Festa SEL con dibattito sulla mafia
D'estate si sa ci sono sagre, feste paesane, feste patronali, religiose, e di partito. In ogni caso si mangia, si beve, si ascolta musica, si balla e, se proprio si vuole, si partecipa a messe o dibattiti. Abbiamo scoperto nella tranquilla e vicina Villa Gordiani, che amo già perchè rientra in uno dei miei percorsi podistici, la festa locale di Sinistra e Libertà. In una calda serata estiva di luglio, in un parco del genere si sta bene e si gode di una certa arietta fresca ed inoltre i volontari del partito, come le vecchie feste dell'unità hanno insegnato, preparano carne alla brace ed altre specialità culinarie che insieme alla visita degli stand ti fanno passare una serata alternativa. Dal depliant informativo scopriamo un evento interessante a breve con Nichi Vendola, il procuratore Caselli e Francesco Forgione, ovviamente si parla di mafia. Torniamo dunque la settimana successiva, ma stavolta le persone sono tante, c'è una ressa incredibile per mangiare e non si trovano tavoli. La festa non è calibrata per un evento di così importante spessore, ma ci si adatta. C'è uno spiegamento di forze di polizia attorno al procuratore, che lo guarda e lo protegge : certo che vivere così tutti i giorni non ti permette di dimenticare qual'è la tua professione ; in questo caso non è piu' solo una professione ma è la vita completa. I tre mangiano in un tavolo vicino al nostro e li osserviamo in gesti comuni quali tagliare una bistecca o inforcare un piatto di pasta. A noi il pasto arriva molto piu' tardi, i "camerieri" perdono la bussola. Ma non importa, veniamo al dibattito che è molto appassionante poichè dai conferenzieri fuoriesce passione e sentimento, è facile esserne coinvolti. L'argomento è la criminalità organizzata ed il suo rapporto con lo stato che già di per sè è intrigante. E i nostri non si risparmiano. Si parla di Andreotti, di decreto di legge sulle intercettazioni, di “verità condivise” sulle stragi, dello stato attuale della Magistratura. Caselli spiega perché la giustizia è lenta ; sono stati ridotti del trenta per cento i cancellieri, molti processi sono rinviati per cavilli allucinanti, ne racconta alcuni molto esemplificativi, che rendono facile rimandare ad oltranza il processo. Ironizza sul fatto che questa condizione della giustizia sia voluta per interessi di politici o uomini di potere. Conclude "La mafia non è ancora altro da noi” Un discorso di grande fascino ma che rivela la grande fragilità dei magistrati in questa che sembra una lotta contro i mulini a vento. Vendola parla di militanza del politico contro la mafia, racconta la sua esperienza tra le strade e i paesi della Sicilia, l'amicizia con Forgione e con Caselli e ricorda uomini come Peppino Impastato, parla invece della Moratti che "si è stupita quando ha scoperto che la ‘Ndragheta era ormai radicata nella sua città!”. Ribadisce che la mafia è anzitutto una cultura e via dicendo. Discorsi che in televisione abbiamo sentito molte volte e con i quali ci siamo sentiti d'accordo, ma che qui in questa sera d'estate riprendono vigore e danno forza. Sognare si può
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