Tre giorni a Bologna
Per la serie "Non ci sono mai stato" abbiamo scelto Bologna per una gita invernale di due giorni . Visto che non è molto lontana da Roma, per questo tipo di viaggio che si basa sulla visita di un centro storico, il treno è comodissimo; poi si sceglie un bed and breakfast, un pò meno caro ed un pò piu' fantasioso di un albergo, e si parte. Il gestore del locale a vederlo non sembrava molto affidabile, un ragazzo dalla faccia un pò sballata, allucinata, ma si è dimostrato all'altezza del ruolo, disponibile ed educato. Alla fine ho capito che a Bologna i giovani sono "fatti" tutti così. Ma veniamo alla scoperta della città, la prima sera, a passeggio. Bologna, si sa, è famosa per i tortellini e la nostra gola non avrebbe chiesto di meglio, ma la delusione è stata enorme in quanto a quantità. Uno che vuole farsi una bella mangiata di tortellini rimane enormemente deluso vedendone dieci contati sul piatto, che magari è anche grande, il piatto. E poi il fatto che sono deliziosi non fa che accrescere la delusione. Mica puoi chiedere il bis? Veniamo ai monumenti e iniziamo con la carrellata... Piazza Maggiore, tutti i palazzi lì intorno, Municipio compreso, peccato che mancasse Cofferati, e poi l'antica Università, bello il gabinetto di Medicina, le due torri, alte e dalla faticosa salita, il Palazzo di Re Enzo, da fuori, ed infine la Pinacoteca, degna custode dei capolavori di Guido Reni, dei Carracci, di Guercino e compagnia. Le chiese meritano un discorso a parte, soprattutto il complesso di Santo Stefano definito la "Piccola Gerusalemme" è stata una sorpresa inaspettata, almeno per me, da una città come Bologna. Non ne sapevo nulla e sono rimasto impressionato dalla qualità storica ed estetica dell'insieme di chiese e cappelle e monastero (le sette chiese) perfettamente incastonate nell'architettura della città e degnamente introdotte da una bella e ciottolosa e triangolare piazza. Ottime le caramelle al miele e propoli presso il convento. Poi ovviamente, di alto livello, San Petronio, San Francesco e San Domenico, la chiesa dei Servi, non ci siamo fatti mancare niente.
Ma cosa rimane di Bologna dopo lunghe passeggiate? Il rosso della pietra che decora molti palazzi e l'infinità di portici che le danno peculiarità e che mi ricordano il mio professore di matematica che: "Ogni chilometro di portici ripassavo tre teoremi". Ed infine gli studenti, ma piu' in generale la vita notturna, la vita un pò sbandata e un pò "Punkabbestia" dei giovani e non piu' giovani di questa città che fanno la pipì in piazza Verdi o in via Zamboni e bevono le birre e fanno rumore, un pò sano divertimento, un pò bivacco e disturbo. La stretta di Cofferati non sembra bastare. Ma soprattuto di Bologna ci resta in bocca il sapore della mortadella degustata in un salumificio del centro, un pò antipatici sti emiliani, ma buono che buono !!! Tutto.
Wil