24.8.09

Lisboa antigua

L'anno della morte di Ricard Reis di Josè Saramago

Finalmente Saramago, un autore che ho inseguito per molto tempo senza raggiungerlo e che poi ho dimenticato per molti anni. Un giorno però mi sono trovato tra i libri da leggere questo "L'anno della morte di Ricardo Reis" ed è nato un grande amore. Davvero grandioso questo romanzo. Si viaggia in una Lisbona, piovosa, nebulosa, portuale e ti viene voglia lo stesso di andarci. Il dottor Ricardo Reis è un gentiluomo portoghese vissuto per molto tempo in Brasile e tornato in patria dopo la morte del poeta Pessoa. In realtà Ricardo Reis è uno degli alter ego di Pessoa quindi il libro è anche un omaggio allo scrittore, ai suoi versi e al suo Portogallo. Ma è molte altre cose, la storia amorosa passionale e sensuale di un borghese con una cameriera , o la storia d'amore raffinata, epistolare, dello stesso borghese con un'altrettanto borghese ed elegante ragazza. Meravigliosi gli ambienti, sia gli interni, dall'hotel Braganca o l'appartamentino vuoto che il nostro prende in affitto, ma anche le piazze e le vie in salita della capitale lusitana. Ma non solo i luoghi, tanti personaggi che vivono, parlano, partecipano alla rievocazione di questa Lisbona del 1936. Nel realismo di fondo si incastona la trovata poetica dell'incontro con il poeta morto che consiglia, conforta, sparisce e riappare. C'è la storia, la grande storia delle oscure dittature europee, Salazar in Portogallo, Mussolini in Italia, Hitler in Germania e si stanno gettando le basi per quella che sarà la guerra civile spagnola che porterà il "caudillo" al potere. Un mondo variegato in quattrocento pagine. Ma è lo stile raffinato e preciso dello scrittore che riesce a miscelare sapientemente ed in maniera equilibrato tutto questo materiale. Alcune citazioni per rendersi conto :
…. aveva usato involontariamente parole che potevano anche
aver risvegliato pensieri sarcastici tra i suoi ascoltatori, era impossibile che non
avessero pensato a Lídia quando lui stesso parlava di cure, affetti e attenzioni,
chissà perché le parole si servono tante volte di noi, le vediamo avvicinarsi, minacciare, e non siamo capaci di allontanarle, di tacerle, e così finiamo col dire
quel che non avremmo voluto, è come l?abisso irresistibile, cadremo e andiamo
avanti

“E lo scuro rumore della pioggia è costante nel mio pensiero, [..] mentre dentro questa stanza, dove appena oscillano, lievemente, i paralumi, un uomo circondato da mobili alti e scuri scrive una lettera, componendo e adattando il suo racconto affinché l'assurdo riesca a parer logico,l'incoerenza linearità perfetta, la debolezza forza, l'umiliazione dignità, il timore ardimento, che tanto vale ciò che siamo stati quanto ciò che desidereremmo essere stati, ah, se ne avessimo avuto il coraggio quando siamo stati chiamati al rendiconto, il saperlo è già metà del cammino, basta che ce ne ricordiamo e non ci vengano meno le forze quando bisognerà percorrere l'altra metà

….non ha mai assistito ad un comizio politico. La causa di questa coltivata ignoranza deve essere nelle peculiarità del suo temperamento, nell’educazione che ha ricevuto, nei gusti classici verso cui è incline, in un certo pudore anche, chi conosca un po’ i suoi versi troverà facilmente la strada per una spiegazione”

Una cosa curiosa è che mentre stavo leggendo questo libro su una spiaggia, un signore mi è venuto vicino e mi ha detto "Bello questo, ma devi leggere "Memoriale del convento" che è superiore .. vedremo

