Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani
Per la serie un libro per l'estate, anche se molto malinconico, "Il giardino dei Finzi Contini" capita a fagiolo, si fa leggere tutto d'un fiato e appassiona. Senza però essere una quisquilia estiva, contiene, nascosto sotto uno strato di leggerezza che non è banalità, un sottobosco di storia italiana a cavallo tra fascismo, guerra e leggi razziali. Ambientato a Ferrara, emblema di Ferrara, questo libro fa senz'altro venir voglia di visitare la città estense. Si gusta tra l'altro l'atmosfera d'altri tempi, i modi di persone raffinate, il piacere di una passeggiata nella bella villa dei signori della città ed il tennis e la bicicletta che a Ferrara è ancora molto in voga. Però ciò che appassiona è certamente la storia di amore inconclusa, sospesa nel tempo, incompiuta. Bè non tutte le storie possono avere un lieto fine, è spesso stucchevole vedere films o leggere storie che si concludono nel migliore dei modi ma ci si può rimanere male. C'è l'incontro casto, l'innamoramento adolescenziale, la ragazzina carina ma tremenda, di famiglia di antico lignaggio che fa invaghire il diligente ragazzo borghese, c'è il rifiorire di questa amicizia covata, c'è poi l'aspettativa per la riuscita della storia d'amore costruita a tavolino ma poi niente! Non va! Micol non vuole, magari le piace il Malnate. Eppure sembrava interessata. Mah! Al di là di questa piccola delusione, lo stile di Bassani è coinvolgente, molto cinematografico. La sua erudizione classica, la sua appartenenza alla classe agiata e alla comunità israelitica ne contraddistingue gli argomenti. Così tra i luoghi di questo romanzo troviamo la sinagoga, le città universitarie di Bologna, Milano e Venezia, la fastosa villa al centro di Ferrara con l'enorme giardino in cui si svolgono le vicende di Alberto, Micol, del Malnate e del nostro narratore. Ed inoltre è interessante scrutare la vita degli ebrei italiani sotto le leggi razziali nella fase iniziale, capire l'evoluzione dei legami con il regime perchè molti ebrei hanno, in molti casi, in prima istanza, aderito al fascismo o almeno simpatizzato. Dunque sono molti gli ingredienti di questa lettura, che consiglio a tutti.
30.7.08
29.7.08
Cinque terre e anche di piu'
Liguria di ponente
Vi racconto di una vacanza estiva molto interessante. Un'itinerario azzeccatissimo, deludente soltanto nella parte finale. Patrimonio dell'Unesco e centro turistico importante, abbiamo pensato di visitare le cinque terre e i dintorni per fare dieci giorni tra mare e cultura. Gira e rigira per google maps e siti turistici liguri, abbiamo stabilito la base a La Spezia, da qui sembra si possano raggiungere agevolmente tutte le località da visitare. Ed il primo risultato gradevole è che La Spezia oltre a confermarsi strategica è proprio una bella città. Abbiamo trovato un ottimo alloggio ad un buon prezzo nei pressi di via del Prione, la strada dello struscio spezzino, la stazione a due passi ed il mare a tre. Dicevamo che da qui si possono fare molte escursioni, per molti diversi itinerari. La prima è verso il lato destro del golfo dei poeti ossia Porto Venere, località iperchic. E' preannunciata da una piccola località graziosa detta, non per altro, Le Grazie, con un porticciolo ed una piccola baia, qui si sta benissimo. Si sta meno bene a Porto Venere che è iperaffollata, non si trova un parcheggio manco a pagarlo e bisogna lasciare la macchina molto lontano. Però tralasciando la parte marinara, non c'è molto sole e poi so tutti fighetti in suv e villetta per un metro di spiaggia, si può salire al borgo genovese e qui ci troviamo davanti ad uno spettacolo straordinario. La chiesetta di San Pietro su uno sperone roccioso che da sul mare aperto, qui dove il poeta Byron si tuffava per lunghe nuotate fino a San Terenzio, qui si vede la piccola isola di Palmaria e lassu' in cima la rocca dei Doria che, a passi tardi e lenti, viste le scale da fare, non manchiamo di visitare. Il paesino poi è ovviamente delizioso, tipico borgo marinaro, negozietti, pesto, olio, artigianato. Dicevamo che La Spezia è un posto