
è il volo, la traiettoria, l’impulso,
il tratto d’aria percorso nel salire,
l’oscurità che sgombra al conficcarsi
vibrante
nell’estensione del nulla.
28.2.06
Lassù sulle montagne tra boschi e pecore....
I segreti di Brockback Mountains
Come detto da qualcuno, i bellissimi paesaggi delle montagne americane del Wyoming da sole valgono il prezzo del biglietto. Per il resto un buon film, una bella storia d'amore, emozionante, che non urterà di certo le sensibilità delle persone senza pregiudizi. Una storia di cowboy, uomini che non devono chiedere mai, con mogli e figli , senza problemi sessuali con l'altro sesso, ma che nascondono un segreto difficile da contenere.
Non so se meritava di vincere il festival di Venezia, ma Ang Lee ha realizzato un film onesto e serio confermandosi nel saper rappresentare con intelligenza le ambiguità e i tormenti dell'animo umano. Esemplari in questo sono i precedenti "Il Banchetto di nozze" e "La tempesta di ghiaccio".
Wil
Come detto da qualcuno, i bellissimi paesaggi delle montagne americane del Wyoming da sole valgono il prezzo del biglietto. Per il resto un buon film, una bella storia d'amore, emozionante, che non urterà di certo le sensibilità delle persone senza pregiudizi. Una storia di cowboy, uomini che non devono chiedere mai, con mogli e figli , senza problemi sessuali con l'altro sesso, ma che nascondono un segreto difficile da contenere.
Non so se meritava di vincere il festival di Venezia, ma Ang Lee ha realizzato un film onesto e serio confermandosi nel saper rappresentare con intelligenza le ambiguità e i tormenti dell'animo umano. Esemplari in questo sono i precedenti "Il Banchetto di nozze" e "La tempesta di ghiaccio".
Wil
20.2.06
Volete il sangue?
Lady Vendetta
Crudo, violento, estremo, se non avete fegato non fa per voi. Park Chan Wook termina con questo film la sua trilogia della vendetta seguendo il proverbio "La vendetta è un piatto che va servito freddo". Film denso di immagini di grande valore estetico, un pò ricorda Kill Bill, ma che risulta leggermente ostico e confuso nella prima parte, tra l'altro sono entrato al cinema Gioiello con cinque minuti di ritardo e ho fatto un pò di sforzo cerebrale per capirci qualcosa. Me lo son fatto spiegare. Ma la bellezza c'è, di bellezza ce n'è molta in lady Vendetta, a partire dalla colonna sonora, stupenda, che come nel precedente utilizza alcune tra le piu' evocative composizioni di Antonio Vivaldi. Non potevo perdermelo visto che ero rimasto letteralmente folgorato dal precedente "Old Boy", che trovo piu' omogeneo e meglio riuscito, mentre Lady Vendetta ha sì dei momenti di grande qualità, ma nel complesso è un pò sfilacciato, troppo ritmo nella prima parte, troppa lentezza nel processo collettivo (con esecuzione) finale ed in effetti c'è troppa carne al fuoco, come direbbe Biscardi, da renderlo poco digeribile. Ma ciò non toglie che ho trovato un regista affidabile, creativo e dalla poetica dolce e spietata su cui puntare.
Saluti
Wil
13.2.06
I politici ci guardano...
...ma non ci vedono
Dai manifesti 6 per 3, che dominano ininterrottamente la scena della campagna elettorale già da alcuni mesi, i politici ci guardano con le loro facce neanche tanto carine, nonostante siano dotate di trucco pesante. Se ci fate caso il loro mettersi in mostra non è differente da quello delle modelle che ci vogliono vendere un paio di mutande o una schiuma da barba o un detergente intimo. Loro che vi vogliono vendere? Nulla, ma ce lo fanno pagare. E poi ci guardano, che hanno da guardare se poi non ci vedono; non ci vedono perchè i loro occhi di carta mica montano delle videocamere! se le avessero saprebbero qualcosa in piu' dei loro concittadini e si vergognerebbero di elemosinare voti come il piu' sporco degli zingari. E poi non si può passare per la stazione Termini senza pensare di stare ad un congresso di Forza Italia, non si può girare per Roma senza rimanere ossessionati dalla faccia idiota e beota di Baccini, non si può alzare lo sguardo senza inciampare su un manifesto elettorale. E poi magari dicessero qualcosa di comprensibile! Vige ancora la politica degli slogan, dai vota un cretino avrai una casa, dai vota un cretino avrai un lavoro, dai vota un cretino e sarai sicuro: ma ci crede qualcuno? Basta! Voglio una bella legge per abolire subito i manifesti elettorali e le interviste ai politici. Tribune elettorali all'antica, qualche vecchio comizio in piazza e programmi chiari da scaricare su internet con la penale da pagare però se poi non vengono realizzati.
