26.10.05

No, la kefia no...


Ieri, tornando a casa,

uscendo da una metropolitana stracolma di gente e di nervosismo, nei pressi
della stazione Termini ho improvvisamente visto, ho rivisto, sempre le stesse facce, sempre gli stessi slogan, sempre gli stessi simboli.
Non è così che si fa la rivoluzione, non è così che ci si deve far sentire, ma certo che ci si deve far sentire.
Ho visto la solita kefia, ma che c'entra? ho visto le magliette e le bandiere di Che Guevara, ma che c'entrano? ho sentito il solito Hasta la Victoria Siempre, ma sono passati decenni!! ho visto il caschetto da operaio, ma se le fabbriche non ci sono piu'!!! ho visto i capelli rasta, le barbe, i fazzoletti al collo, sempre il solito sudiciume ricercato!!!
Avrei voglia di abolire Rifondazione Comunista e la Sinistra Giovanile quando fanno proseliti facili tra i giovani illundendoli, da moderni pifferai magici, col fumo di una canna o col piacere di una trombata facile con ragazze vestite di gonne lunghe e colorate, che così possono cambiare il mondo, facendo una contestazione all'antica maniera adducendo antichi motivi. Questi stanno facendo un viaggio nel tempo, sono dei figuranti per un film in costume. I tempi sono cambiati, state indietro!!! La rivolta deve cambiare facce e modi. Stiamo nell'anno 2005 per chi non lo sapesse ancora.
Ma le contestazioni certo che sì, certo che si debbono fare!!!!
E rileggiamoci, facendo le giuste trasposizioni temporali, questa poesia

Evviva Cofferati Siempre!!!
Wil

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bell'intervento, sono tendenzialmente d'accordo. C'è una affermazione che non condivido:
"ma se le fabbriche non ci sono piu'"
Non è vero, le fabbriche ci sono. E ci sono i proletari, gente che scambia la propria forza lavoro per un salario. Gli uffici sono pieni di proletari...
Questi giovani politicanti di sinistra usano i rimorsi dei giovani da "sabato in barca a vela e lunedì al leonkavallo" e tutto questo non ha niente a che vedere con la lotta di classe. Forse il concetto di lotta di classe è obsoleto, io penso di no.
Ma secondo te, quali sono i moderni modi di contestare?

Wilmer ha detto...

Ciao Alessandro, gli uffici certo sono le nuove fabbriche, quelle di vecchio stampo ormai hanno un peso occupazionale inferiore a quello di qualche tempo fa visto che il terziario aumenta sempre piu' a discapito dell'industria, e gli impiegati rappresentano, come dici tu, i moderni proletari.
Per me sono loro che devono scendere in piazza con i loro abiti di tutti i giorni e chiedere i loro diritti, manifestare le proprie angosce senza affiliarsi a partiti preconfezionati o slogan antiquati e anacronistici.
Seguo inoltre con attenzione le iniziative di Beppe Grillo col suo popolarissimo blog e mi sembra che lì ci sia una buona base per una maniera civile, aggiornata e comunque battagliera di protestare.
Wil