strategico per raggiungere i cinque paesini a picco sul mare chiamati cinque terre, c'è infatti un treno che in pochi minuti ti porta direttamente in spiaggia. Si parte da Riomaggiore, prima fermata, con le famose barchette colorate, da cartolina, tanti turisti soprattutto nordeuropei, ma fare il bagno è pressochè impossibile, mentre è possibile iniziare il tuor delle focaccerie che ci accompagnerà per tutta la vacanza. La focaccia è la cosa piu' buona che c'è da queste parti, con le cipolle poi è la morte sua, ma anche al pesto, con le patate, olive e chi piu' ne ha piu' ne metta. Da RioMaggiore parte anche il percorso pedonale piu' famoso delle cinque terre, ossia la via dell'amore che conduce fino a Manarola, un quarto d'ora a passeggio, con vista mare meravigliosa fino al secondo paesino. Manarola è ancora piu' piccola di Riomaggiore, ma altrettanto carina, se non di piu', e c'è spazio anche per bel un tuffo, magari senza salire sullo scoglio, che noi siamo codardi! Si può ancora proseguire, ma qui il cammino è lungo, quasi un'ora, sotto il sole e tra la vegetazione profumata della macchia mediterranea, per giungere alla terza terra, Corniglia. E' bello fermarsi in una spiaggetta di pietre che la anticipa, molto suggestiva e poco popolata, attenzione che le onde possono essere vivaci. Altro borghetto carino è Vernazza, piccola, piccola, ma è dotata di una spiaggetta carina, con la sabbia e di una bella chiesa. Il posto piu' famoso delle cinque terre però è Monterosso, che è la località piu' grande ed ha anche rimandi letterari importanti, si pensi alle poesie dedicate al mare di Montale, che qui visse l'infanzia. Ma la casa di Montale non sono riuscita a trovarla nonostante l'impegno.... comunque ho individuato la zona. Faticosa, ma vale la pena l'ascesa al convento francescano, un'oasi di frescura da visitare nelle ore calde, c'è anche il piccolo cimitero del paese. Anche nel borghetto di Monteroso è piacevole passeggiare tra i mercatini artigianali, tra le belle casupole e le scalette e le salite e le discese. Ma tornando al mare, vi devo dire che si sta benissimo anche in spiaggia, specialmente in quella un pò piu' rocciosa che magari è piu' nascosta e selvaggia ma è indicata dalla riconoscibile statua di un gigante che sorregge un masso. Qui si può stare per ore. Un'altra giornata è stata dedicata al golfo di Portofino, raggiunta in macchina sulla statale tra i monti liguri, su e giu' fino alla meritevolissima Santa Margherita, ma quanta fatica!! Meglio l'autostrada. Comunque a Santa Margherita c'è il traghetto verso il golfo, e come prima tappa scendiamo presso l'abbazia di San Fruttuoso, un piccolo gioiello, ben tenuta, peccato che non ci siano piu' i frati. Al ritorno ci fermiamo a Portofino ed ammiriamo il famoso porticciolo,c'è solo quello, senza stupirsi piu' di tanto visto che non è piu' bella degli altri posti già visti, ci stupiamo invece un pò per i fastidiosi enormi yacht che vi parcheggiano. Altro giorno, altra escursione : Sarzana, bella città dell'entroterra spezzino, dall'urbanistica ordinata mitteleuropea, bei palazzi sette-ottocenteschi, notevole la chiesa di Santa Maria che una cittadina attenta, un pò curiosa per la verità, ci indica descrivendoci il crocifisso del maestro Guglielmo, tavola del 1138, lì conservato. La visita si completa con la fermata alla cittadella o fortezza Firmafede, utilizzata anche per concerti e per il famoso festival della mente; inoltre non può mancare una perlustrazione, fuori città, alla fortezza di Sarzanello, tipico castello delle fiabe, ben tenuto e situato su una verde collina. Scendendo di nuovo al mare visitiamo Lerici, lato est del golfo dei poeti, che contiene tutte le migliori caratteristiche dei borghi marinari liguri. Tornando alla città che ci ha ospitati, La Spezia, le vorrei dedicare un pò di spazio perchè davvero siamo stati bene, come non citare la passeggiata al porto, l'arsenale militare, o il castello San Giorgio o via del Prione o soprattutto il ristorante Da Sandro dei fratelli D'Angelo che abbiamo scelto ripetutamente per l'ottimo rapporto qualità