Aggiungo, ai vari che sono in giro da qualche giorno, un ipocrita e banale augurio di Natale e a seguire una luminosa poesia delle feste.
Paul Eluard
La curva dei tuoi occhi fa il giro
del mio cuore,
girotondo di danza e dolcezza,
aureola del tempo, culla notturna e sicura,
i tuoi occhi non m’han sempre veduto
io non so tutto quello che ho vissuto.
Foglie di luce e schiuma di rugiada,
canne del vento, sorrisi odorati,
ali che rischiarano il mondo,
navi di cielo cariche e di mare,
sorgenti dei colori, a caccia di ogni suono.
Profumi schiusi da una covata d’aurore
che giace ancora sulla paglia degli astri,
come il giorno deriva da innocenza
intero il mondo dai tuoi occhi puri
e il mio sangue fluisce in quegli sguardi.
24.12.05
16.12.05
Randagi metropolitani
L'enfant dei fratelli Dardenne
I fratelli Dardenne non sbagliano un film e ancora una volta col loro stile minimalista e antisensazionale ci proiettano tra le periferie di una piccola cittadina a condividere gioie e dolori di persone emarginate. I protagonisti di questa nuova vicenda sono due giovani, Bruno piccolo ed incosciente furfantello, che vive in dimore occasionali e la sua ragazza innamoratissima Sonia che ha appena avuto un figlio da lui. Bruno ama il guadagno facile e odia il lavoro, a tal punto che vende il bimbo ad una banda di trafficanti ottenendone cinquemila euro. Inizia qui la parabola, fatta di sofferenza e solitudine che termina con il recupero di dignità nel finale tra le sbarre di una prigione. Film minimo perchè si occupa di persone ai margini della società, perchè non usa effetti speciali e nemmeno gli effetti edulcoranti di una colonna sonora, ma film meraviglioso nella sua eleganza, sobrietà e asciuttezza. Il ritmo nervoso conferito dall’uso della macchina a mano e la sintesi drammatica data soltanto da parole e gesti essenziali permette allo spettatore di alzarsi dalla poltrona e credere di essere stato Bruno o Sonia o di averli conosciuti da vicino e di avere vissuto parecchie emozioni coinvolti dalle loro realistiche vicissitudini. Onestissimo.
Wil
12.12.05
Viaggio nel ducato di Spoleto
Il fine settimana scorso l'ho passato facendo il turista nella zona sud-orientale dell'Umbria visitando le città di Terni e Spoleto. La gita era orientata a Spoleto, Terni è stata solo una tappa di passaggio, ma sono contento di esserci stato perchè non è poi così brutta come qualcuno me l'aveva descritta. Bombardata ed ampiamente distrutta durante la seconda guerra mondiale, importante città industriale soprattutto nel passato, Terni ha un centro a misura d'uomo di gradevole passeggio. Tra le poche strutture antiche meritano uno sguardo attento Palazzo Spada in Piazza Europa, l'incantevole e minuscola chiesa di San Salvatore di grande suggestione mistica e quella gotica di San Francesco con l'interessante Cappella Paradisi, decorata da affreschi con scene dantesche di Bartolomeo di Tommaso. Invece Spoleto che mi avevano dipinto come un piccolo gioiello mi ha un pochino deluso, funziona sempre così con le leggi dell'aspettativa. Certamente non si può dire che non sia una deliziosa cittadina, ma in questo periodo il centro storico è tempestato di cantieri e di macchine e questo incide un po' sul piacere della visita. Questa è la mia piccola critica, ma aspettiamo la fine dei lavori, fra un anno o due per valutare meglio. Di bellezze ce ne sono tante, a partire da quella paesaggistica, visto che Spoleto è situata su un colle alle falde del verdissimo Monteluco presso le rive del pittoresco torrente Tessino, se ne gode una visione meravigliosa attraversando a piedi il ponte-acquedotto delle Torri lungo duecento metri e alto ottanta. Le bellezze monumentali sono celebrate, in primis, dalla scalinata di via Arringo che porta alla bellissima facciata del Duomo, peccato che non accendano la luce per vedere gli affreschi del Pinturicchio, altra delusione!!! Invece una piacevole scoperta è stata la casa romana datata secondo secolo, ottimamente restaurata dal pavimento a mosaico bianco e nero. Abbiamo visitato anche alcuni musei, la Pinacoteca Comunale, c'è un Guercino e un bel dipinto di suo fratello, il Museo Diocesano, ci sono Filippo Lippi e Beccafumi, e la Galleria d'Arte Moderna, c'è un sacco di roba ma non ho avuto molto fegato per approfondirne la visione. Per finire con i monumenti voglio citare quattro chiese imperdibili, a partire dalla cripta di Sant'Isacco sotto Sant'Ansano, poi Sant'Eufemia, romanica con influenze lombarde, che si visita dal museo Diocesano e poi in periferia San Pietro, anch'essa romanica con un ornatissima e scolpitissima facciata e infine San Salvatore, rarissima testimonianza di chiesa paleocristiana umbra. Non dimentico il cibo, strangozzi al tartufo, carne alla brace e sagrantino di montefalco per riscaldarsi visto il freddo pungente che ci ha fatto compagnia.
