Pastorale americana di P.Roth
Piano piano anche io inizio a fare qualche incursione nella letteratura contemporanea, e questa volta in quella americana che è molto celebrata e presenta alcuni scrittori, così dicono, di alto livello : Roth, De Lillo, Lethem, Dos Passos, Bellow eccetera eccetera. E allora al mio passo di lettura, sempre troppo lento, sia benedetta la pigrizia, ho completato "Pastorale americana" di Philip Roth che mi era sembrato dalle cronache il piu' rappresentativo, l'opera di maggior pregio letterario e lo scrittore piu' bravo. A fine lettura non posso che confermare tutto quanto. Libro avvincente, duro, emozionante, straziante, sconvolgente, trascinante, edificante. L'abile introduzione dotata di una azzeccata architettura ti fa percorrerere, in terza persona le vicende del protagonista , solo dopo aver indossato i panni dello scrittore che, in prima persona, scavalcando dubbi e perplessità, ha la forte l'ambizione di scoprire cosa c'è dietro la magnificenza dello "Svedese". E il re si ritrova "nudo". Lo sportivo invincibile, il sogno di tutte le ragazze, e poi il produttore dei guanti migliori d'America, la persona sempre lucida e razionale e al tempo stesso generosa e disponibile crolla su se stessa come le torri gemelle. E con lui il sogno americano, la famiglia felice che lavora e produce; tutto è infranto dalla "bomba", dal pugno in faccia dato dalla generazione della guerra del Vietnam. L'ipocrisia e le menzogne nascoste nel grande idillio di perfezione del cittadino americano medio vengono svelate e messe a nudo. La storia è quella di Seymour Levov, di famiglia ebrea, bello, ricco e buono, con una bellissima moglie di famiglia cattolica, la cui vita viene sconvolta dalla figlia bruttina e balbuziente che cova la rivoluzione contro le sue origini fino a mettere una bomba ed uccidere un innocente medico in un ufficio postale, un pò come il bombarolo di De Andrè. Le riflessioni che ne possono scaturire sono moltissime e non ho voglia di affrontarle qui, però davvero si è scritto parecchio su questo romanzo cogliendone aspetti anche volte contrastanti. Una piccola riflessione mia invece è che Roth, come spesso accade, pur da laico è pregno della cultura, l'alta cultura ebraica ed il romanzo ne è ovviamente accresciuto. Tra l'altro ho ritrovato molti aspetti nel libro di Piperno, che avevo letto prima, anch'esso di cultura ebraica. Se si contano gli scrittori o artisti di alto livello e si segnano quelli di origine ebraica si scoprirà che ce ne sono davvero parecchi. Complimenti!! Wil
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