prezzo. L'ultima parte della vacanza la passiamo a Genova, città importante, il centro storico piu' grande d'Italia ricca di storia, di mare, di architettura. Genova però ci ha deluso, quelle stradine, quei famosi vecchi carrugi, sono pieni di cacche di cane, di piccione, abbiamo visto anche dei topini, sputazzi e sporcizia per terra, persone poco raccomandabili, mignotte ed insomma, molto degrado. Molto piu' che in altri posti e di posti ne abbiamo visto. Quindi salvando la zona del porto vecchio di Renzo Piano e l'acquario che è sempre un piacere, com'è un piacere andare a Via del Campo presso il negozio dedicato a Fabrizio De Andrè, ma il resto, la visita delle bellissime chiese, dei bei palazzi della repubblica marinara è resa difficile dal contorno prima descritto. Poi se becchi il ristorante sbagliato che ti da delle cozze, che qui si chiamano muscoli, non delle migliori, può venirti un pò di intossicazione alimentare che ti fa passare ogni voglia di passeggio e se poi trovi Palazzo Rosso chiuso il lunedì, non c'è niente da fare. Segnalo comunque il complesso di Santa Maria di Castello, che non è notissimo ma è notevole.
Wil
Vi racconto di una vacanza estiva molto interessante. Un'itinerario azzeccatissimo, deludente soltanto nella parte finale. Patrimonio dell'Unesco e centro turistico importante, abbiamo pensato di visitare le cinque terre e i dintorni per fare dieci giorni tra mare e cultura. Gira e rigira per google maps e siti turistici liguri, abbiamo stabilito la base a La Spezia, da qui sembra si possano raggiungere agevolmente tutte le località da visitare. Ed il primo risultato gradevole è che La Spezia oltre a confermarsi strategica è proprio una bella città. Abbiamo trovato un ottimo alloggio ad un buon prezzo nei pressi di via del Prione, la strada dello struscio spezzino, la stazione a due passi ed il mare a tre. Dicevamo che da qui si possono fare molte escursioni, per molti diversi itinerari. La prima è verso il lato destro del golfo dei poeti ossia Porto Venere, località iperchic. E' preannunciata da una piccola località graziosa detta, non per altro, Le Grazie, con un porticciolo ed una piccola baia, qui si sta benissimo. Si sta meno bene a Porto Venere che è iperaffollata, non si trova un parcheggio manco a pagarlo e bisogna lasciare la macchina molto lontano. Però tralasciando la parte marinara, non c'è molto sole e poi so tutti fighetti in suv e villetta per un metro di spiaggia, si può salire al borgo genovese e qui ci troviamo davanti ad uno spettacolo straordinario. La chiesetta di San Pietro su uno sperone roccioso che da sul mare aperto, qui dove il poeta Byron si tuffava per lunghe nuotate fino a San Terenzio, qui si vede la piccola isola di Palmaria e lassu' in cima la rocca dei Doria che, a passi tardi e lenti, viste le scale da fare, non manchiamo di visitare. Il paesino poi è ovviamente delizioso, tipico borgo marinaro, negozietti, pesto, olio, artigianato. Dicevamo che La Spezia è un posto strategico per raggiungere i cinque paesini a picco sul mare chiamati cinque terre, c'è infatti un treno che in pochi minuti ti porta direttamente in spiaggia. Si parte da Riomaggiore, prima fermata, con le famose barchette colorate, da cartolina, tanti turisti soprattutto nordeuropei, ma fare il bagno è pressochè impossibile, mentre è possibile iniziare il tuor delle focaccerie che ci accompagnerà per tutta la vacanza. La focaccia è la cosa piu' buona che c'è da queste parti, con le cipolle poi è la morte sua, ma anche al pesto, con le patate, olive e chi piu' ne ha piu' ne metta. Da RioMaggiore parte anche il percorso pedonale piu' famoso delle cinque terre, ossia la via dell'amore che conduce fino a Manarola, un quarto d'ora a passeggio, con vista mare meravigliosa fino al secondo paesino. Manarola è ancora piu' piccola di Riomaggiore, ma altrettanto carina, se non di piu', e c'è spazio anche per bel un tuffo, magari senza salire sullo scoglio, che noi siamo codardi! Si può ancora proseguire, ma qui il cammino è lungo, quasi un'ora, sotto il sole e tra la vegetazione profumata della macchia mediterranea, per giungere