Al semaforo...
Non ce l'ho con i lavavetro o i cercasoldi ai semafori, non ce l'ho contro i proto-benzinai alle pompe, i parcheggiatori abusivi, ma secondo me non è corretto dar loro del denaro. Non è colpa di queste persone sfortunate, avranno dei capi, degli schiavisti che li obbligano a fare lavori del genere, o magari avranno difficoltà ad avere un lavoro piu' vicino alla regolarità ma è una gran rottura vedersi estorcere dei soldi senza volere. Io voglio scegliere a chi dare le mie monete. E poi il bengalese che mi indica quasi schifato che ho il vetro sporco e me lo vuole lavare a tutti i costi, o la zingarella che mi guarda dentro la macchina per vedere dove tengo gli spiccioli e mi dice che non le bastano quelli che le ho dato: sono momenti difficili da sopportare. E i benzinai notturni, che ti si piazzano al finestrino, ché vogliono aiutarti a mettere benzina, ma io la so mettere da solo, e poi un'altra accisa non mi cala proprio!!! Per non parlare dei parcheggiatori abusivi, ma lì si alza il livello di criminalità e sicuramente in pochi hanno il coraggio di non dar loro dei soldi temendo per il proprio mezzo. Non che non ci siano altri motivi per farti arrabbiare la mattina, ma penso che è una forma di degrado urbano evitabile. Uno dei modi per evitarlo è non alimentarlo.
Secondo me si dovrebbero portare in macchina delle caramelle o dei cioccolatini e dargliele facendo un bel sorriso, non credo ci sia nulla di offensivo. Soprattutto in presenza di bambini. In questa maniera non favoriremmo lo sfruttamento da parte di criminali senza scrupoli e potremmo conservare la nostra offerta quotidiana per l'ente benefico di fiducia che piu' ci sta a cuore.
Wil
27.10.06
26.10.06
L'umanità della regina
The queen di Stephen Frears
Non che mi sia mai interessato al gossip dei reali inglesi, sport molto in voga in patria, ma vedere questo film è molto piu' di una semplice curiosata nella vita della famiglia piu' potente del Regno Unito. Questo film è una lezione di equilibrio, recitazione e di storia contemporanea. Forse quello che presenta maggiore qualità tra le produzioni di questo periodo, 'The Queen' analizza in maniera puntuale l'anacronistico ruolo della monarchia inglese nel terzo millennio alle prese con la dittatura del mondo della comunicazione di massa. Ma gli inglesi non amavano la propria regina? Sì la amavano e la amano, ma l'amore per la principessa Diana ha surclassato ogni rispetto devozionale verso la regnante. Ed in 'The Queen' tutto viene messo a nudo e svelato : le espressioni dei volti ed i dialoghi tra i protagonisti svelano i tempi che cambiano, i sentimenti che passano nell'animo dei potenti, ce li rendono piu' vicini e meno infallibili, dubbiosi e titubanti, molto molto veri, Un'interpretazione mirabile di Helen Mirren, ma pregevoli anche gli altri, un Blair moderno ma allo stesso tempo garante delle istituzioni, un principe Carlo di grande cultura e tatto ma succube della madre, fino al "simpatico" ed "antico" marito Filippo. Tutto molto liscio e scorrevole senza per nulla annoiare, perchè la realtà e la fiction sono in simbiosi perfetta. Bravo Stephen Frears che era un pò che non vedevo un suo film.
