13.4.09

Cinquant'anni e sentirli

Herzog di Saul Bellow

La letteratura americana contemporanea ha un peso sproporzionato nell'ambito della letteratura mondiale rispetto alle altre. Sicuramente in parte perchè il dominio culturale che da qualche decennio gli Stati Uniti impongono porta con sè la maggior diffusione dei libri americani in giro per il mondo, in parte perchè questa terra essendo avanzata e libera offre l'humus giusto per sviluppare l'arte dello scrivere. Comunque risalendo l'albero degli scrittori ispiratori dei piu' moderni Philip Roth, De Lillo e compagnia ci si imbatte in Saul Bellow che tra l'altro ha preso il nobel nel 1976. Scrittore ebreo, o meglio di famiglia ebraica, infanzia in Canada, maturità in USA. Anche l'ebraicità è una componente di rilievo nel mondo culturale americano e non solo. Herzog è il romanzo della maturità di Saul Bellow, la storia di un professore-ricercatore cinquantenne alle prese con la crisi di mezza età. Una crisi che nelle vesti di un professore di filosofia viene completamente studiata e sezionata direttamente sul proprio corpo. Ostico nelle prime pagine, bisogna stentare un pò per entrare nella logica dell'autore. La struttura narrativa è arricchita di epistole scritte e mai spedite ai personaggi piu' disparati, dai reali, a personaggi del passato, della politica o della filosofia (bellissime quelle a Hegel, Nietsche, Freud) e da flashback che coprono qui e la storia del protagonista. Dopo qualche pagina si inizia a capire come gira la testa di Herzog e come scrive la mano di Bellow. Cinquantenne con due divorzi alle spalle, uno recente che brucia ancora, due figli, che vivono con le due mogli, nuovi incontri, e continui rivisitazioni di episodi cruciali della propria vita. Pieno di rimandi intellettuali, elucubrazioni e citazioni filosofiche, ma anche ricco di umorismo noir, di azione e sensualità. Non ci si annoia di certo nel seguire le peripezie folli o iperrazionali di Moses Herzog. Fonte di innumerevoli studi, certo di innumerevoli riflessioni che hanno fatto divertire critici e lettori, è consigliabile a palati fini. Poi a me piace troppo questo tipo di struttura anche nei film, quelle col un protagonista assoluto che vive ed elucubra. E soprattutto se l'autore è geniale. Vi propongo L'incipit :

“Se sono matto, per me va benissimo, pensò Moses Herzog. C'era della gente che pensava che fosse toccato, e per qualche tempo persino lui aveva dubitato di esserci tutto. Ma adesso, benché continuasse a comportarsi in maniera un po' stramba, si sentiva pieno di fiducia, allegro, lucido e forte.
Gli pareva di essere stregato, e scriveva lettere alla gente più impensata.[…] Lì, nascosto in mezzo alla campagna, scriveva a più non posso, freneticamente, ai giornali, agli uomini pubblici, ad amici e parenti e finì per scrivere pure ai morti, prima ai suoi morti e poi anche ai morti famosi ” (

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