alla terza terra, Corniglia. E' bello fermarsi in una spiaggetta di pietre che la anticipa, molto suggestiva e poco popolata, attenzione che le onde possono essere vivaci. Altro borghetto carino è Vernazza, piccola, piccola, ma è dotata di una spiaggetta carina, con la sabbia e di una bella chiesa. Il posto piu' famoso delle cinque terre però è Monterosso, che è la località piu' grande ed ha anche rimandi letterari importanti, si pensi alle poesie dedicate al mare di Montale, che qui visse l'infanzia. Ma la casa di Montale non sono riuscita a trovarla nonostante l'impegno.... comunque ho individuato la zona. Faticosa, ma vale la pena l'ascesa al convento francescano, un'oasi di frescura da visitare nelle ore calde, c'è anche il piccolo cimitero del paese. Anche nel borghetto di Monteroso è piacevole passeggiare tra i mercatini artigianali, tra le belle casupole e le scalette e le salite e le discese. Ma tornando al mare, vi devo dire che si sta benissimo anche in spiaggia, specialmente in quella un pò piu' rocciosa che magari è piu' nascosta e selvaggia ma è indicata dalla riconoscibile statua di un gigante che sorregge un masso. Qui si può stare per ore. Un'altra giornata è stata dedicata al golfo di Portofino, raggiunta in macchina sulla statale tra i monti liguri, su e giu' fino alla meritevolissima Santa Margherita, ma quanta fatica!! Meglio l'autostrada. Comunque a Santa Margherita c'è il traghetto verso il golfo, e come prima tappa scendiamo presso l'abbazia di San Fruttuoso, un piccolo gioiello, ben tenuta, peccato che non ci siano piu' i frati. Al ritorno ci fermiamo a Portofino ed ammiriamo il famoso porticciolo,c'è solo quello, senza stupirsi piu' di tanto visto che non è piu' bella degli altri posti già visti, ci stupiamo invece un pò per i fastidiosi enormi yacht che vi parcheggiano. Altro giorno, altra escursione : Sarzana, bella città dell'entroterra spezzino, dall'urbanistica ordinata mitteleuropea, bei palazzi sette-ottocenteschi, notevole la chiesa di Santa Maria che una cittadina attenta, un pò curiosa per la verità, ci indica descrivendoci il crocifisso del maestro Guglielmo, tavola del 1138, lì conservato. La visita si completa con la fermata alla cittadella o fortezza Firmafede, utilizzata anche per concerti e per il famoso festival della mente; inoltre non può mancare una perlustrazione, fuori città, alla fortezza di Sarzanello, tipico castello delle fiabe, ben tenuto e situato su una verde collina. Scendendo di nuovo al mare visitiamo Lerici, lato est del golfo dei poeti, che contiene tutte le migliori caratteristiche dei borghi marinari liguri. Tornando alla città che ci ha ospitati, La Spezia, le vorrei dedicare un pò di spazio perchè davvero siamo stati bene, come non citare la passeggiata al porto, l'arsenale militare, o il castello San Giorgio o via del Prione o soprattutto il ristorante Da Sandro dei fratelli D'Angelo che abbiamo scelto ripetutamente per l'ottimo rapporto qualità prezzo. L'ultima parte della vacanza la passiamo a Genova, città importante, il centro storico piu' grande d'Italia ricca di storia, di mare, di architettura. Genova però ci ha deluso, quelle stradine, quei famosi vecchi carrugi, sono pieni di cacche di cane, di piccione, abbiamo visto anche dei topini, sputazzi e sporcizia per terra, persone poco raccomandabili, mignotte ed insomma, molto degrado. Molto piu' che in altri posti e di posti ne abbiamo visto. Quindi salvando la zona del porto vecchio di Renzo Piano e l'acquario che è sempre un piacere, com'è un piacere andare a Via del Campo presso il negozio dedicato a Fabrizio De Andrè, ma il resto, la visita delle bellissime chiese, dei bei palazzi della repubblica marinara è resa difficile dal contorno prima descritto. Poi se becchi il ristorante sbagliato che ti da delle cozze, che qui si chiamano muscoli, non delle migliori, può venirti un pò di intossicazione alimentare che ti fa passare ogni voglia di passeggio e se poi trovi Palazzo Rosso chiuso il lunedì, non c'è niente da fare. Segnalo comunque il complesso di Santa Maria di Castello, che non è notissimo ma è notevole.
