Vincere di Marco Bellocchio
Non finiremo mai di riflettere sul fascismo nè di studiare questo "a"tipico fenomeno storico-culturale. Non la smetteremo neanche in questi tempi in cui alcuni meccanismi di arroganza e prevaricazione prendono il sopravvento. Ciò che appare interessante capire è come possa germogliare questo fiore del male, se sia mai possibile rivivere tale situazione in futuro. Anche uno dei nostri registi preferiti ha voluto indagare su ciò, mostrandoci il giovane Mussolini. Ovviamente un artista, non uno storico, tende a dare un contributo estetico e melodrammatico alla scatola dei fatti. Lo spunto è l'amore impetuoso e passionale tra il Ducetto ed Ida Dalser. Quest'ultima è la vera protagonista, la classica eroina tragica, sedotta e abbandonata, dimenticata dal grande condottiero (per modo di dire) che le preferisce un tranquillo matrimonio di facciata. Il primo tempo è molto spassoso e scoppiettante, ritmo incalzante, filmati d'epoca, montaggio futurista. Fantastica la fotografia di Daniele Ciprì che davvero impacchetta la pellicola in un guscio che sembra provenire direttamente dall'istituto Luce. Come dicevo alcuni scampoli sono presi da animazioni originali provenienti dai famosi balconi, dalle famose piazze ove folle immani si riunivano al grido di "Italiani!". Il secondo tempo è piu' tranquillo, meno compulsivo, c'è la storia della relegazione in manicomio della Dalser e della separazione forzata del figlio della coppia, Benito Albino, in riformatorio, e della cancellazione da parte del regime delle loro esistenze. I due attori molto bravi, Timi e la Mezzogiorno, molto presenti fisicamente, soprattutto nella prima parte con scene di sesso rantolanti, un tantino esagerate a dir la verità. Non credo ricordino il pur "prestante" duce e la pur "avvenente" Dalser, ma ai fini della struttura drammaturgica dell'opera ci sta. Tornando alla vicenda storica, interessante è la parte iniziale con l'ascesa al potere del giovane socialista antimonarchico e anticlericale che quasi quasi dice cose sagge. Purtroppo di lì a breve la brama di potere e l'uso indiscriminato della violenza segnerà per sempre l'uomo piu' nefasto della nostra recente storia (o almeno se la gioca col capo attuale). Ci sarebbero tanti spunti da prendere, tante possibili considerazioni da fare, ma soprattutto si può dire che è un film da vedere. E con Bellocchio alla regia c'era da aspettarselo.
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