Wil
Non che mi sia mai interessato al gossip dei reali inglesi, sport molto in voga in patria, ma vedere questo film è molto piu' di una semplice curiosata nella vita della famiglia piu' potente del Regno Unito. Questo film è una lezione di equilibrio, recitazione e di storia contemporanea. Forse quello che presenta maggiore qualità tra le produzioni di questo periodo, 'The Queen' analizza in maniera puntuale l'anacronistico ruolo della monarchia inglese nel terzo millennio alle prese con la dittatura del mondo della comunicazione di massa. Ma gli inglesi non amavano la propria regina? Sì la amavano e la amano, ma l'amore per la principessa Diana ha surclassato ogni rispetto devozionale verso la regnante. Ed in 'The Queen' tutto viene messo a nudo e svelato : le espressioni dei volti ed i dialoghi tra i protagonisti svelano i tempi che cambiano, i sentimenti che passano nell'animo dei potenti, ce li rendono piu' vicini e meno infallibili, dubbiosi e titubanti, molto molto veri, Un'interpretazione mirabile di Helen Mirren, ma pregevoli anche gli altri, un Blair moderno ma allo stesso tempo garante delle istituzioni, un principe Carlo di grande cultura e tatto ma succube della madre, fino al "simpatico" ed "antico" marito Filippo. Tutto molto liscio e scorrevole senza per nulla annoiare, perchè la realtà e la fiction sono in simbiosi perfetta. Bravo Stephen Frears che era un pò che non vedevo un suo film.
Wil
10.10.06
Meglio di "Buena Vista.."!
L'orchestra di Piazza Vittorio di A.Ferrente
Piazza Vittorio è qualcosa di ormai mitologico per me, il suo mercato è un viaggio nella geografia dei prodotti alimentari, dei loro colori ed odori, nell'etnologia, nel costume, nel sociale. Di conseguenza un film documento su un'orchestra residente all'Esquilino mi stimolava già di suo. Successivamente ho letto commenti entusiasti, un trailer simpatico e insomma lo dovevo vedere. Risultato : tante risate, tanta emozione, tanta rabbia per le difficoltà burocratiche ed economiche dell'impresa, tanto entusiasmo per la riuscita finale, tanta bella musica e tanti complimenti a chi ci ha creduto fino in fondo. L'orchestra di Piazza Vittorio è un documentario o un film-realtà molto ben girato, ha un ritmo avvincente e ti appassiona fin dall'inizio col suo stile scarno e leggero ma assolutamente coinvolgente. Sicuramente un film di pochi investimenti, ma di grande resa, che non bisogna snobbare in favore di produzioni molto piu' costose. E poi tante storie, tante vite di emigrati, tante vite di musicisti. Grande merito sia dal punto di vista musicale, organizzativo ed anche attoriale al Casertano Mario Tronco, direttore dell'orchestra nonchè bravissimo attore protagonista del film. Plausi anche a tutti i musicisti scritturati qui e là da Piazza Vittorio al Rajastan. Mario Tronco come Ry Cooder, i musicisti come gli "avuelitos" di Buena Vista, no ma che dico, molto molto meglio!!!
Saluti, Wil
Piazza Vittorio è qualcosa di ormai mitologico per me, il suo mercato è un viaggio nella geografia dei prodotti alimentari, dei loro colori ed odori, nell'etnologia, nel costume, nel sociale. Di conseguenza un film documento su un'orchestra residente all'Esquilino mi stimolava già di suo. Successivamente ho letto commenti entusiasti, un trailer simpatico e insomma lo dovevo vedere. Risultato : tante risate, tanta emozione, tanta rabbia per le difficoltà burocratiche ed economiche dell'impresa, tanto entusiasmo per la riuscita finale, tanta bella musica e tanti complimenti a chi ci ha creduto fino in fondo. L'orchestra di Piazza Vittorio è un documentario o un film-realtà molto ben girato, ha un ritmo avvincente e ti appassiona fin dall'inizio col suo stile scarno e leggero ma assolutamente coinvolgente. Sicuramente un film di pochi investimenti, ma di grande resa, che non bisogna snobbare in favore di produzioni molto piu' costose. E poi tante storie, tante vite di emigrati, tante vite di musicisti. Grande merito sia dal punto di vista musicale, organizzativo ed anche attoriale al Casertano Mario Tronco, direttore dell'orchestra nonchè bravissimo attore protagonista del film. Plausi anche a tutti i musicisti scritturati qui e là da Piazza Vittorio al Rajastan. Mario Tronco come Ry Cooder, i musicisti come gli "avuelitos" di Buena Vista, no ma che dico, molto molto meglio!!!