Wil
18.7.08
Ai tempi della caccia alle streghe
Ho sposato un comunista di P.Roth
Non c'è nulla di meglio per capire l'America di un bel libro di Philip Roth. In piu' Philip Roth sa scrivere e molto bene. Non è che legga molti contemporanei ma non ne vedo di migliori in giro per il mondo. Speriamo che gli diano presto il premio Nobel. E quanto costruisce bene i suoi personaggi! Anche in "Ho sposato un comunista" ne troviamo di formidabili : il solito alter ego narratore Nathan Zuckerman (che sta nei tre libri della trilogia americana da Pastorale fino alla Macchia Umana) giovane promettente, studioso, educato, l'americano buono, poi c'è il protagonista il meraviglioso Ira Ringold che da umile lavoratore di fatica diventa prima un facinoroso comunista poi attore radiofonico e borghesemente sposato, poi c'è suo fratello Murray Ringold, onesto professore amato dai suoi studenti, Eve Frame bella, ricca e nevrotica moglie di Ira, attrice importante di Broadway, sua figlia Sylphid, cicciona egoista e suonatrice d'arpa. L'intreccio, lo stile, lo sfondo storico, le riflessioni sono tutte di altissimo livello. Si può appassionarsi all'incredibile vicenda di Ira, uomo dalla forte carica viscerale e dall'energica irruenza fisica, al suo rapporto con una donna di tutt'altro genere al loro litigio e reciproco annientamento. Oppure si possono puntare gli occhi sulla "storia" e rileggere gli anni scuri del maccartismo, di come l'America "democratica" degli anni '50e '60 abbia represso in maniera ipocrita la diffusione di un pensiero critico, tacciando di comunismo e di filostalinismo (siamo in piena guerra fredda) centinaia di artisti. La storia è raccontata anche attraverso la contemporaneità tra i personaggi inventati e quelli reali, si intravedono il senatore Mc Carty, i presidenti Truman e Nixon, Henry Kissinger e molti altri meno noti a noi italici, ed in questo contesto c'è una scena che trovo eccezionalmente riuscita che è quella del funerale di Nixon, in cui il democratico Bill Clinton, altrimenti acclamato come eroe positivo, viene coinvolto nella ipocrisia collettiva dei potenti, leggendo un discorso edulcorato su una persona che nella vita ha fatto tuttaltro che il bene degli Stati Uniti d'America. Philip Roth è veramente tosto, in piu' è veramente appassionante. Cito alcuni stralci dal libro :
Non c'è nulla di meglio per capire l'America di un bel libro di Philip Roth. In piu' Philip Roth sa scrivere e molto bene. Non è che legga molti contemporanei ma non ne vedo di migliori in giro per il mondo. Speriamo che gli diano presto il premio Nobel. E quanto costruisce bene i suoi personaggi! Anche in "Ho sposato un comunista" ne troviamo di formidabili : il solito alter ego narratore Nathan Zuckerman (che sta nei tre libri della trilogia americana da Pastorale fino alla Macchia Umana) giovane promettente, studioso, educato, l'americano buono, poi c'è il protagonista il meraviglioso Ira Ringold che da umile lavoratore di fatica diventa prima un facinoroso comunista poi attore radiofonico e borghesemente sposato, poi c'è suo fratello Murray Ringold, onesto professore amato dai suoi studenti, Eve Frame bella, ricca e nevrotica moglie di Ira, attrice importante di Broadway, sua figlia Sylphid, cicciona egoista e suonatrice d'arpa. L'intreccio, lo stile, lo sfondo storico, le riflessioni sono tutte di altissimo livello. Si può appassionarsi all'incredibile vicenda di Ira, uomo dalla forte carica viscerale e dall'energica irruenza fisica, al suo rapporto con una donna di tutt'altro genere al loro litigio e reciproco annientamento. Oppure si possono puntare gli occhi sulla "storia" e rileggere gli anni scuri del maccartismo, di come l'America "democratica" degli anni '50e '60 abbia represso in maniera ipocrita la diffusione di un pensiero critico, tacciando di comunismo e di filostalinismo (siamo in piena guerra fredda) centinaia di artisti. La storia è raccontata anche attraverso la contemporaneità tra i personaggi inventati e quelli reali, si intravedono il senatore Mc Carty, i presidenti Truman e Nixon, Henry Kissinger e molti altri meno noti a noi italici, ed in questo contesto c'è una scena che trovo eccezionalmente riuscita che è quella del funerale di Nixon, in cui il democratico Bill Clinton, altrimenti acclamato come eroe positivo, viene coinvolto nella ipocrisia collettiva dei potenti, leggendo un discorso edulcorato su una persona che nella vita ha fatto tuttaltro che il bene degli Stati Uniti d'America. Philip Roth è veramente tosto, in piu' è veramente appassionante. Cito alcuni stralci dal libro :