10.8.09

Su e giu' per i monti Lucretili

Ad Orvino, Percile, Licenza e Vicovaro

In un fine settimana di agosto, prima di dedicarci ancora al mare e alla spiaggia si fa una tappa nei dintorni di Roma alla ricerca di luoghi freschi e tranquilli.
Saliamo fino ad Orvinio nel parco dei monti Lucretili. Il percorso è tortuoso e lungo, ci sono molte curve, ma il paesino è accogliente e anche i dintorni non sono male, c'è molto verde. Si può sostare, passeggiare, ristorarsi, rilassarsi. In piu' ci sono alcune chiesette, un castello privato due bar e molti romani, ad agosto non si trova parcheggio neanche da queste parti. Tornando a valle ci fermiamo a Percile, anch'esso paesino arroccato su un colle con case e viuzze. Sotto si incontra un fiumiciattolo con vicino un campo di calcetto. A fianco c'è una antica chiesetta ed un piccolo cimitero degni di nota. Continuando la discesa ci fermiamo presso Licenza dove una bella cascata viene associata all'antica fonte Bandusia di Oraziana e scolastica latinicmemoria.
« O fons Bandusiae, splendidior vitro,
dulci digne mero non sine floribus.....


Bel posto non solo per l'acqua fresca che vi scorre, ma per le more, che con qualche difficoltà ed un pò di punturine di rovo, raccogliamo. Il nostro yogurt casalingo si arricchirà di un dolce sapore. Proseguendo per questa, che è una stradina di campagna molto, ma molto rovinata giungendo ad un paesino da cui non riusciamo ad uscira a causa passaggio della banda. La piccola festa è situata in un posto chiamato Roccagiovine. Comune da duecento abitanti, ci sono condomini piu' grandi, andrebbe accorpato immediatamente a qualche comune limitrofo. Incontriamo un bel castello, marcondirondiondello, una chiesetta chiusa dopo il terremoto, una fontana , due vecchiette, e un gattino piccolo piccolo. Il solito sali e scendi e si riparte. Dopo tanto camminare ci possiamo gustare la magnifica porchetta di Vicovaro, che si vede anche passando dalla Roma-L'Aquila. Molti conoscono il posto e si fermano, magari prendono anche delle "coppiette", ma bisogna essere dei professionisti della masticazione per osare così tanto. Siamo pronti per Vicovaro paese, che non è Vicovaromandela come credevamo da piccoli, Mandela è un altro posto. Di Vicovaro conoscevo il pane, perchè ormai quando vai a comprarlo ti chiedono "Come lo vuoi : Vicovaro, Altamura, Genzano, Lariano ..." . Il pane ha il nome di questi paesi che lo producono e ti ricordi il pane ma dimentichi che dietro c'è un paese. Bè Vicovaro è proprio carino, una piazza scosesa bellissima, con due chiese una di fronte all'altra. Da una parte un magnifico tempietto dedicato a San Giacomo con decorazioni marmoree di un certo livello, e di fronte la "dignitosa" chiesa settecentesca di San Pietro. C'è tanta gente con la pizza bianca in mano, ma per noi è già finita... va bè ce ne andiamo, per oggi ci siamo stancati abbastanza