Anche io ho detto la mia, aggiungendo parole a parole. Wil
Dai manifesti 6 per 3, che dominano ininterrottamente la scena della campagna elettorale già da alcuni mesi, i politici ci guardano con le loro facce neanche tanto carine, nonostante siano dotate di trucco pesante. Se ci fate caso il loro mettersi in mostra non è differente da quello delle modelle che ci vogliono vendere un paio di mutande o una schiuma da barba o un detergente intimo. Loro che vi vogliono vendere? Nulla, ma ce lo fanno pagare. E poi ci guardano, che hanno da guardare se poi non ci vedono; non ci vedono perchè i loro occhi di carta mica montano delle videocamere! se le avessero saprebbero qualcosa in piu' dei loro concittadini e si vergognerebbero di elemosinare voti come il piu' sporco degli zingari. E poi non si può passare per la stazione Termini senza pensare di stare ad un congresso di Forza Italia, non si può girare per Roma senza rimanere ossessionati dalla faccia idiota e beota di Baccini, non si può alzare lo sguardo senza inciampare su un manifesto elettorale. E poi magari dicessero qualcosa di comprensibile! Vige ancora la politica degli slogan, dai vota un cretino avrai una casa, dai vota un cretino avrai un lavoro, dai vota un cretino e sarai sicuro: ma ci crede qualcuno? Basta! Voglio una bella legge per abolire subito i manifesti elettorali e le interviste ai politici. Tribune elettorali all'antica, qualche vecchio comizio in piazza e programmi chiari da scaricare su internet con la penale da pagare però se poi non vengono realizzati.
Anche io ho detto la mia, aggiungendo parole a parole. Wil
8.2.06
Se la capite me lo dite, ma mi piace
Heather McHugh
Come
Devo sempre resistere
al linguaggio che devo
amare. È il mio lavoro,
come la ragazza riflessa
nello stagno delle mucche studia
la frequenza delle pulsazioni.
Il significato non è profondo.
Non dico di sì per far piacere.
Gentili, i politici
spargono il loro cappello di nomi
ma io dimentico il loro nome
e cognome, la mia vita
non rimarrà nella memoria. I giorni
avranno sempre
voglia d’estate,
sempre gli animali
si ameranno – ma sempre è sempre
come mai prima.
Come
Devo sempre resistere
al linguaggio che devo
amare. È il mio lavoro,
come la ragazza riflessa
nello stagno delle mucche studia
la frequenza delle pulsazioni.
Il significato non è profondo.
Non dico di sì per far piacere.
Gentili, i politici
spargono il loro cappello di nomi
ma io dimentico il loro nome
e cognome, la mia vita
non rimarrà nella memoria. I giorni
avranno sempre
voglia d’estate,
sempre gli animali
si ameranno – ma sempre è sempre
come mai prima.
31.1.06
Concerto degli Indaco
Sabato sono stato al concerto all'Auditorium nella sala Petrassi degli Indaco un gruppo di "world music" romano guidato da Mario Pio Mancini e Rodolfo Maltese. Tra componenti del gruppo e ospiti si è formata una nutritissima colonia di musicisti alle prese con svariati strumenti dai classici basso, chitarra e batteria agli etnici bouzouki, cornamusa, organetto per non parlare delle straordinarie(nel vero senso della parola) percussioni di dai suoni piu' strani possibili. Ma la chicca della serata-compleanno del gruppo, dieci anni ben portati, sono stati i tre ospiti cantanti : Francesco di Giacomo, Rosie Wiederkehr e Raiz che sono tra le voci piu' belle nel panorama italiano. Suoni avvolgenti, sentori di deserto, di mercati arabi, di terre arse dal sole. Bella musica. Wil
27.1.06
E' tornato e' tornato!