IL MACCARTISMO fu il debutto, non soltanto della politica seria, ma di ogni cosa seria come spettacolo per divertire il pubblico. McCarthy non si è mai veramente interessato dei comunisti; se non lo sapevano gli altri, lo sapeva lui.La spettacolarizzazione della crociata patriottica di McCarthy fu una semplice conseguenza della sua teatralità.Fu la presenza della televisione a conferirle la falsa autenticità della vita vera. McCarthy capì meglio di tutti gli altri uomini politici americani prima di lui che chi aveva il compito di legiferare poteva fare una figura molto migliore recitando; McCarthy comprese il valore spettacolare dell’infamia e imparò a soddisfare i piaceri della paranoia. Ci riportò alle origini, al Seicento e alla gogna. Fu così che cominciò: l’onta morale come pubblico svago. McCarthy era un impresario e, più barbaro fosse stato lo spettacolo e più gravi le accuse, più grande sarebbe stato il disorientamento e maggiore lo spasso per tutti
Rimasi là disteso fino all’alba, pensando che Ira era morto, che Eve era morta… che tutte le persone che avevano avuto una parte nella storia, narrata da Murray, non erano più inchiodate al momento in cui erano vissute, ma morte e liberate dalle trappole tese loro dal tempo. Non esistono più errori che Eve o Ira possano fare. Non esiste il tradimento. Non esiste l’idealismo. Non esistono falsità. Non esiste né la coscienza né la sua mancanza… Ciò che si vede da questa tribuna silenziosa sulla mia montagna in una notte splendidamente chiara come la notte in cui Murray mi lasciò per sempre, è quell’universo in cui l’errore non ha corso. Ciò che si vede è l’inconcepibile… Ciò che si vede con i propri occhi è il grande cervello del tempo, una galassia di fuoco non accesa da mano umana. Le stelle sono indispensabili
14.7.08
Una giornata al mare
In spiaggia a Tortoreto Lido
Il fine settimana di luglio si può passare volentieri al mare ma non deve essere un'impresa come fanno alcunii folli che qui a Roma restano delle ore in fila sulla Colombo o sulla Ostiense o Via del Mare, tre strade parallele, per non parlare dello stress della ricerca del parcheggio. E poi Ostia mi è parsa sempre triste, con quelle case assolate, brutte, il biglietto da fare per entrare negli stabilimenti, le poche spiagge libere, la sabbia scura. Questo per dire che preferisco una mezza giornata a Tortoreto Lido, dalle mie parti, sul litorale teramano, non è complicato arrivarci, il parcheggio piu' o meno si trova, al limite paghi qualcosa, e ci sono diverse zone a spiaggia libera. Inoltre non c'è molta gente, non c'è Roma, la grande città che si riversa sulle sue coste, ci sono begli chalet, un lungomare molto curato. E quindi buona estate.
Da Paolo Conte 1974 :
Il fine settimana di luglio si può passare volentieri al mare ma non deve essere un'impresa come fanno alcunii folli che qui a Roma restano delle ore in fila sulla Colombo o sulla Ostiense o Via del Mare, tre strade parallele, per non parlare dello stress della ricerca del parcheggio. E poi Ostia mi è parsa sempre triste, con quelle case assolate, brutte, il biglietto da fare per entrare negli stabilimenti, le poche spiagge libere, la sabbia scura. Questo per dire che preferisco una mezza giornata a Tortoreto Lido, dalle mie parti, sul litorale teramano, non è complicato arrivarci, il parcheggio piu' o meno si trova, al limite paghi qualcosa, e ci sono diverse zone a spiaggia libera. Inoltre non c'è molta gente, non c'è Roma, la grande città che si riversa sulle sue coste, ci sono begli chalet, un lungomare molto curato. E quindi buona estate.