3.8.09

Vedi la costiera e scopri Salerno

Salerno e costiera amalfitana

Arriva l'estate! Il mare, la sabbia, il cielo azzurro e le vacanze. Una banalità, ma piacevole. Noi, al solito, cerchiamo un abbinamento con un pò di cultura e al limite "avventura", che non fa mai male. E allora, visto che abbiamo una strategia collaudata sulla visita di questo tipo di posti, andiamocene a Salerno e da qui approderemo alla costiera amalfitana. Una città importante funge da base per raggiungere diversi luoghi piu' piccoli o piu' impervi. A Salerno c'è un problema : non si trovano parcheggi, il turista dunque lascia la macchina in un luogo sicuro e procede a piedi. Con i piedi si raggiunge il porto da dove, prendendo un traghetto, si prosegue per le località piu' amene della costiera Amalfitana. Amalfi, prima repubblica marinara, già nel nono secolo, prima tappa del nostro itinerario, meta elegante e antica, nota soprattutto per il suo duomo in stile arabo-siciliano. In realtà si tratta di un complesso molto grande che proviene da varie epoche storiche ed è caratterizzato da vari stili. Il chiostro del paradiso, di gusto arabo-normanno in voga nel mezzogiorno d'Italia nell'anno mille è l'angolo piu' suggestivo. Dalla piazzetta antistante il duomo si percorrono a salire le varie stradine. Tra una granita al limone e l'altra si visitano i negozietti e si gode di un ottimo panorama. Ad un certo punto però ci si getta in mare, perchè in questa vacanza si farà un bagno in ogni località toccata. Utile e dilettevole. C'è tempo per gettare l'ancora su un'altra località Atrani, quattro case, due abitanti, 50 metri da Amalfi, ma un comune a parte. Una bella e tranquilla spiaggetta. Dopodichè ci apprestiamo a scoprire il tormento massimo di cui si può godere qui in costiera : il pullman di linea. Pieno fino all'orlo, l'autista corre come un matto, la strada presenta curve su curve, baratri e voragini e non si arriva mai, un incubo. Però è un'esperienza formativa, se non vomitate. Altra meta ambita e nota è Positano, località fighetta, ma non male. Vale la pena di toccare questi posti esclusivi, ville, piscine, macchine scappottate, scarpine Paciotti. Ma ce la godiamo anche noi con un nuovo tuffo che spegne la calura. Il viaggio in traghetto ci da modo di osservare in dettaglio i particolari di questa costa così frastagliata e diversificata ed impervia. Piccoli approdi raggiungibili solo in barchetta, grotte, costoni di roccia. Bellissimo per gli appassionati da diporto. Ma a me che preferisco la terra ferma il posto che ho preferito è Ravello. Si può raggiungere comodamente con un pullman CitySightseeing, così da farsi toccare, salendo, dai raggi del sole e farsi rinfrescare dalla fine arietta. Quassù c'è una piazzetta magnifica e due ville da sogno, Villa Rufolo e Villa Cimbrone che oltre ad una eleganza architettonica e del giardino, hanno delle terrazze sul mare da sogno. Non mancano anche le chiese antiche, il duomo ha un pulpito ed un ambone che da soli valgono la vacanza. Ce ne torniamo dunque in spiaggia presso gli stabilimenti di Maiori per un giorno intero di relax. Anche la sdraio ha un suo compito in un viaggio estivo. Salerno ti sorprende, città longobarda e poi normanna quindi nel Regno delle due Sicilie conserva nel suo centro storico un bel bagaglio della sua storia. Città anche moderna, con un bel lungomare. Queste due anime sono ben miscelate e per il turista non può che essere una soddisfazione. E' un bel passeggiare per Salerno antica, attraverso un dedalo di vicoli, chiese e palazzi nobiliari ben ristrutturati, vivace punto di sfogo della vita cittadina grazie anche alle caratteristiche botteghe ed i locali che lo animano fino a tarda notte. Una "movida" così ricca e diversificata non si vede facilmente in giro. Concerti per tutte le età, noi non ne abbiamo disdegnato nessuno ma abbiamo preferito quello giovanilistico che ha ospitato in una delle varie serate "Luci della centrale elettrica". Sto ragazzetto è un pò piu' sballato di quello che pensavo ma cantare a squarciagola "Per combattere l'acne" con un buon mohito in mano è molto piacevole. Tornando alla Salerno monumentale non può mancare la visita alla Cattedrale dedicata all'evangelista Matteo, del quale se ne conserva il corpo. Imponente e fresca all'interno, buona idea se fuori fa caldo, un bellissimo quadriportico, origine normanna, ma è stata molto ricostruita dopo il grande terromoto del 1688. Anche l'aspetto commerciale della città non è male, c'è la bella via dei mercanti con i negozi tradizionali, l'aspetto gastronomico è rappresentato da ottime pizzerie e buone ristoranti di pesce, l'aspetto ospitalità, se non fanno troppe feste notturne nel bed and breakfast dove andate è anch'esso di buon livello. Infine, nel giorno del ritorno ci allunghiamo a Paestum, che è molto piu' di quanto mi aspettassi, tre enormi templi composti da pietre giganti. E' una visita che ristora lo spirito, sempre che non faccia troppo caldo. Buone vacanze!