La prima cosa bella di Virzì
Per una serata piacevole e tranquilla un film di Virzì è quello che ci vuole. Bella storia, bravi attori, buone battute mai volgari. Però il ragazzone livornese è ormai cresciuto e nei suoi film c'è sempre piu' spazio per riflessioni che destano malinconia. La prima parte è un pò revival anni 70-80, vecchie canzoni, vecchi vestiti, vecchi colori. Ma si fa un pò di difficolta a seguire i discorsi un pò perchè il cinema Broadway ha il volume troppo alto ( è una usanza che ormai ricorre nei cinema di massa e che nuoce gravemente al piacere di vedere un film) un pò l'audio in presa diretta che non è il massimo e così bisogna aspettare il secondo tempo per apprezzare al meglio la storia. La protagonista è una donna semplice e ingenua che non sta ai compromessi che la società le impone. Generosa, espansiva, aperta nei confronti del prossimo (per molti lo è troppo) deve far fronte ai tanti ostacoli che l'ipocrisia dei piu' le pongono davanti. Così fra mille sofferenze e dolori persevera nel suo modello di vita solare ma dignitoso fin sul letto di morte davanti ai suoi figli, felici, alla fine, di essere suoi figli. Tra questi il figlio maggiore che è l'altra figura chiave dell'opera, chiuso e timido sin da piccolo, diventa un professore cinico ed irrisolto, fin quando non recupera il rapporto con la madre e si libera dalle sue inibizioni, rinascendo. Molto commovente ovviamente, ad alta tensione emotiva, lacrime a piu' non posso. E quando un film ti prende non puoi dire che non è ben fatto. Poi c'è un bell'excursus nella provincia italiana dagli anni'70 ad oggi, un bello squarcio di costume e di vita sociale che ci mostra i cambiamenti che sono piu' negli aspetti esteriori che nell'intimo delle persone. Il contributo degli attori è notevole : Stefania Sandrelli e Valerio Mastrandrea per queste commedie sono perfetti, ma anche gli altri attori sono stati all'altezza dalla Pandolfi alla Ramazzotti.
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