Saluti, Wil
3.10.06
Settembre a Collemaggio
Ritorno a L'Aquila
Un sabato mattina a L'Aquila, in un caldo e soleggiato settembre, lo augurerei a tutti. L'occasione di una visita ad amici è stato il pretesto per ripassare il capoluogo della prima regione d'Italia, in veste da turista. Da Roma è molto comodo, si esce a L'Aquila Ovest ed in pochi minuti siamo già tuttorecchi tesi ad ascoltare il delizioso scroscio dei 99 zampilli della rosea fontana dalle altrettante cannelle. Da qui risaliamo verso il centro della città e ci trasferiamo presso la altrettanto rosea facciata di Collemaggio rimanendo immersi nel medioevo federiciano, visto che la chiesa fu costruita verso la fine del duecento. All'interno, nonostante un matrimonio in corso, prestiamo attenzione alle spoglie di San Pietro Celestino, il grande papa eremita del rifiuto dantesco ed ammiriamo la pavimentazione di grande pregio. Ma quello che ci esalta di piu' in una giornata splendente come questa è la passeggiata nel limitrofo "parco del sole", immersi nella natura, quasi quasi ci scappa un pic-nic, ma non abbiamo nulla da mettere sotto i denti ed è ancora presto. A seguire il castello o forte spagnolo, imponente nella sua struttura difensiva è circondato da un bel parco, ottimo per divagazioni filosofiche, per uno spuntino o per fare un pò di attività fisica. Infine procediamo verso il centro della città marciando lungo le stradine che la caratterizzano. Una tappa presso la marmorea e bianca facciata di San Bernardino e poi si riparte. Soddisfatti della breve ma intensa permanenza meditiamo di tornare presto. Saluti. Wil
Un sabato mattina a L'Aquila, in un caldo e soleggiato settembre, lo augurerei a tutti. L'occasione di una visita ad amici è stato il pretesto per ripassare il capoluogo della prima regione d'Italia, in veste da turista. Da Roma è molto comodo, si esce a L'Aquila Ovest ed in pochi minuti siamo già tuttorecchi tesi ad ascoltare il delizioso scroscio dei 99 zampilli della rosea fontana dalle altrettante cannelle. Da qui risaliamo verso il centro della città e ci trasferiamo presso la altrettanto rosea facciata di Collemaggio rimanendo immersi nel medioevo federiciano, visto che la chiesa fu costruita verso la fine del duecento. All'interno, nonostante un matrimonio in corso, prestiamo attenzione alle spoglie di San Pietro Celestino, il grande papa eremita del rifiuto dantesco ed ammiriamo la pavimentazione di grande pregio. Ma quello che ci esalta di piu' in una giornata splendente come questa è la passeggiata nel limitrofo "parco del sole", immersi nella natura, quasi quasi ci scappa un pic-nic, ma non abbiamo nulla da mettere sotto i denti ed è ancora presto. A seguire il castello o forte spagnolo, imponente nella sua struttura difensiva è circondato da un bel parco, ottimo per divagazioni filosofiche, per uno spuntino o per fare un pò di attività fisica. Infine procediamo verso il centro della città marciando lungo le stradine che la caratterizzano. Una tappa presso la marmorea e bianca facciata di San Bernardino e poi si riparte. Soddisfatti della breve ma intensa permanenza meditiamo di tornare presto. Saluti. Wil
2.10.06
Piperino in ogni dove
Vitorchiano e Viterbo
Eh sì. Il piperino è la pietra con cui sono stati edificati i centri storici di molti paesini del viterbese. Così una gita domenicale che vedeva come località di arrivo Vitorchiano ci ha fatto scoprire queste zone. La strada la sappiamo già. Si prende la A1, ci si ferma ad Orte e poi la Orte-Viterbo, in un ora e qualcosa ci siamo. Vitorchiano è un paese piccolo, un pò nascosto, semplice, però stupisce che ad accoglierci sia addirittura una statua dell'isola di Pasqua costruita in peperino e situata nella piazzetta antistante le mura merlate che lo cingono. La visita può durare un'oretta, ci sono delle belle chiese, fontane, viuzze, palazzi medievali e i belvedere da cui si ammira la gola del fosso di Acquafredda. Si incontrano alcuni residenti soprattutto anziane vecchiette che siedono fuori casa. Salutiamo e visto che c'è tempo decidiamo di spostarci nel capoluogo della Tuscia.
