29.5.08

Le conseguenze del potere

Il divo di Paolo Sorrentino

Andreotti, un mistero. Quanto inchiostro, quanta pellicola, quanta memoria consumate per quest'essere, condiderato, da qualcuno, persino disumano, che è stato sempre, in qualche modo, in qualche ruolo, da qualche parte, al centro degli avvenimenti piu' importanti della sessantenne repubblica italiana. Tra questi una serie di casi inquietanti di cui non conosciamo ancora i mandanti. Dal sequestro e omicidio di Aldo Moro alle morti misteriose di Pecorelli, Calvi, Sindona, Ambrosoli , alle stragi di Stato. Tutto ciò non lascia indifferenti, ne abbiamo viste di inchieste televisive, approfondimenti, da Minoli a Lucarelli, per citare i migliori. Farci un film, chi poteva pensarci se non Sorrentino? Chi altro poteva raccontare le sue abitudini, le sue manie, le ambiguità del personaggio, la sua fine ironia, la sua diabolica pacatezza. Chi altro poteva disegnare così abilmente i protagonisti della corrente : dal lucidissimo ed istrionico Pomicino al fido Franco Evangelisti, al ciociaro Ciarra l'imprenditore amico, allo squalo, il disinvolto Sbardella? Sorrentino ci ha abituato a disegnare personaggi fortemente caratterizzati. E l'Andreotti di questo film è parente dell'amico di Famiglia ma anche del Titta di "Le conseguenze dell'amore". Affini sono le abitudini, le manie di questi personaggi. Qui però ci troviamo di fronte ad un personaggio reale, vissuto e vivente che il regista però dall'alto della sua grande capacità artistica scandisce e rielabora come fosse un personaggio letterario. Grottesco, surreale, gli aggettivi ricorrenti nei commenti della critica e questa è anche la cifra stilistica propria dell'autore che ottimamente si presta a descrivere quello che è un monolite inestricabile. Caso atipico di potente. Il potente di solito appare come un godereccio, uno che si gode la vita, il nostro no. Le scene madri mostrano un Andreotti intimo, che va a dormire presto, che passeggia di prima mattina per raggiungere l'ufficio in una via del Corso vuota contornato dalle sole guardie del corpo o vive le serate in compagnia della cara moglie davanti alla tv magari con Renato Zero che canta "I migliori anni della nostra vita". Vive tra continui mal di testa e turbato dagli incubi ricorrenti per le lettere scritte da Aldo Moro. Il suo potere forse è la sua capacità di resistere al potere mentre tutti gli altri sono già morti.
Che c'è di piu' importante in un film che saper analizzare l'intimo di un uomo specialmente quando quest'uomo raccoglie i segreti di una nazione? Dunque non possiamo che applaudire la decisione della giuria di Cannes di premiarlo.
Wil

19.5.08

Lasciate perdere Scorsese!

Gomorra di Matteo Garrone

L'inizio è incredibile, d'impatto, impressionante e quando arriva la musica di Raffaello con la sua "Bambola" sulla scritta Gomorra dei titoli, l'emozione è indescrivibile. Subito crudo, duro, con un bel massacro tra lo sfondo bluastro delle docce solari e l'immersione nel cuore film è già effettua. Per la riproposizione cinematografica, obbligata dopo il successo del libro di Saviano, si è puntato, per fortuna, su uno dei due piu' bravi registi italiani della nuova generazione. E Garrone non ha perso l'occasione di realizzare un capolavoro. Dopo il meraviglioso "Imbalsamatore" ci aspettavamo molto dal regista romano e molto abbiamo ottenuto. Non era facile, perchè da un libro del genere, si correva il rischio di farne una copia, di non aggiungere nulla al già detto. Invece le immagini mozzafiato, il bel ritmo, la melodrammatica musica neomelodica hanno dato una eccellente dotazione estetica al già importante contenuto di denuncia che viene importato integralmente dal "romanzo". Come dimenticare i due giovani e pasoliniani aspiranti camorristi che sparano coi kalashnikov e lanciafiamme sulla spiaggia vestiti solo di slip o la scena del sarto che insegna come confezionare un abito di alta moda in una fabbrica cinese illuminatissima nel cuore della notte campana o il grande supermarket dello spaccio di Scampia pullulante di vita e di morte o l'immagine della grande cava con i ragazzini che guidano i camion dei rifiuti tossici. E come non rimanere irretiti dalla colonna sonora fatta di canzoni come "Macchina 50 " di Rosario Miraggio o Esageratamente cantata da Anthony oppure la già citata "La nostra storia" di Raffaello per non parlare poi di "Ma si vene stasera" eccetera eccetera con lo sfondo del pezzo originale dei Massive Attack.Bravo Garrone, un pezzo di bravura che illumina la situazione dell'illegalità in Italia, regalando emozione, intensità, piacere estetico. Evviva Gomorra
La scena delle armi