Vinicio Capossela - Ovunque proteggi
L'attesa è stata lunga, ma è sempre un bene che l'artista si prenda il maggior tempo possibile per elaborare al meglio la propria opera. Non amo quelli che fanno un album o un film ogni anno. Come nelle precedenti produzioni e ancor di piu' la sua musica è barocca, ricco di brani diversi provenienti da ambiti sia, geografici che storici diversi, ma legati assieme dalla ricerca nelle tradizioni popolari sia musicali che religiose o pagane. Si va da "Ovunque proteggi" che da il titolo al disco, una dolce ed emozionante beguine che accoglie, proteggendoli, i "peccatori" sulla strada tortuosa della redenzione a "L'uomo vivo" allegro inno, suonato con la banda, per la sincretica festa della Resurrezione di Scicli, ai ritmi incalzanti della russa "Moskavalza" per passare poi alla musica mediorentale della biblica "Non trattare" e, insomma, bisogna ascoltarle tutte. Alcune tracce sono piu' ostiche, per l'uso di sonorità piu' dure e dissonanti altre invece sono ballabili e cantabili, ma tutte mi sembrano molto ben elaborate con grande ricercatezza. Per cui il mio primo giudizio è molto soddisfacente, ma non avevo dubbi. Ascoltatelo.
Wil
L'attesa è stata lunga, ma è sempre un bene che l'artista si prenda il maggior tempo possibile per elaborare al meglio la propria opera. Non amo quelli che fanno un album o un film ogni anno. Come nelle precedenti produzioni e ancor di piu' la sua musica è barocca, ricco di brani diversi provenienti da ambiti sia, geografici che storici diversi, ma legati assieme dalla ricerca nelle tradizioni popolari sia musicali che religiose o pagane. Si va da "Ovunque proteggi" che da il titolo al disco, una dolce ed emozionante beguine che accoglie, proteggendoli, i "peccatori" sulla strada tortuosa della redenzione a "L'uomo vivo" allegro inno, suonato con la banda, per la sincretica festa della Resurrezione di Scicli, ai ritmi incalzanti della russa "Moskavalza" per passare poi alla musica mediorentale della biblica "Non trattare" e, insomma, bisogna ascoltarle tutte. Alcune tracce sono piu' ostiche, per l'uso di sonorità piu' dure e dissonanti altre invece sono ballabili e cantabili, ma tutte mi sembrano molto ben elaborate con grande ricercatezza. Per cui il mio primo giudizio è molto soddisfacente, ma non avevo dubbi. Ascoltatelo.
Wil
25.1.06
Ammazza!!!
Gita alla Reggia di Caserta
Imponente, impressionante, enorme, regale, bè effettivamente si possono sprecare molti aggettivi per questo famoso complesso monumentale.
Domenica scorsa sono stato per la prima volta (so che molte persone ci sono andate in gita con la scuola ma io no) alla Reggia di Caserta. Carlo III di Borbone aveva davvero pensato in grande, sfidando in grandiosità la reggia di Versailles e cercando al tempo stesso di edificarsi una residenza lontano dal mare per difendersi dagli attacchi della marina britannica. Il geniale architetto Vanvitelli e i suoi successori, visto che la costruzione ha preso almeno due secoli, il settecento e l'ottocento, hanno fatto il resto. Ho acquistato il biglietto completo per la visita guidata al palazzo e l'accesso al parco e tutto sommato dieci euro sono un prezzo onesto. La guida ben preparata ci ha illustrato le molte stanze del palazzo con dovizia di particolari storici, artistici e pettegolistici, la visita è stata quindi molto piacevole. Il parco è quasi impossibile da visitare tutto in una mattinata, soprattutto se si va a piedi, ma bisogna vedere assolutamente il giardino inglese, specialmente se si è un pochino appassionati di botanica e poi ci si può rilassare quanto si vuole sull'erbetta e farsi uno spuntino, ma consiglio vivamente di farlo in mesi piu' caldi di gennaio.
Wil
Imponente, impressionante, enorme, regale, bè effettivamente si possono sprecare molti aggettivi per questo famoso complesso monumentale.
