23.1.07

Mi piace la mattina

...ascoltare Melog su radio24

Lui è un guru, la sua parola è un oracolo, ascoltarlo è un'ipnosi, e, se stai in coda sulla Roma L'Aquila, il traffico quasi quasi ti piace quando sei sintonizzato sulle frequenze di Gianluca Nicoletti. Lo ascoltavo poco nei tempi lontani di Golem, gli orari non mi aiutavano ma ora con Melog sto colmando questo peccato di gioventu'. Come non trovare geniale la "corsa al riarmo del fanciullo" o la campagna revival di Carosello e della mucca Carolina, "i cattivi ragazzi degli anni '70" o i commenti delle meravigliose "Groupies" adoranti. Disincatato fustigatore dei luoghi comuni e dei banalizzatori imperanti, le sue analisi sono l'interpretazione piu' lucida della realtà virtuale che impacchetta le nostre giornate del 2007, dalla tv ad internet. A proposito di internet grazie a lui conosco le ultime tendenze, so cos'è "Second Life" il mondo "alternativo" del momento, grande idea!! E neanche lo si può accusare di parlare solo soletto, dall'alto del suo egocentrismo/narcisismo visto che si avvale saggiamente di commenti ed opinioni di ascoltatori diversificati. La rai ha commesso un grave errore a lasciarselo scappare, forse Nicoletti è troppo colto e troppo avanti per un'impresa nazional popolare che può trovare scomodi certi "Mostri". Tanto per noi non cambia nulla, basta cambiare stazione. Ogni mattina dal lunedì al venerdì alle 8,30.

Little boxes on the hillside,
Little boxes made of ticky-tacky,
Little boxes, little boxes,
Little boxes, all the same.

Malvina Reynolds

18.1.07

Urbanesimo e società


Conversazione con Marc Augè e Stefano Boeri all'Auditorium

E' un tema che mi ha sempre affascinato e mi affascina negli ultimi tempi piu' che mai: lo studio della società legata allo sviluppo urbano. Senza essere architetto nè sociologo mi piace osservare riflettere e pensare a delle teorie che spieghino le mie rilevazioni molto personali e legate spesso ad un ambito molto ristretto che io generalizzo spesso a dismisura. Così sono andato ad un dibattito con Marc Augè, nell'ambito del Festival della scienza. Augè è un antropologo francese famoso per la definizione piu' attraente degli ultimi tempi sugli spazi urbani collettivi i cosiddetti "Nonluoghi": posti in cui manca un riferimento al luogo, posti uguali a se stessi in ogni parte del mondo: stazioni, aeroporti, centri commerciali. E la sorpresa in realtà è stata Stefano Boeri, l'altro invitato, che non conoscevo e che ho apprezzato molto. Boeri insegna a Venezia e studia da sempre le città del mondo, da architetto qual'è, ma dichiara che l'architetto ha solo una piccola parte nell'ambito dello sviluppo urbano, egli subisce le impostazioni derivanti dalla politica e dall'utilizzo degli spazi da parte di chi ci vive. Deresponsabilizza quindi la sua professione vista spesso come quella di un demiurgo, dicendo che comunque l'opera gli viene commissionata e dunque non ha tutta la responsabilità del mondo sociale che si sviluppa attorno certo ha un ruolo importante.
Si è parlato dunque di città, della sua definizione, "Dove finisce la città" e dove inizia la periferia, la città come insieme di aree completamente diverse tra loro, perchè spesso ghetti di comunità divise e sempre meno omogenea. Si è parlato di banlieu, di "non luoghi" ovviamente , che pur senza identità hanno una funzione : sostituiscono la piazza come luogo di incontro, anche se spesso le persone non si parlano anche se si incontrano. E poi di città del futuro senza macchine, un pò triste perchè la città disabitata perde di vitalità e diventa archecittà. Boeri poi ha citato un pò di esempi tratti dai suoi viaggi: PyongYang che è un conglomerato architettonico vario ma vive in un "mondo fuori dal mondo" legato al regime e Teheran la città con piu' automobili al mondo dove tutto si svolge da dentro un abitacolo. E ha decantato infine la città europea come unico modello possibile per la città del futuro.
Bene, un sacco di parole, a volte un pò noiose, il moderatore non aiutava, a volte risapute ma ho colto molti spunti interessanti di riflessione.
Wil