Il grande capo di Lars Von Trier
Mi ha colpito subito questo film, sarà che mi ha fatto pensare a vicende di lavoro che ho conosciuto bene. Ci sono infatti delle aziende, di informatica e non solo, che vanno avanti senza un capo (ne coda direi io), o con un falso capo, impunibile o incompetente. I cosiddetti "prestanome" sono messi lì per coprire i veri manovratori in caso di operazioni finanziarie losche o poco sagge. Nelle decisioni aziendali come nel nostro bel film, i dipendenti non contano alcunchè, sono avvertiti dalla dirigenza come un ostacolo e non come un valore aggiunto. Ma veniamo a "Il grande capo" e al nostro amato Lars Von Trier che, cimentandosi per la prima volta in una commedia, non abbandonando l'aspra critica sociale antiborghese che lo ha sempre contraddistinto, e scagliandosi contro il capitalismo selvaggio e senza scrupoli, questa volta, dopo molti pianti, reca in dono allo spettatore tante intense risate. Con attori di grande abilità, fortissimo Jens Albinus, e non perdendo di vista i suoi "Dogmi", i suoi tecnicismi e soprattutto non perdendo di vista la sua genialità, che quando uno è bravo è bravo, è riuscito a dare una sterzata al suo cinema percorrendo nuovi territori. Il film non è assolutamente facile da raccontare. I punti di vista rappresentati sono molteplici : c'è il vero capo, una persona che ama gli affari, ma teme di non essere apprezzato per le decisioni impopolari che deve prendere, così inventa "il grande capo", un suo alter ego nascosto per anni e che finalmente fa capolino in azienda "interpretato" da un attore che, con i suoi metodi di teatro d'avanguardia, nulla sa di informatica e delle persone che "comanda" dando luogo ad una serie di buffissime situazioni. Ci sono poi i dipendenti, per anni mobbizzati e presi in giro, c'è il simpatico compratore islandese-leghista, la consulente-ex fidanzata del "grande capo", insomma un groviglio incredibile. Una matassa che l'autore aggroviglia e dipana con grande leggerezza ed umorismo. Si ride e si pensa, si pensa e si ride. Parecchio!!!
8.2.07
5.2.07
Che spasso il Medioevo
L'uomo medievale a cura di Jacques Le Goff
Ritagliando un pò di tempo qua e là e sfuggendo di tanto in tanto alla pigrizia che ti vuole fisso davanti ad uno schermo: televisore o pc che sia, sono riuscito a terminare questo saggio storico. Ho l'età per cui le letture "impegnate" iniziano ad affiancare e pian piano a togliere spazio alla lettura dei romanzi. Così ho terminato da poco "L'uomo medievale" una raccolta di quadretti sulla vita nell'evo mediano.
La storia mi è sempre piaciuta, sin dalla scuola elementare e le peregrinazioni mi danno la possibilità di recuperare briciole di informazioni dalle località visitate facendomi rendere conto che l'Italia odierna si fonda su una cultura solidificatasi proprio nell'età di mezzo.
Jacques Le Goff, massimo medievista vivente, ha curato quest'opera mettendo assieme piccoli saggi di studiosi europei sulle tipologie di uomo piu' rappresentative. E così troviamo il monaco, figura cardine, custode della cultura, riferimento spirituale ed economico e poi a seguire "Il guerriero e il cavaliere" , "Il contadino", "Il cittadino", "L'intellettuale","L'artista","Il mercante","La donna","Il santo" e "L'emarginato". Piccole panoramiche, con citazione di fonti originali, che svelano retroscena interessanti e a volte sfatano luoghi comuni su un periodo che per troppo tempo è stato considerato "oscuro". Spesso divertono, meravigliano e impressionano. E soprattutto si fa leggere come un romanzo, ma bisogna amare la storia, perciò lo consiglio.
Wil
Ritagliando un pò di tempo qua e là e sfuggendo di tanto in tanto alla pigrizia che ti vuole fisso davanti ad uno schermo: televisore o pc che sia, sono riuscito a terminare questo saggio storico. Ho l'età per cui le letture "impegnate" iniziano ad affiancare e pian piano a togliere spazio alla lettura dei romanzi. Così ho terminato da poco "L'uomo medievale" una raccolta di quadretti sulla vita nell'evo mediano.
La storia mi è sempre piaciuta, sin dalla scuola elementare e le peregrinazioni mi danno la possibilità di recuperare briciole di informazioni dalle località visitate facendomi rendere conto che l'Italia odierna si fonda su una cultura solidificatasi proprio nell'età di mezzo.
Jacques Le Goff, massimo medievista vivente, ha curato quest'opera mettendo assieme piccoli saggi di studiosi europei sulle tipologie di uomo piu' rappresentative. E così troviamo il monaco, figura cardine, custode della cultura, riferimento spirituale ed economico e poi a seguire "Il guerriero e il cavaliere" , "Il contadino", "Il cittadino", "L'intellettuale","L'artista","Il mercante","La donna","Il santo" e "L'emarginato". Piccole panoramiche, con citazione di fonti originali, che svelano retroscena interessanti e a volte sfatano luoghi comuni su un periodo che per troppo tempo è stato considerato "oscuro". Spesso divertono, meravigliano e impressionano. E soprattutto si fa leggere come un romanzo, ma bisogna amare la storia, perciò lo consiglio.
Wil
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