Domenica scorsa sono stato per la prima volta (so che molte persone ci sono andate in gita con la scuola ma io no) alla Reggia di Caserta. Carlo III di Borbone aveva davvero pensato in grande, sfidando in grandiosità la reggia di Versailles e cercando al tempo stesso di edificarsi una residenza lontano dal mare per difendersi dagli attacchi della marina britannica. Il geniale architetto Vanvitelli e i suoi successori, visto che la costruzione ha preso almeno due secoli, il settecento e l'ottocento, hanno fatto il resto. Ho acquistato il biglietto completo per la visita guidata al palazzo e l'accesso al parco e tutto sommato dieci euro sono un prezzo onesto. La guida ben preparata ci ha illustrato le molte stanze del palazzo con dovizia di particolari storici, artistici e pettegolistici, la visita è stata quindi molto piacevole. Il parco è quasi impossibile da visitare tutto in una mattinata, soprattutto se si va a piedi, ma bisogna vedere assolutamente il giardino inglese, specialmente se si è un pochino appassionati di botanica e poi ci si può rilassare quanto si vuole sull'erbetta e farsi uno spuntino, ma consiglio vivamente di farlo in mesi piu' caldi di gennaio.
Wil
23.1.06
Tre quarti di commedia e un quarto di thriller
Match point di Woody Allen
Negli ultimi anni ho evitato di vedere i film di Woody Allen, troppi, uno ogni anno, per essere diversi l'uno dall'altro. Però in questo caso, ne parlavano bene, lui non c'è nel cast degli attori, e allora sono andato al cinema. Con la vecchiaia le battute sono sparite per fare posto ad un vero e proprio noir, che resta però commedia per tre quarti del suo svolgimento. Nel finale infatti c'è un cambio di ritmo notevole, per costruzione drammatica, suspence e tragicità. Sono rimasto colpito, davvero non mi aspettavo un crescendo emotivo del genere, avevo già liquidato il film come commedia brillante ben diretta, ma molto classica. Come novità a far da cornice al tutto ,incastonate tra le scene del film, ascoltiamo una serie di arie d'opera da Bizet Donizetti, Verdi alcune cantate sontuosamente da Enrico Caruso.
La fortuna, artefice e responsabile delle vite umane è uno dei motivi di fondo dell'opera che narra l'ascesa sociale di un giovane irlandese che con cinismo e avidità approda alla corte di una ricchissima e colta famiglia inglese. Ma c'è di piu'... Buona visione.
Wil
Negli ultimi anni ho evitato di vedere i film di Woody Allen, troppi, uno ogni anno, per essere diversi l'uno dall'altro. Però in questo caso, ne parlavano bene, lui non c'è nel cast degli attori, e allora sono andato al cinema. Con la vecchiaia le battute sono sparite per fare posto ad un vero e proprio noir, che resta però commedia per tre quarti del suo svolgimento. Nel finale infatti c'è un cambio di ritmo notevole, per costruzione drammatica, suspence e tragicità. Sono rimasto colpito, davvero non mi aspettavo un crescendo emotivo del genere, avevo già liquidato il film come commedia brillante ben diretta, ma molto classica. Come novità a far da cornice al tutto ,incastonate tra le scene del film, ascoltiamo una serie di arie d'opera da Bizet Donizetti, Verdi alcune cantate sontuosamente da Enrico Caruso.
La fortuna, artefice e responsabile delle vite umane è uno dei motivi di fondo dell'opera che narra l'ascesa sociale di un giovane irlandese che con cinismo e avidità approda alla corte di una ricchissima e colta famiglia inglese. Ma c'è di piu'... Buona visione.
Wil
18.1.06
Sicilia, prima meta del Settecento.
Dacia Maraini - La lunga vita di Marianna Ucrìa
Qualche anno fa, avevo visto l’adattamento cinematografico di Roberto Faenza, in realtà mi ero addormentato per la stanchezza accumulata in una giornata di studio e per la noia che mi provoca in genere un film in costume. Da quel momento mi ero sempre ripromesso di rivederlo o ancor meglio di leggere il libro ed ecco che ci sono riuscito.
