Manifestazione piazza del popolo contro corteo di San Giovanni
La primavera è una stagione che si presta per le manifestazioni di tipo politico in senso lato, ma non è che che si va a certi eventi solo per farsi una passeggiata. Ci sono delle parole da ascoltare e alle quali aderire o, al contrario, si cercano volti che ascoltino i nostri desideri piu' profondi e li decantino da un palco. Ci sono le manifestazioni piacevoli a cui si va volentieri, e quelle che si guarda da fuori per lo sconcerto che ci destano. Ho visto vecchietti improbabili che sembravano uscire da gite di paese e che invece andavano a San Giovanni avvolti da bandiere e slogan idioti tipo "L'amore vince sempre sull'odio". Ne ho visti altri con lo sguardo fiero, con rabbia lucida invocare, a Piazza del popolo, democrazia e diritti civili per tutti. Ho visto (in tv e solo un pò) un palco pacchiano e deficiente, e ne ho visto un altro (dal vivo) dal quale sono uscite parole importanti, pregne di significato, umane, forse un pò retoriche, e molta buona musica. La manifestazione di Piazza del Popolo, una di quelle, ne ricordo molte ormai, organizzate per sancire il diritto alla uguaglianza, alla salvaguardia della Costituzione, una delle tante contro qualche trucchetto dei governanti, in questo caso la legge elettorale cambiata in corso d'opera. Ho visto interventi di politici e persone come si dice "della società civile" di grande impatto, ma il coinvolgimento e la passione smodata è giunta con il discorso di Nichi Vendola. Chiamato per nome "Nichi" da tutti, è ormai un idolo delle folle e rappresenta una luce, una speranza nell'ambito della nebulosa del centro sinistra. Con i suoi discorsi filosofici, solidaristici, laici è travolgente. Tutti vogliono essere pugliesi per poterlo votare alla regione. La politica deve essere questo : la direzione, il sogno comune, l'obiettivo di una comunità. La musica aiuta a coinvolgere e a far sognare ed in questa occasione gli ospiti sonori sono tutti azzeccati. E segnaliamo un duo, che produce suoni che sembrano uscire da un gruppo rock con quattro chitarre due batterie e almento un basso, invece sono solo i due "Bud Spencer blues explotions". Questi fanno un blues rock molto chitarroso alla "Jimi Hendrix" o "Explosions in the sky" , che non è il mio genere, ma ascoltarlo in piazza è straripante e penetrante. Davvero bravi. E poi c'è Simone Cristicchi, che non se ne parla mai bene a sufficienza, testi e musica ben illuminati, anche lui dal vivo non manca mai di farci fare quattro salti. Tutto bene, ma è solo una manifestazione, non serve a molto, ma neanche a niente.
Bud Spencer blues explotions Cristicchi
15.3.10
8.3.10
Ara musicae et politicae et pacis
De Andrè all'ara pacis e piccola manifestazione
Quale occasione migliore per visitare l'ara pacis che una mostra dedicata all'indimenticabile cantautore genovese! Era un pò che volevo entrare nella ormai nota teca di Meyer per vedere (forse rivedere, ho un flebile ricordo di scuola) quello che c'è sotto. E sotto c'è l'Ara Pacis, la grande costruzione marmorea, un altare pagano che celebra Augusto e la Pace, ottenuta dal primo imperatore romano dopo una campagna in Spagna e Gallia. La teca, così contestata, in realtà fornisce una gran quantità di luce al monumento, esaltandone i bassorilievi scolpiti ai quattro lati. Le didascalie fornite aiutano, ma non bisogna disdegnare una preventiva studiatina su wikipedia (dieci minuti bastano) per avere una degna introduzione all'opera. Il museo dell'ara pacis oltre ad ospitare l'altare antico è un centro espositivo di richiamo internazionale, con mostre tra le piu' apprezzate e pubblicizzate. Una bella scelta culturale ma anche di marketing. Si unisce qualcosa di antico da preservare, ma che da solo non avrebbe così tanto richiamo, con mostre accattivanti e si giustifica la spesa effettuata per il restauro. Veniamo all'istallazione che abbiamo visitato : molto suggestiva, piena di video e canzoni tratte dalla vita e dalle opere di Fabrizio De Andrè. Per