Domenica dal presidente
Domenica mattina, mi porto dietro una mezza idea, visto che non è tanto tardi, di andare al Quirinale, so che c'è un concerto e si può visitare il palazzo. Penso, se c'è fila, e spesso ce n'è, si cambierà programma . Non ero mai riuscito ad entrare nei miei pochi tentativi precedenti. Questa è la domenica giusta. Non c'è nessuno in fila, che strano, entriamo tranquillamente, qualche guardia ci da semplicemente una squadrata e ci lascia passare. Il cortile di ingresso è un bel posto sì, ma ben piu' importante è il significato simbolico: quante macchine di presidenti del consiglio abbiamo visto entrare nei servizi dei telegiornali, senza che nessuno ci abbia mai mostrato cosa ci fosse oltre quella soglia. Comunque la nostra prima intenzione stamane è di vedere il concerto di Ludovico Einaudi, un grande pianista, mimalista alla Nyman, le cui composizioni sono molto utilizzate in pubblicità o nei documenti televisivi. Purtroppo i biglietti per l'ingresso alla cappella paolina, quelli sì, son finiti, ci dicono nella prima fastosa stanza, ma restano quelli di ingresso semplice al palazzo. Così iniziamo a visitare il doratissomo e decoratissimo piano nobile. Arazzi, specchi, affreschi, lampadari, scrigni, marmi : di gran lusso ogni stanza, il gusto si riferisce a varie epoche visto che la storia del palazzo parte dal '500, dal periodo pontificio a quello napoleonico fino a quello sabaudo. Notevole una scalinata che scorgo quasi per caso, visto che non possiamo salire sopra, al torrino, assomiglia a quella di palazzo Barberini e si tratta della cinquecentesca scala del Mascarino, fornita di bellissime colonne binate. Proseguendo incrociamo la mostra dedicata all'Einaudi, primo presidente eletto della Repubblica e nonno del pianista. Un video che illustra la vita di quest'uomo, già presidente della banca d'Italia, ci fa riflettere sul suo profilo politico, culturale ed umano che farebbe comodo ai nostri tempi, regno incontrastato di ciarlatani e buffoni. Altra epoca, altra gente, altre condizioni, ma nelle foto scorgo un Andreotti d'annata, unico elemento di continuità col passato. Proseguiamo ed arriviamo al salone bellissimo e famosissimo dei corazzieri, bestioni alti due metri che difendono la massima istituzione repubblicana. Da qui si accede alla cappella paolina, dove si tengono i concerti, piena come un uovo, dalla quale fuoriescono diverse persone in tacito ascolto delle note di Le onde del maestro Ludovico. Ci fermiamo anche noi e riuscendo ad ascoltare le ultime due esecuzioni piu' il bis. Niente male per una domenica mattina senza pretese
1 commento:
complimenti per la descrizione, sei sempre interessante, bravo!
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