4.4.10

Commedia light in una Milano iperreale

Happy Family di Salvatores al centro commerciale

I multisala, di quelli grandi, inseriti nei centri commerciali, in generale, non mi piacciono. Però ti capita di essere in un posto in cui non sai che fare e pensi "si potrebbe andare al cinema", non sai che film vedere e pensi "andiamo in un multisala che magari un film buono c'è" e allora ci vai. E succede che a volte un film buono, che inizi poco dopo il momento in cui sei arrivato, ci sia. Il trailer di "Happy Family" non mi convince, poi, con quel Fabio De Luigi, che, forse perchè bazzica canale5, non mi sta simpaticissimo, chissà se vale la pena. A quest'ora però non vorrei vedere uno di quei film in 3D per adolescenti, e poi Salvatores non è un regista qualsiasi, proviamo. Già dai primi fotogrammi strizzo gli occhi ed individuo che almeno non è la solita commedia. Colori vivi, personaggi bizarri, una Milano tutta loft e design ma senza traffico. Divertente davvero, commedia leggera e breve, e sono due punti di merito. Ma la leggerezza è solo stilistica. La superficie allegra e caciarona nasconde delle riflessioni importanti anche filosofiche sul senso della vita e sulla morte. La coppia Bentivoglio-Abatantuono è memorabile in questo senso. Ma anche gli altri attori hanno dei bei personaggi cuciti addosso, e dovendomi ricredere, Fabio De Luigi non è niente male nel ruolo di protagonista-autore. Poi ci sono sketch esilaranti quali quello della massaggiatrice cinese o la vecchietta cuoca. Noi che abbiamo visto e apprezzato e riso con i Tennenbaud riscontriamo molte affinità e richiami al bel film di Wes Anderson. E questo non è un elemento di critica, ma di piacevole accostamento. Abbiamo risolto la serata di Pasqua senza sbagliare film e senza trovare la sala affollata. Bene

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