Il romanzo di Dacia Maraini, forse il piu' famoso e il meglio riuscito, è un succulento ed odoroso approdo nel settecento siciliano alla corte della duchessa “mutola” Marianna della nobile e prestigiosa famiglia degli Ucrìa. Leggendolo occupiamo con la fantasia le stanze dei ricchi e nulla(o poco)facenti signorotti aristocratici del Regno di Sicilia, e da queste altezze tendiamo lo sguardo alla classe servile che ne permette, a costo di duro lavoro, l’agio ed il lusso. Ma il libro è anche una attenta e minuziosa analisi della condizione femminile, Dacia Maraini scrive "da femmina" un libro "per femmine" descrivendo la storia di "una femmina" colta, coraggiosa e appassionata alle prese con la cultura maschilista imperante. Carico di sfumature, scritto con molta cura dei dettagli, a tratti può risultare noioso ad un "maschio" come me, ma solo a tratti. Buona lettura.
Wil
Qualche anno fa, avevo visto l’adattamento cinematografico di Roberto Faenza, in realtà mi ero addormentato per la stanchezza accumulata in una giornata di studio e per la noia che mi provoca in genere un film in costume. Da quel momento mi ero sempre ripromesso di rivederlo o ancor meglio di leggere il libro ed ecco che ci sono riuscito.
Il romanzo di Dacia Maraini, forse il piu' famoso e il meglio riuscito, è un succulento ed odoroso approdo nel settecento siciliano alla corte della duchessa “mutola” Marianna della nobile e prestigiosa famiglia degli Ucrìa. Leggendolo occupiamo con la fantasia le stanze dei ricchi e nulla(o poco)facenti signorotti aristocratici del Regno di Sicilia, e da queste altezze tendiamo lo sguardo alla classe servile che ne permette, a costo di duro lavoro, l’agio ed il lusso. Ma il libro è anche una attenta e minuziosa analisi della condizione femminile, Dacia Maraini scrive "da femmina" un libro "per femmine" descrivendo la storia di "una femmina" colta, coraggiosa e appassionata alle prese con la cultura maschilista imperante. Carico di sfumature, scritto con molta cura dei dettagli, a tratti può risultare noioso ad un "maschio" come me, ma solo a tratti. Buona lettura.
Wil
13.1.06
Mostra consigliata
Pasolini al museo di Roma in Trastevere
Fino al 22 gennaio, spero sia prolungata, c'è una bella mostra dedicata a Pasolini e alla Roma che lo ha ospitato. Affascinanti fotografie in bianco e nero, filmati delle Teche Rai e testi autografi del poeta scomparso. Le immagini tratte dai set dei suoi film, dai suoi viaggi, dagli incontri con gli amici intellettuali Moravia, Maraini, Laura Betti, Ungaretti, Fabio Mauri e soprattutto foto proletarie, di borgate, di donne e uomini dei quartieri periferici di Roma degli anni '60 e '70.
Ci sono andato domenica scorsa e c'erano tantissime persone, ciò mi ha fatto molto piacere. Ve lo consiglio per il fine settimana: costa 6 euro e vi fate una pure bella passeggiate a Trastevere!
Wil
Fino al 22 gennaio, spero sia prolungata, c'è una bella mostra dedicata a Pasolini e alla Roma che lo ha ospitato. Affascinanti fotografie in bianco e nero, filmati delle Teche Rai e testi autografi del poeta scomparso. Le immagini tratte dai set dei suoi film, dai suoi viaggi, dagli incontri con gli amici intellettuali Moravia, Maraini, Laura Betti, Ungaretti, Fabio Mauri e soprattutto foto proletarie, di borgate, di donne e uomini dei quartieri periferici di Roma degli anni '60 e '70.
Ci sono andato domenica scorsa e c'erano tantissime persone, ciò mi ha fatto molto piacere. Ve lo consiglio per il fine settimana: costa 6 euro e vi fate una pure bella passeggiate a Trastevere!
Wil
12.1.06
Il passato che non ti aspetti...