Viterbo ci accoglie in maniera fastosa, in questo abbiamo sempre molta fortuna, dato che è in corso una festa paesana centrata su artigianato, cibo biologico, solidarietà e spettacoli musicali. Davvero bella bella bella, Viterbo, che ci appare subito come un'estensione del paesino precedente, stessi colori, stessa pietra, ma addentrandoci, si scoprono alcuni capolavori : il noto palazzo dei papi e la gotica loggia delle benedizione nella meravigliosa piazza San Lorenzo, il duomo stesso e poi al tramonto rimaniamo colpiti dal meraviglioso scintillio di piazza San Pellegrino, un gioiellino, tra i massimi esempi di piazza medievale in Italia. Qui e là scorgiamo torri, chiese, palazzi notevoli e piazze, ma non abbiamo tempo per approfondire. Uno scultore ci piace proprio tanto, usa legno riciclato e fa dei veri e propri capolavori, peccato abbia dimenticato il nome. Assaggiamo qui e lì un pò di formaggio, pane e olio e ci soffermiamo su qualche mercatino solidale, e poi andiamo via certi di tornare con piu' calma e tempo.
Saluti.
Wil
Eh sì. Il piperino è la pietra con cui sono stati edificati i centri storici di molti paesini del viterbese. Così una gita domenicale che vedeva come località di arrivo Vitorchiano ci ha fatto scoprire queste zone. La strada la sappiamo già. Si prende la A1, ci si ferma ad Orte e poi la Orte-Viterbo, in un ora e qualcosa ci siamo. Vitorchiano è un paese piccolo, un pò nascosto, semplice, però stupisce che ad accoglierci sia addirittura una statua dell'isola di Pasqua costruita in peperino e situata nella piazzetta antistante le mura merlate che lo cingono. La visita può durare un'oretta, ci sono delle belle chiese, fontane, viuzze, palazzi medievali e i belvedere da cui si ammira la gola del fosso di Acquafredda. Si incontrano alcuni residenti soprattutto anziane vecchiette che siedono fuori casa. Salutiamo e visto che c'è tempo decidiamo di spostarci nel capoluogo della Tuscia.
Viterbo ci accoglie in maniera fastosa, in questo abbiamo sempre molta fortuna, dato che è in corso una festa paesana centrata su artigianato, cibo biologico, solidarietà e spettacoli musicali. Davvero bella bella bella, Viterbo, che ci appare subito come un'estensione del paesino precedente, stessi colori, stessa pietra, ma addentrandoci, si scoprono alcuni capolavori : il noto palazzo dei papi e la gotica loggia delle benedizione nella meravigliosa piazza San Lorenzo, il duomo stesso e poi al tramonto rimaniamo colpiti dal meraviglioso scintillio di piazza San Pellegrino, un gioiellino, tra i massimi esempi di piazza medievale in Italia. Qui e là scorgiamo torri, chiese, palazzi notevoli e piazze, ma non abbiamo tempo per approfondire. Uno scultore ci piace proprio tanto, usa legno riciclato e fa dei veri e propri capolavori, peccato abbia dimenticato il nome. Assaggiamo qui e lì un pò di formaggio, pane e olio e ci soffermiamo su qualche mercatino solidale, e poi andiamo via certi di tornare con piu' calma e tempo.
Saluti.
Wil
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