Finalmente Saramago, un autore che ho inseguito per molto tempo senza raggiungerlo e che poi ho dimenticato per molti anni. Un giorno però mi sono trovato tra i libri da leggere questo "L'anno della morte di Ricardo Reis" ed è nato un grande amore. Davvero grandioso questo romanzo. Si viaggia in una Lisbona, piovosa, nebulosa, portuale e ti viene voglia lo stesso di andarci. Il dottor Ricardo Reis è un gentiluomo portoghese vissuto per molto tempo in Brasile e tornato in patria dopo la morte del poeta Pessoa. In realtà Ricardo Reis è uno degli alter ego di Pessoa quindi il libro è anche un omaggio allo scrittore, ai suoi versi e al suo Portogallo. Ma è molte altre cose, la storia amorosa passionale e sensuale di un borghese con una cameriera , o la storia d'amore raffinata, epistolare, dello stesso borghese con un'altrettanto borghese ed elegante ragazza. Meravigliosi gli ambienti, sia gli interni, dall'hotel Braganca o l'appartamentino vuoto che il nostro prende in affitto, ma anche le piazze e le vie in salita della capitale lusitana. Ma non solo i luoghi, tanti personaggi che vivono, parlano, partecipano alla rievocazione di questa Lisbona del 1936. Nel realismo di fondo si incastona la trovata poetica dell'incontro con il poeta morto che consiglia, conforta, sparisce e riappare. C'è la storia, la grande storia delle oscure dittature europee, Salazar in Portogallo, Mussolini in Italia, Hitler in Germania e si stanno gettando le basi per quella che sarà la guerra civile spagnola che porterà il "caudillo" al potere. Un mondo variegato in quattrocento pagine. Ma è lo stile raffinato e preciso dello scrittore che riesce a miscelare sapientemente ed in maniera equilibrato tutto questo materiale. Alcune citazioni per rendersi conto :
“…. aveva usato involontariamente parole che potevano anche
aver risvegliato pensieri sarcastici tra i suoi ascoltatori, era impossibile che non
avessero pensato a Lídia quando lui stesso parlava di cure, affetti e attenzioni,
chissà perché le parole si servono tante volte di noi, le vediamo avvicinarsi, minacciare, e non siamo capaci di allontanarle, di tacerle, e così finiamo col dire
quel che non avremmo voluto, è come l?abisso irresistibile, cadremo e andiamo
avanti”
“E lo scuro rumore della pioggia è costante nel mio pensiero, [..] mentre dentro questa stanza, dove appena oscillano, lievemente, i paralumi, un uomo circondato da mobili alti e scuri scrive una lettera, componendo e adattando il suo racconto affinché l'assurdo riesca a parer logico,l'incoerenza linearità perfetta, la debolezza forza, l'umiliazione dignità, il timore ardimento, che tanto vale ciò che siamo stati quanto ciò che desidereremmo essere stati, ah, se ne avessimo avuto il coraggio quando siamo stati chiamati al rendiconto, il saperlo è già metà del cammino, basta che ce ne ricordiamo e non ci vengano meno le forze quando bisognerà percorrere l'altra metà”
“….non ha mai assistito ad un comizio politico. La causa di questa coltivata ignoranza deve essere nelle peculiarità del suo temperamento, nell’educazione che ha ricevuto, nei gusti classici verso cui è incline, in un certo pudore anche, chi conosca un po’ i suoi versi troverà facilmente la strada per una spiegazione”
Una cosa curiosa è che mentre stavo leggendo questo libro su una spiaggia, un signore mi è venuto vicino e mi ha detto "Bello questo, ma devi leggere "Memoriale del convento" che è superiore .. vedremo
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