12.5.08

Il castello di Tom Cruise

Visita a Bracciano ed al suo lago

Ci sono posti belli e vicini a Roma molto piu' gettonati di altri. In genere li evitiamo, ma quando sono proprio belli, si studia una strategia per non trovarvi troppa folla e si parte. Uno di questi posti è Bracciano. La strategia non sempre riesce in pieno, specialmente se stanno facendo dei lavori per strada e passi per la Cassia che è pure stretta stretta. Ma che ci vuoi fare, ti vedi un pò di villette e di ricchettini con la macchinona bloccati nel traffico. Dopo la Cassia, attraversi la bellissima, a maggio, Braccianense e dopo un pò si arriva a destinazione. Il paese è molto carino, piccolo, sormontato dal Castello che dall'alto controlla il lato ovest del lago. Si salgono le stradine e si incrociano le molte case del borgo ristrutturate dai Romani che qui si vengono a ristorare e si giunge alla piazza del Castello. Da qui partono delle belle visite guidate concesse dalla famiglia Odescalchi proprietaria della dimora. Da qualche tempo l'antica fortezza viene è prenotabile per banchetti e matrimoni ed il matrimonio di un famoso attore, ultimamente anche bravo, l'ha fatta conoscere in tutto il mondo. Il castello in effetti è bello, è intero, è perfetto, sembra quello delle favole e la guida ce lo mostra in tutto il suo splendore corredandolo di informazioni sul gossip delle abitatrici passate, Orsini ed Odescalchi. Affacci sul lago splendidi, sia dalle camere che dal terrazzo, arredamenti ed oggetti ben conservati, armi, armature ed infine una cucina antica perfettamente funzionante. Nell'occasione erano stati preparati i tavoli per il banchetto della serata per la gioia e la curiosità delle signore, ma anche dei signori, presenti. Terminata la visita siamo tornati nel borgo, e dopo aver visto un pò di famigliole che facevano pranzo all'aperto con vista lago, ci siamo diretti sulla riva. Qui ci vengono a fare il bagno, ma ai primi di maggio ci sono solo alcuni ragazzi adolescenti che giocano e amoreggiano divertendosi parecchio. Anche noi ci divertiamo, bagnando i piedi nell'acqua pulita, ma fredda, e soffermandoci un pò sulla spiaggetta, prima di decidere di ripartire. Il tempo ha contribuito alla buona riuscita della giornata. Wil

9.5.08

E bravo Mastrandrea !

Non pensarci di G.Zanasi

E ancora Mastrandrea, che esce in contemporanea con due film. Quest'attore, ormai affermato, riesce a dar linfa a qualsiasi film gli capiti e gliene stanno capitando di buoni. Penso che li scelga con attenzione evitando quelli troppo scemi. Questa serietà gli ha dato modo di essere nominato anche co-direttore del teatro del Quarticciolo insieme alla Cortellesi. Due romani di quelli in gamba!
Di solito il nostro intepreta il personaggio del trentenne-trentacinquenne in continua crisi con il suo ruolo nella società. Così in questa bella commedia familiare, "Non Pensarci in cui ha un ruolo centrale che regge con bravura. Famiglia benestante, industriali, tre figli, uno prosegue l'attività del padre, gli altri due cercano strade esterne sfuggendo all'oppressione di una vita già delineata. E così, al ritorno a casa del chitarrista rock in decadenza, tra crisi economica, le ciliege sciroppate non tirano piu', crisi familiari, crisi personali varie, si vive un'ora e mezza divertente, senza proclami, in stile minimal, toccando con leggerezza diversi spaccati dell'Italia attuale. Alcune parti magari sono un pò sconclusionate e mal si appiccicano al tutto, ma nel complesso si fa vedere e si può vedere.
Wil