18.1.07

Urbanesimo e società


Conversazione con Marc Augè e Stefano Boeri all'Auditorium

E' un tema che mi ha sempre affascinato e mi affascina negli ultimi tempi piu' che mai: lo studio della società legata allo sviluppo urbano. Senza essere architetto nè sociologo mi piace osservare riflettere e pensare a delle teorie che spieghino le mie rilevazioni molto personali e legate spesso ad un ambito molto ristretto che io generalizzo spesso a dismisura. Così sono andato ad un dibattito con Marc Augè, nell'ambito del Festival della scienza. Augè è un antropologo francese famoso per la definizione piu' attraente degli ultimi tempi sugli spazi urbani collettivi i cosiddetti "Nonluoghi": posti in cui manca un riferimento al luogo, posti uguali a se stessi in ogni parte del mondo: stazioni, aeroporti, centri commerciali. E la sorpresa in realtà è stata Stefano Boeri, l'altro invitato, che non conoscevo e che ho apprezzato molto. Boeri insegna a Venezia e studia da sempre le città del mondo, da architetto qual'è, ma dichiara che l'architetto ha solo una piccola parte nell'ambito dello sviluppo urbano, egli subisce le impostazioni derivanti dalla politica e dall'utilizzo degli spazi da parte di chi ci vive. Deresponsabilizza quindi la sua professione vista spesso come quella di un demiurgo, dicendo che comunque l'opera gli viene commissionata e dunque non ha tutta la responsabilità del mondo sociale che si sviluppa attorno certo ha un ruolo importante.
Si è parlato dunque di città, della sua definizione, "Dove finisce la città" e dove inizia la periferia, la città come insieme di aree completamente diverse tra loro, perchè spesso ghetti di comunità divise e sempre meno omogenea. Si è parlato di banlieu, di "non luoghi" ovviamente , che pur senza identità hanno una funzione : sostituiscono la piazza come luogo di incontro, anche se spesso le persone non si parlano anche se si incontrano. E poi di città del futuro senza macchine, un pò triste perchè la città disabitata perde di vitalità e diventa archecittà. Boeri poi ha citato un pò di esempi tratti dai suoi viaggi: PyongYang che è un conglomerato architettonico vario ma vive in un "mondo fuori dal mondo" legato al regime e Teheran la città con piu' automobili al mondo dove tutto si svolge da dentro un abitacolo. E ha decantato infine la città europea come unico modello possibile per la città del futuro.
Bene, un sacco di parole, a volte un pò noiose, il moderatore non aiutava, a volte risapute ma ho colto molti spunti interessanti di riflessione.
Wil

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