Al festival delle Letterature con Saviano
La Basilica di Massenzio è uno dei più grandi edifici della Roma imperiale. Si trova nel Foro Romano, ne è rimasta in piedi la sola navata minore settentrionale con la grande abside e le arcate delle volte a botte. E' un monumento molto suggestivo, un palcoscenico, che già di suo vale la visita, che ospita ogni anno, a giugno, il festival delle letterature. Quest'evento richiama alcuni fra i maggiori scrittori italiani e mondiali a Roma e li mette alle prese con un testo breve inedito, recitato dal vivo. Vengono inoltre letti, da bravi attori professionisti, alcuni brani dei loro testi piu' noti. Il tutto è accompagnato da musica soft e videoinstallazioni. La serata dedicata a Roberto Saviano ce la ricordiamo per la ressa al botteghino (per la cronaca bisogna fare il biglietto anche se è gratuito, probabilmente devono contare le persone, visto lo spazio "esiguo"). Quasi scoraggiati e dubbiosi sulla riuscita ci siamo messi in fila. Ci sono alcune file che non sono poi così male, c'è il Colosseo che ti fa compagnia, non hai nessuna fretta e hai un panino da mangiare nello zainetto, anzi la fila a volte può essere piacevole. Poi nelle file c'è sempre da tenere d'occhio quello che si inventa una nuova fila, quello che ti sorpassa perchè ha un amico davanti, quello che gli fa male il piede, quello che ha un biglietto speciale e ... proprio quando stavamo perdendo la speranza di entrare, siamo entrati. L'impatto visivo è stato davvero emozionante, tanta gente, una bella illuminazione e un posto a sedere per la verità un pò scomodo, ma che ce frega, siamo arrivati giusto in tempo per l'inizio. Sentire Saviano è incredibile, ha quella capacità che hanno alcuni di tenerti lì e farti pendere dalle sue labbra. Ha il dono del racconto, il dono del sapere narrare e affascinare il lettore o ascoltatore che sia. Dice parole belle e forti, intense e scomodode. Così inizia il suo inedito con un attacco folgorante "La prima volta che portai una ragazza del Nord nel mio paese mi facevano male le mani. " e poi continua "mi chiese: "Partigiani?" "Sì, partigiani" e così ancora "Esistono luoghi dove nascere comporta avere colpa. Il primo respiro e l'ultimo catarro hanno valore equivalente. Il valore della colpa. Non importa quale volontà t'abbia guidato, non importa che vita tu abbia condotto" per dare vita ad un racconto stupendo e vivo, cinematografico, ma vero, reale piu' di qualsiasi servizio telegiornalistico. Una serata davvero emozionante.
Per la cronaca la seconda esibizione è stata di Vikram Chandra, grande scrittore indiano, che si è prestato anche lui in un bel racconto, sul significato del romanzo, del suo genere di romanzo. Bisognerà approfondire, ma per ora non ho letto ancora niente. Lo consiglio ugualmente.
Wil