9.12.10

Ci piace l'arte contemporanea?

Visita al Maxxi

Finalmente. Avevo una grossa curiosità di entrare in questo posto per constatare se ne valesse la pena o se fosse solo un'occasione di intrattenimento modaiolo o radical-chic. Da un pò di tempo leggevo di code alla biglietteria, di dati interessanti sulle presenze. Come sempre è meglio aspettare, tanto il Maxxi non scappa, al massimo cambia qualche esposizione temporanea, ma non sono così esperto da avere preferenze verso l'uno o l'altro artista. Giunge l'occasione buona e l'orario buono (a cavallo del pranzo). Il quartiere già di per sè è interessante e questa serie di linee strane che ne rompono l'armonia è davvero divertente. Secondo me "divertente" è l'aggettivo giusto, l'impatto con questo monumento alternativo mette allegria. Ci si ritrova gioiosamente spiazzati, come un bimbo davanti ad un parco giochi. Entrando poi non si sa dove volgere lo sguardo. Tubi appesi, scale assurde, strane composizioni ed ampi spazi da esplorare. Non è chiaro come muoversi, non c'è un percorso guidato, ma troviamo le descrizioni delle installazioni piu' importanti. Pian pianino ci orizzontiamo e prendiamo coraggio. Infine capiamo come goderci la visita e diventiamo dei veri esperti del contemporaneo. Perchè in fondo non ci vuole molto, basta lasciarsi andare, ogni composizione, ogni luce, ogni movimento di queste opere trasmette una sensazione insolita. Che dire ad esempio di "Sculture di linfa" una stanza tappezzata da corteccia come se fosse l'interno di un albero con un tronco sul pavimento con della linfa raccolta, dicono sia arte povera. L'opera di ingresso poi "Widow" una cosa stranissima ed enorme che sembra una tripla tuba che non permette di vedere da ciascuna delle tre estremità le altre aperture. Che faccia fare poi davanti alle illuminazioni di Mario Merz o che pensare ascoltando le varie audioinstallazioni che incontriamo. Ci mancano i riferimenti, ma forse proprio per questo non ci scomponiamo e proseguiamo temerari. Così alternando le nostre nuove identità, passando da un Achille Bonito Oliva, alla moglie di Alberto Sordi alla biennale di Venezia in "Le vacanze intelligenti", passiamo quasi tre ore senza accorgercene. E come dicevo all'inizio una delle attrazioni maggiori è la stessa struttura di Zaha Hadid che si presta alla meraviglia ed alla circumnavigazione. Sfiniti ma contenti, una vera giornata alternativa

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