24.6.06

Borghi campani

Casertavecchia e Capua

Mi capita ogni tanto di trovarmi dalle parti di Caserta e da qui oltre alla superba "Reggia" non mancano certo le occasioni di fare escursioni verso angoli pregiati del nostro belpaese. Durante lo scorso fine settimana sono stato a Capua giusto giusto per lo struscio sabato-serale. Cittadina interessante, bella e antichissima, si raggiunge il centro storico attraversando prima il fiume Volturno, famoso tristemente per l'inquinamento, ma non me ne sono accorto, e poi passando sotto un bell'arco seicentesco, si giunge in un'ampia piazza. Al periodo dei vicere spagnoli risalgono la maggior parte dei palazzi storici, non mancano peraltro resti romani, normanni o medievali. Ma per una semplice passeggiata non ho studiato la storia della città, mi sono limitato a notare la quantità di gioventu' amoreggiante che affolla le strade diCapua e la loro tenera età : qui sono molto precoci!! Il vociare, l'animosità genuina e innocua della folta platea si scontra però con l'alterigia e la de-cadenza dei palazzi. Una bella ristrutturata alle strutture accrescerebbe la vocazione turistica della cittadina.
Il giorno successivo si visita l'alto borgo di Casertavecchia dove poter rinfrescarsi dalla calura estiva che inizia a farsi sentire. Il paesino anch'esso molto antico, ben conservato e molto, anche troppo, visitato, e' un saliscendi di stradine molto caratteristiche e scorci panoramici sulla reggia, con in cima la bellissima piazza del Vescovado. Qui non può mancare una sbirciatina al nsuperbo duomo in stile siculo-normanno e al termine della visita una bibita rinfrescante al vicino bar. Se non si è stanchi si giunge ad una casina con una bella bifora ed una signora che dice di essere la padrona di casa che ti mostra la sua arte, sculture di pupazzi un pò inquietanti, e ti racconta la sua storia di com'è giunta dal nordeuropa in questo paesino. Per terminare dopo aver visto altre due interessanti chiesette c'è il castello, che è abbastanza distrutto, ma che a volte ospita rappresentazioni in costume medievale e vale la pena assistervi.
Alla prossima.
Wil

16.6.06

Sulla via francigena viterbese

Civita di Bagnoregio e Bolsena

Se capita una giornata bella ma non troppo, da Roma non è vicinissimo, ma si può fare, c'è una località interessantissima e molto nota Civita di Bagnoregio, il paese che muore. Per arrivarci si può fare un pezzo di autostrada e poi la Orte-Viterbo per poi prendere la Cassia o Via Francigena attraversando bellissimi scenari tra il Lazio e l'Umbria ricchi di vegetazione e di tranquillità. Civita è situata sul cucuzzolo di un colle tufaceo, ed è raggiungibile solo attraverso un ponte pedonale di cemento armato che la collega a Bagnoregio. Arrivati scopriamo un paesino seicentesco elegante ed affascinante nella sua finta decadenza. Finta perchè poi gli stranieri sono arrivati ed hanno comprato le case e ne hanno fatto un luogo di villeggiatura, molto sapientemente. Bella la piazza principale ed anche la chiesa nonostante appaia per certi versi una stalla di animali riadattata al culto. Bar ristoranti e negozietti, meglio portarsi un panino però e poi si può ripartire alla volta di Bolsena. Riprendendo la Cassia si costeggia il piu' grande lago vulcanico d'Italia e si giunge al paese da cui prende il nome(forse è il contrario). E la sorpresa è che ci troviamo nel mezzo dei festeggiamenti del Corpus Domini e del miracolo eucaristico che si trova nella Basilica di Santa Cristina. Per l'occasione Bolsena ammanta di fiori le vie del centro storico per un'interminabile processione con il clero, i fedeli, le confraternite, la banda musicale e gli sbandieratori. E ci siamo visti anche la preparazione e la sistemazione dei disegni floreali sulle strade, donne uomini e bambini, c'è tutto il paese alle prese con questa ricorrenza popolare. Non abbiamo trascurato un riposo presso la spiaggetta in riva al lago e per finire una visita nella bellissima basilica di Santa Cristina, ormai vuota dei pellegrini, già in processione. All'interno si apre uno scenario emozionante, altari, nicchie, cappelle, quadri, tele, affreschi e sculture di varie epoche e di raro interesse storico. Nella grotta, ricavata durante il taglio delle catacombe nel IV sec., è custodito l'altare del miracolo dove giace la pietra con le impronte della santa che, secondo la leggenda, sorresse il suo corpo nel lago. Da qui si accede al sepolcro di S. Cristina e alle catacombe, i cui reperti rinvenuti sono esposti nella cappella di S. Leonardo. Bel modo di passare una giornata di giugno.
Saluti

