15.1.08

Viva la cappella di San Brizio

Ad Orvieto d'inverno

Non sembra indicatissimo il periodo invernale per la gitarella fuori porta, ma tant'è che uno fa le gite quando ne ha voglia e non quando ne ha voglia il tempo. Tappa di questa domenica è Orvieto, famosa, consigliatissima, visitabile, rivisitabile. Da Roma in un'ora sei lì quindi puoi partire anche in tarda mattinata, tipo le undici ed arrivare verso mezzogiorno e mezza, con comodo. Orvieto ha un bellissimo centro storico, che in un'ora due, ti giri in toto, poi un'altr'ora e mezza andrebbe "impiegata" nella visita del Duomo. Parliamo proprio del Duomo, che è la meraviglia delle meraviglie. Di questo monumento capolavoro del gotico italico rimaniamo affascinati da due elementi su tutti, la facciata e la cappella di San Brizio. La facciata è famosissima, da vicino fa impressione anche perchè non c'è uno spazio abbastanza grande davanti per osservarla dalla giusta distanza e allora lì dai vicoli di Orvieto vedi un gigante che ti sovrasta. Con tutte quelle statuine, il rosone, i portali, i bassorilievi e i mosaici opera di illustri artisti, su tutti Lorenzo Maitani, il padre della facciata. Ma la cappella di San Brizio e gli affreschi di Luca Signorelli per me sono i primi pensieri associati ad Orvieto. I grandi affreschi laterali sui temi del giudizio universale sono di una maestria e di una modernità inaudita, come primo impatto guardando alcune figure ho pensato ai cartoni animati giapponesi e poi a Michelangelo che da qui pare abbia tratto molti spunti per la Cappella Sistina.
fece tutte le istorie de la fine del mondo: invenzione bellissima, bizzarra e capricciosa, per la varietà di vedere tanti angeli, demoni, terremoti, fuochi, ruine e gran parte de' miracoli di Anticristo; dove mostrò la invenzione e la pratica grande ch'egli aveva ne gli ignudi, con molti scorti e belle forme di figure, imaginandosi stranamente il terror di que' giorni. Per il che destò l'animo a tutti quelli che dopo lui son venuti, di far nell'arte le difficultà che si dipingono in seguitar quella maniera

Si paga un biglietto d'ingresso, ma ne vale la pena. Per completare il giro si può passeggiare per le stradine di Corso Cavour cercando un buon ristorantino, un miele o una marmellatina gustosa in uno dei negozi di produzioni locali, o entrare in qualche bottega dei tanti artigiani, o vedersi qualche altra chiesa. Certo che se piove e fa un pò freddo non è il massimo, ma se nel pomeriggio esce un raggio di sole chissà. La gita può terminare con una tappa un pò faticosa, la discesa e risalita dal pozzo di San Patrizio, mirabile opera di ingegneria rinascimentale. E poi possiamo tornare all'ovile pregni di cultura e ristoro.

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