Da Paolo Conte 1974 :
10.7.08
Piazza bella piazza...
No Cav a Piazza Navona
Un governo che poco ci piace ed un uomo che molto ci piace, Di Pietro, l'eroe di Mani Pulite. Certo che si va a dare un'occhiata alla manifestazione di Piazza Navona, un pò perchè è un bel posto e poi perchè sembra una cosa ben organizzata, c'è la politica che ci piace e c'è lo spettacolo. Appena giungiamo in piazza ci si rende conto che c'è il pienone. Bisogna uscire e rientrare da piazza delle cinque lune per vedere qualcosa. Ci sono molte bandiere dell'Italia dei valori a dimostrazione che il gruppo di Di Pietro ormai si è ben radicato come partito e ci sono anche quelli di Rifondazione Comunista. Ma soprattutto ci sono moltissime persone senza marchio e senza brand che appoggiano la manifestazione contro il sopruso del lodo Alfano. Si susseguono gli interventi, ce ne siamo persi alcuni ma riusciamo ad ascoltare interamente Sabina Guzzanti che vuole esagerare stavolta, anche se a tratti è fortissima, non è sempre convincente, ma ripeto, a tratti è coinvolgentissima. Poi c'è Lidia Ravera, un bell'intervento pacato ma incisivo sulle donne in generale e le donne in politica, quindi c'è Beppe Grillo al telefono, ma non da il meglio di sè, comunque tutti i presenti sono frequentatori assidui del suo blog e sanno già tutto ciò che c'è da sapere. Furio Colombo non lo riesco proprio ad ascoltare e preferiamo farci un giretto per mangiare qualcosa a via di Tor Millina che qui attorno si sta sempre bene.
Comunque il mio preferito è stato ed è Ascanio Celestini e ve lo allego. Wil
L'intervento di Ascanio Celestini
Un governo che poco ci piace ed un uomo che molto ci piace, Di Pietro, l'eroe di Mani Pulite. Certo che si va a dare un'occhiata alla manifestazione di Piazza Navona, un pò perchè è un bel posto e poi perchè sembra una cosa ben organizzata, c'è la politica che ci piace e c'è lo spettacolo. Appena giungiamo in piazza ci si rende conto che c'è il pienone. Bisogna uscire e rientrare da piazza delle cinque lune per vedere qualcosa. Ci sono molte bandiere dell'Italia dei valori a dimostrazione che il gruppo di Di Pietro ormai si è ben radicato come partito e ci sono anche quelli di Rifondazione Comunista. Ma soprattutto ci sono moltissime persone senza marchio e senza brand che appoggiano la manifestazione contro il sopruso del lodo Alfano. Si susseguono gli interventi, ce ne siamo persi alcuni ma riusciamo ad ascoltare interamente Sabina Guzzanti che vuole esagerare stavolta, anche se a tratti è fortissima, non è sempre convincente, ma ripeto, a tratti è coinvolgentissima. Poi c'è Lidia Ravera, un bell'intervento pacato ma incisivo sulle donne in generale e le donne in politica, quindi c'è Beppe Grillo al telefono, ma non da il meglio di sè, comunque tutti i presenti sono frequentatori assidui del suo blog e sanno già tutto ciò che c'è da sapere. Furio Colombo non lo riesco proprio ad ascoltare e preferiamo farci un giretto per mangiare qualcosa a via di Tor Millina che qui attorno si sta sempre bene.