gli appassionati molte delle immagini e dei suoni che colgono gli occhi e le orecchie sono viste e riviste, ascoltate e riascoltate, ma l'emozione ti bracca ugualmente. Non ci si sazia della bellezza. Ma dopo due ore e passa non ci si sazia neanche di aria. E così usciamo per una piacevole pausa ristoratrice. Già che siamo da queste parti proviamo a raggiungere Piazza Navona, ormai piazza delle contestazioni, per aderire, almeno emotivamente, ad una manifestazione a salvaguardia della costituzione, in occasione del decreto salvaliste. Questi ragazzi, non solo ragazzi, sono da elogiare, perchè, seppure queste iniziative non ottengono molti risultati, tengono alta l'attenzione sul rispetto dei diritti basilare del vivere civile. Comunque ciò che mi ha piu' colpito è la presenza e la partecipazione di anziani, che immagino si trovino un pochino sconcertati vedendo che le loro battaglie, le loro sofferenze, per traghettare questo paese verso la civiltà, stanno per essere vilipese. Uno o due discorsi dal palco di persone poco note, ma di una lucidità e di una precisione incredibile : il secondo è un magistrato anziano che si vede che ha fatto gli studi classici di una volta. I processi di formazione moderni non sono piu' selettivi come un tempo.... Per fortuna che qualcuno ancora si salva e si impegna per un mondo piu' equo e piu' "alto".
Quale occasione migliore per visitare l'ara pacis che una mostra dedicata all'indimenticabile cantautore genovese! Era un pò che volevo entrare nella ormai nota teca di Meyer per vedere (forse rivedere, ho un flebile ricordo di scuola) quello che c'è sotto. E sotto c'è l'Ara Pacis, la grande costruzione marmorea, un altare pagano che celebra Augusto e la Pace, ottenuta dal primo imperatore romano dopo una campagna in Spagna e Gallia. La teca, così contestata, in realtà fornisce una gran quantità di luce al monumento, esaltandone i bassorilievi scolpiti ai quattro lati. Le didascalie fornite aiutano, ma non bisogna disdegnare una preventiva studiatina su wikipedia (dieci minuti bastano) per avere una degna introduzione all'opera. Il museo dell'ara pacis oltre ad ospitare l'altare antico è un centro espositivo di richiamo internazionale, con mostre tra le piu' apprezzate e pubblicizzate. Una bella scelta culturale ma anche di marketing. Si unisce qualcosa di antico da preservare, ma che da solo non avrebbe così tanto richiamo, con mostre accattivanti e si giustifica la spesa effettuata per il restauro. Veniamo all'istallazione che abbiamo visitato : molto suggestiva, piena di video e canzoni tratte dalla vita e dalle opere di Fabrizio De Andrè. Per gli appassionati molte delle immagini e dei suoni che colgono gli occhi e le orecchie sono viste e riviste, ascoltate e riascoltate, ma l'emozione ti bracca ugualmente. Non ci si sazia della bellezza. Ma dopo due ore e passa non ci si sazia neanche di aria. E così usciamo per una piacevole pausa ristoratrice. Già che siamo da queste parti proviamo a raggiungere Piazza Navona, ormai piazza delle contestazioni, per aderire, almeno emotivamente, ad una manifestazione a salvaguardia della costituzione, in occasione del decreto salvaliste. Questi ragazzi, non solo ragazzi, sono da elogiare, perchè, seppure queste iniziative non ottengono molti risultati, tengono alta l'attenzione sul rispetto dei diritti basilare del vivere civile. Comunque ciò che mi ha piu' colpito è la presenza e la partecipazione di anziani, che immagino si trovino un pochino sconcertati vedendo che le loro battaglie, le loro sofferenze, per traghettare questo paese verso la civiltà, stanno per essere vilipese. Uno o due discorsi dal palco di persone poco note, ma di una lucidità e di una precisione incredibile : il secondo è un magistrato anziano che si vede che ha fatto gli studi classici di una volta. I processi di formazione moderni non sono piu' selettivi come un tempo.... Per fortuna che qualcuno ancora si salva e si impegna per un mondo piu' equo e piu' "alto".
1.3.10
Adolescenti, che palle!