Buon viaggio anche a voi.
Wil
7.12.05
Una poesia per il ponte
Susanna Rafart
Essere giusto è da uomini giusti
per gli altri la giustizia
è uno spazio franco.
Con una lama
radi il punto di luce
con cui ci commuove la vita,
si rimpiccioliscano ancora le ore.
Concediti infine il passaggio profondo
del fiume
e impara a saziarti in un brivido.
Essere giusto è da uomini giusti
per gli altri la giustizia
è uno spazio franco.
Con una lama
radi il punto di luce
con cui ci commuove la vita,
si rimpiccioliscano ancora le ore.
Concediti infine il passaggio profondo
del fiume
e impara a saziarti in un brivido.
6.12.05
Il sole di Sokurov
Film da cinefili, film da appassionati cronici della pellicola, per divoratori di mattoni russi, per quelli con lo stomaco rinforzato, per esteti puri.
Film bellissimo e allo stesso tempo da sconsigliare, ho visto almeno tre persone, delle pochissime presenti, fuggire dalla sala.
Sokurov è di un altro pianeta, non lo andate a vedere se volete una storia con una trama, un inizio ed una fine, qualche risata ogni tanto, o se amate le luci forti e i colori sgargianti. Sokurov è specializzato nel trasportare lo spettatore dentro l'uomo, dentro il personaggio che analizza e non si adopera per addolcire il compito nell'inventarci sopra storie accattivanti o immagini gradevoli allo spettatore medio. Il lavoro del regista russo è puramente spirituale, e spirituale è la rappresentazione di Hiro Hito, il mitico imperatore giapponese così divino per il suo popolo così umano per lo spettatore. L'imperatore ci viene mostrato sofferente, tra i dubbi e i drammi della sua vita di potente, alle prese con le decisioni importanti che comportano una guerra così devastante per il suo popolo ma anche nei momenti dedicati ai suoi colti interessi quali lo studio del granchio asiatico o la scrittura di poesie haiku e nei suoi rapporti umani con gli altri : la servitu' servizievole al seguito, il generale americano vincitore, la moglie fedele.
Supportato dalla splendida fotografia del regista e stupendamente interpretato da Issey Ogata, "Il sole" va gustato e meditato come qualcosa di prezioso e delicato.
Wil
Broken flowers
Le avventure di un "Don Giovanni" cinquantenne alle prese con le sue timide riflessioni sull'esistenza sono lo stratagemma usato da Jim Jarmush per calarci in uno spaccato di società americana tra gli splendidi paesaggi extracittadini degli Stati Uniti.
Bill Murray è l'attore piu' adatto a vestire i panni di un'uomo pigro e sornione impegnato a dare un senso alle sue storie d'amore, alla sua vita, dopo aver ricevuto una lettera rosa non firmata in cui una sua ex gli testimonia di avere allevato fino alla maggiore età un figlio avuto da lui. Un film che potrebbe sembrare minimalista, e lo è nel suo non essere scoppiettante, nel suo scorrere lento, trascinato da un ritmo ben rappresentato dal morbido divano sul quale il protagonista ama adagiarsi, ma che intelligentemente, utilizzando una trama banale, pone importanti domande che lasciano ampie riflessioni allo spettatore.
Nelle note di regia Jarmush, vincitore del Gran Premio della Giuria all’ultimo Festival di Cannes, dice: "Credo che Broken flowers parli in un certo modo del desiderio, del quale però ignoro l’origine, il desiderio di qualcosa che ci manca”.
C'è da dire infine che i trailer lo presentano male, non è assolutamente un film da scoppiare dal ridere, l'humor c'è ma è sommesso, pacato, sofisticato.
Ottimo tutto il cast di attori che comprende anche, tra le ex fidanzate, Sharon Stone e Jessica Lange, e musica, come sempre, di alto livello.
Wil
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