9.6.06

2 Giugno in gita

...a Vicenza

C'è chi dice che ci sono troppe feste comandate, ma quella della Repubblica del 2 Giugno è ormai irrinunciabile, visto che, oltre all'importanza della "Patria", cade in un giorno ottimo per le gite fuori porta. Scelgo di visitare, con la scusa del Festival Biblico, la città di Vicenza. Bella davvero, e addobbata di bandiere per l'occasione, con la fanfara dei bersaglieri a portare l'amore per l'Italia anche ai critici piu' ristagnanti. Esco dalla stazione prendo per i giardini e arrivo in pochi minuti ad una bella villa e di seguito un arco che immette nel centro storico quindi in corso Palladio che è la via del passeggio. Questa volta senza guide o depliant faccio un primo giro "a naso", e così tutto quello che vedo è una scoperta, niente mi aspetto e tutto mi meraviglia. Vicenza è Palladio, ville e Palazzi architettati con gran gusto ed eleganza. Meraviglia delle meraviglie piazza dei Signori che con lo sfondo della basilica Palladiana, che tanto ricorda il Palazzo della Ragione di Padova e la superba torre Bissara. E dopo la passeggiata generale e qualche perlustrazione superficiale mi addentro nei vari centri d'interesse : prima tappa il Teatro Olimpico fiore all'occhiello di Andrea Palladio, un unicum nel suo genere, poi Palazzo Chiericati, sempre Palladiano, molto fine, che è sede della Pinacoteca Civica. E poi Palazzo Leoni Montanari con la sua collezione di Icone Russe e la stupenda mostra "Restaurazioni". Tappe in qualche chiesa, la Cattedrale che non mi ha molto impressionato, bella invece la due-trecentesca chiesa di Santa Corona. Risalendo il Corso Palladio, procedo con qualche visita alle varie piccole mostre nell'ambito del Festival Biblico, libri e stampe antiche, per terminare col museo Diocesano dove una guida ben preparata illustra le antichità custodite. Poi mi coglie il maltempo, ma ormai sono stanco.
Una giornata piena dunque per una bella città. Wil

1.6.06

Romanzi italiani contemporanei

Con le peggiori intenzioni di A. Piperno

E' forse il libro piu' discusso dell'anno, chi dice che è un capolavoro, chi dice che è estremamente noioso e per una volta sono sceso anche io in campo. Ho letto un libro contemporaneo, cosa che faccio molto raramente, ma penso che poi un giorno mi stuferò di leggere solo "classici". Piperno mi ha incuriosito, prima per le pagine e pagine consumate sul blog dei "Miserabili" e poi per un'intelligente intervista alle "Invasioni Barbariche" che ho seguito con interesse, di conseguenza non ho potuto farmi scappare l'edizione economica a 5 euro, anche se a malincuore perchè della "Mondadori". Devo proprio dire che il libro è stato per molti tratti appassionante, mi piace lo stile cinico e antibuonista di Piperno, forse un pò saccentino e borghesino nel suo essere antiborghese, ma quello che conta è che è ben scritto e che le figure protagoniste del libro cioè l'epico nonno Bepy e il disorientato e sorprendente nipote Daniel sono disegnate con grande sapienza e sfoggio di espressioni elaborate. Il libro è la saga della famiglia ebrea romana dei Sonnino in mezzo secolo e piu' dal dopoguerra fino ai nostri giorni, tra i fasti, il lusso, la vita godereccia e dominata di Beby alle giornate sofferte e inappaganti del frustato Daniel con Roma e una serie di altri ben caratterizzati personaggi minori a fare da sfondo. Dal Proustiano e Rothiano Piperno grande prestazione. Al prossimo libro.
Wil