Genitori e figli - agitare prima dell'uso di Veronesi
Un filmetto che in altri tempi non avrei nemmeno considerato, oggi assurge al rango di papabile. L'età ci rende meno esigenti o forse piu' tolleranti. In fondo dovrebbe far ridere, c'è la Littizzetto, non ci sono di mezzo i Vanzina, si può fare!
Il cinema brulica di ragazzetti, di qualche genitore e figlio, e di qualche coppietta. Bè allora vediamolo senza puzzetta sotto il naso e senza pretese, con animo aperto. Il film non è brutto, questo è già un inizio. Silvio Orlando, Margherita Buy, Michele Placido ed una grande Piera Degli Esposti, tra i migliori attori italiani, che da soli, come nei vecchi film della commedia all'italiana, reggono la baracca, nonostante la mediocre sceneggiatura. Il film dunque, non è neanche bello, vedibile al massimo, ma niente di che. Alcune scene però fanno ridere, sorridere, fors'anche riflettere. Non mi piacciono invece i commenti e gli schiamazzi del pubblico, come dicevo, ragazzini in popcorn per la maggior parte, non appena si dice una parolaccia "ahahahahahah" tutti a ridere. Qualche parolaccia smuove anche il mio riso, pare che non si riesca a comporre un film divertente senza usarne a iosa. Torniamo agli adolescenti che sono tra i principali destinatari di queste immagini, oltrechè i protagonisti. Anche in "Genitori e figli" essi occupano un ruolo imprescindibile ormai, come nei palinsesti di ogni fiction che si rispetti, dai Cesaroni, a un medico in famiglia. Ci sono il ragazzino e la ragazzina carina che si innamorano, si danno i baci, devono fare sesso e tutte ste minchiate televisive surreali che tengono incollati genitori e figli e non solo. Qualche volta riescono a ricreare una situazione realistica, piacevole, delicata, ma il piu' delle volte sono forzature diseducative e di dubbio gusto oltrechè viste e riviste, trite e ritrite. Quindi, se proprio non possiamo fare a meno di imbatterci in questi prodotti visivi, almeno "agitiamo bene prima dell'uso".
Un filmetto che in altri tempi non avrei nemmeno considerato, oggi assurge al rango di papabile. L'età ci rende meno esigenti o forse piu' tolleranti. In fondo dovrebbe far ridere, c'è la Littizzetto, non ci sono di mezzo i Vanzina, si può fare!
Il cinema brulica di ragazzetti, di qualche genitore e figlio, e di qualche coppietta. Bè allora vediamolo senza puzzetta sotto il naso e senza pretese, con animo aperto. Il film non è brutto, questo è già un inizio. Silvio Orlando, Margherita Buy, Michele Placido ed una grande Piera Degli Esposti, tra i migliori attori italiani, che da soli, come nei vecchi film della commedia all'italiana, reggono la baracca, nonostante la mediocre sceneggiatura. Il film dunque, non è neanche bello, vedibile al massimo, ma niente di che. Alcune scene però fanno ridere, sorridere, fors'anche riflettere. Non mi piacciono invece i commenti e gli schiamazzi del pubblico, come dicevo, ragazzini in popcorn per la maggior parte, non appena si dice una parolaccia "ahahahahahah" tutti a ridere. Qualche parolaccia smuove anche il mio riso, pare che non si riesca a comporre un film divertente senza usarne a iosa. Torniamo agli adolescenti che sono tra i principali destinatari di queste immagini, oltrechè i protagonisti. Anche in "Genitori e figli" essi occupano un ruolo imprescindibile ormai, come nei palinsesti di ogni fiction che si rispetti, dai Cesaroni, a un medico in famiglia. Ci sono il ragazzino e la ragazzina carina che si innamorano, si danno i baci, devono fare sesso e tutte ste minchiate televisive surreali che tengono incollati genitori e figli e non solo. Qualche volta riescono a ricreare una situazione realistica, piacevole, delicata, ma il piu' delle volte sono forzature diseducative e di dubbio gusto oltrechè viste e riviste, trite e ritrite. Quindi, se proprio non possiamo fare a meno di imbatterci in questi prodotti visivi, almeno "agitiamo bene prima dell'uso".
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