Comunque il mio preferito è stato ed è Ascanio Celestini e ve lo allego. Wil
L'intervento di Ascanio Celestini
2.7.08
Nell'alta provincia romana
Ciciliano, Gerano e Rocca Canterano
Le "domeniche in stile minimal" sono delle uscite fuori porta, senza pretese, presso piccoli borghi nascosti della provincia romana. Questa volta siamo usciti all'altezza di Castel Madama e abbiamo proseguito per la via Empolitana trovandoci in una zona tranquilla e poco abitata ma molto verde ed interessante dal punto di vista paesaggistico, quello che ti ristora uscendo dalla grande città. La nostra prima tappa è Ciciliano, seicento metri sul livello del mare, cerchiamo di arrivare in cima al castello attraverso una stradina stretta e ripida che giunge al culmine davanti al castello Theodoli (c'è pure una catena per incatenarsi, vedi foto), ma non c'è proprio spazio dove parcheggiare e torniamo indietro, forse è meglio risalirci a piedi. Una piazzetta, una chiesa, un castello e un bar, mille residenti, ma molti scorci gradevoli, carino. Possiamo riprendere l'Empolitana e passare dalla comunità montana di Tivoli alla comunità dell'Aniene, e fermarci in un altro comune da mille residenti : Gerano. Un pò meno ripido ed alto del precedente, Gerano presenta una bella piazza scoscesa dominata da un lato dalla torre dell'Abate Giovanni e palazzo, molto ben fatti con balcone a loggia e davanzale fiorito. Facciamo anche qui il giro del paese in dieci minuti, soffermandoci in una bella chiesetta per poi tornare in piazza attraversando le viuzze. Dunque ripartiamo per salire, l'obiettivo vero della giornata, ai 750 metri di Rocca Canterano, per respirare, un pò di aria fresca. Comune da 221 abitanti, che tra l'altro non è una frazione di Canterano, come ci si aspetterebbe, in due fanno cinquecento abitanti e dobbiamo pagare due sindaci e due amministrazioni! Vabbè, siamo qui per turismo, da quassù si gode di un ottimo panorama e di una piacevolissima tranquillità. Anche qui tentiamo un giro tra le viuzze del borgo, che troviamo molto caratteristico, anche se c'è molto da ristrutturare. Qui si può rimanere a lungo dimenticandosi di tutto il resto e così ci ristoriamo un pò. Per terminare la giornata ridiscendiamo verso Subiaco e la lambiamo soltanto, il tempo giusto per meditare di tornarci per una visita piu' completa. Per oggi il giro è terminato. Wil
Le "domeniche in stile minimal" sono delle uscite fuori porta, senza pretese, presso piccoli borghi nascosti della provincia romana. Questa volta siamo usciti all'altezza di Castel Madama e abbiamo proseguito per la via Empolitana trovandoci in una zona tranquilla e poco abitata ma molto verde ed interessante dal punto di vista paesaggistico, quello che ti ristora uscendo dalla grande città. La nostra prima tappa è Ciciliano, seicento metri sul livello del mare, cerchiamo di arrivare in cima al castello attraverso una stradina stretta e ripida che giunge al culmine davanti al castello Theodoli (c'è pure una catena per incatenarsi, vedi foto), ma non c'è proprio spazio dove parcheggiare e torniamo indietro, forse è meglio risalirci a piedi. Una piazzetta, una chiesa, un castello e un bar, mille residenti, ma molti scorci gradevoli, carino. Possiamo riprendere l'Empolitana e passare dalla comunità montana di Tivoli alla comunità dell'Aniene, e fermarci in un altro comune da mille residenti : Gerano. Un pò meno ripido ed alto del precedente, Gerano presenta una bella piazza scoscesa dominata da un lato dalla torre dell'Abate Giovanni e palazzo, molto ben fatti con balcone a loggia e davanzale fiorito. Facciamo anche qui il giro del paese in dieci minuti, soffermandoci in una bella chiesetta per poi tornare in piazza attraversando le viuzze. Dunque ripartiamo per salire, l'obiettivo vero della giornata, ai 750 metri di Rocca Canterano, per respirare, un pò di aria fresca. Comune da 221 abitanti, che tra l'altro non è una frazione di Canterano, come ci si aspetterebbe, in due fanno cinquecento abitanti e dobbiamo pagare due sindaci e due amministrazioni! Vabbè, siamo qui per turismo, da quassù si gode di un ottimo panorama e di una piacevolissima tranquillità. Anche qui tentiamo un giro tra le viuzze del borgo, che troviamo molto caratteristico, anche se c'è molto da ristrutturare. Qui si può rimanere a lungo dimenticandosi di tutto il resto e così ci ristoriamo un pò. Per terminare la giornata ridiscendiamo verso Subiaco e la lambiamo soltanto, il tempo giusto per meditare di tornarci per una visita piu' completa. Per oggi il giro è terminato. Wil
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