History of Violence di David Cronenberg
Inizia il film ed è già finito, non ci si accorge quasi del tempo trascorso, tanto si è presi da questa storia che ci coinvolge profondamente a livello emotivo e che sembra lasciarci qualche ematoma sul nostro corpo tale è la cruenza delle immagini. Il titolo stesso ci avverte, una storia violenta, ed il film sicuramente non si risparmia in quanto a cazzotti, pistolettate in faccia, brandelli di carne, sangue e odio come succede in molti thriller americani. E come nei vecchi western americani c'è l'eroe che difende l'amata famiglia dai cattivi, dal male che è presente in ogni angolo degli Stati Uniti d'America anche in un paesino tranquillo tra vacche e cavalli. Il male però è soprattutto dentro di noi, nasce dal nostro vissuto ed ogni tentativo di emendarlo non è sufficiente. Questi ingredienti di per sè non giustificano il valore del film, che sta nella crudezza e pulizia delle immagini, nella bravura dei protagonisti, Viggo Mortensen e Maria Bello, grandissimi nelle scene di sesso, che è messa spesso a braccetto con la violenza perchè la pulsione scatenante è simile, nei tempi del montaggio e nell'essenzialità delle scene, nessuna fine a se stessa, inserite in una perfetta costruzione , senza cedimenti e senza compiacimenti.
Per finire, il film piacerà molto anche ad un mio vecchio amico che diceva "la bellezza del film è data dal numero dei morti ammazzati" oppure ne citava le quattro componenti necessarie "Sesso, violenza, azione, ironia".
Wil
9.1.06
In giro tra Marche e Abruzzo
In questi giorni di vacanza, ho avuto modo di fare piccoli viaggi dalle mie parti avendo come base Garrufo, il mio spettacolare paese e ,siccome si trova a due passi dalla regione Marche, ho piu' volte varcato i confini. Iniziamo da Ascoli Piceno, città che conosco bene, ma che questa volta ho visitato con la guida rossa del Touring Club scoprendo una serie di chiese romaniche e di torri medievali a cui non avevo mai fatto troppo caso o addirittura non avevo mai visto. Comodissimo come punto di partenza il parcheggio Torricella a ridosso del torrente Castellano che lambisce la città a sud-ovest, ed anche economico: 1 euro per 4 ore di sosta; da qui in cinque minuti siamo già tra piazza Arringo e Piazza del Popolo (quest'ultima a detta di alcuni la piu' bella piazza d'Italia) i due salotti cittadini, stupendi palcoscenici medieval-rinascimentali. Ma come dicevo prima ho scoperto stavolta diverse chiese romaniche, ad Ascoli ce ne sono sedici, di notevole valore, tra le altre segnalo S.Venanzio e Anastasio, dalla particolarissima facciata e Santa Maria inter Vineas. Per finire va fatta una passeggiatina alla scoperta delle molte torri gentilizie che restano al di qua di porta Solestà, pare che anticamente ce ne fossere piu' di cento, prima che Federico II nel 1242 ne facesse distruggere, come dice la tradizione, novantuno. Non poteva mancare una capatina al Bazar dell'Assassino, negozione dai prezzi imbattibili :-) Ascoli è proprio bella.
Altro giorno, altra visita, questa volta in Abruzzo a Civitella del Tronto bel paesino del Teramano che conserva i resti dell'ultima fortezza borbonica strappata all'assalto dell'esercito regio. Con una nebbia incredibile il paesaggio che (non) si vede dall'alto della costruzione militare è quanto mai affascinante così come la visita negli antichi alloggi militari e al museo della fortezza dove trovano posto antiche uniformi ed armi del regno delle due Sicilie. E' bello anche salire e scendere per le antiche e piccole stradine del paese, ce n'è una che dicono la piu' stretta d'Italia.
L'ultimo viaggetto, tornando nelle Marche, questa volta a Fermo , città storicamente nemica di Ascoli. Non ci ero mai stato e ne avevo sempre sentito parlare, davvero molto ben architettata a livello urbanistico addossata ad un colle che guarda il mare. Dominata dall'alta acropoli del Girfalco dal duomo che seppure rifatto quasi completamente nell'ottocento conserva resti delle antiche fabbriche, dal periodo paleocristiano a quello gotico. Non può mancare una visita a Piazza del Popolo, centro della cittadina, e l'ingresso nel museo civico: peccato che l'opera piu' importante,la Natività di Rubens, era in giro per mostre, ma ci si può rifare gli occhi con qualche pittore marchigiano del '500 e un bell'arazzo fiammingo. Molto interessante è stata poi la visita alle antiche cisterne romane, spazi enormi, progettati con grande ingegno architettonico ed idraulico quasi duemila anni fa.
Non si finisce mai di sorprendersi per le bellezze che ci circondano! A presto. Wil
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